Al Correale di Sorrento la spina dorsale di Simonita Muscaria tutta da leggere
Sorrento (NA) “Ciò che dobbiamo fare, leggendo, è rilassarci e lasciare che sia la spina dorsale a prendere il sopravvento. Benché si legga con la mente, la sede del piacere artistico è tra le scapole. Quel piccolo brivido che sentiamo lì dietro è certamente la più alta forma di emozione che l’umanità abbia raggiunto sviluppando la pura arte e la pura scienza. Veneriamo dunque la spina dorsale e i suoi fremiti. Siamo fieri di essere dei vertebrati, perché siamo dei vertebrati muniti nella testa di una fiamma divina. Il cervello è solo una continuazione della spinta dorsale; lo stoppino corre in realtà per tutta la lunghezza della candela”, queste sono frasi che Nabokov scrive per esaltare il genio di Dickens*, mi sono tornate in mente osservando la perfomance di Simona Pane aka Simonita Muscaria tenuta presso il Museo Correale di Sorrento in occasione della mostra Tra Terra e Mare la luce di Dodici Mani per Creare Dipingere Ascoltare promossa dall’Azienda Speciale Consortile Penisola Sorrentina in collaborazione con Inner Wheel Club di Sorrento. Simonita Muscaria, come Nabokov, dipingendo la spina dorsale ci invita a leggerla, a riflettere sulla nostra condizione di vertebrati, la sua performance è un’epifania a riconoscersi prima di tutto come “corpo” e nello stesso tempo a prendere coscienza dell’energia che esso racchiude e ci permette di aspirare alla verticalità. Abbandoniamo il mondo virtuale, quello digitale, sembra dirci la pittrice di Sant’Agnello, torniamo alla realtà della carne e della “colonna vertebrale”. Ma in Simona riconosco anche la stessa energia che esalta l’astrattismo di Georgia O’Keeffe, penso all’uso di colori accesi, ai fiori che celano il richiamo al sesso femminile, i teschi che ci ricordano sempre la nostra finitudine. Un’iconografia che torna anche nelle opere fotografiche e pittoriche di Simona ma la sua è una riflessione sempre raffinata e intimistica sulla sessualità che diventa citazione dotta per Francesco Urbini, “tutto che diventa uno”, del 1536, con l’uso del disegno del sesso come invito alla riflessione sulla sessualità senza censura e senza pregiudizi bigotti. Se è vero come è vero che gli ideatori ed i promotori dell’evento sorrentino hanno inteso con lo spettacolo del 21 luglio 2023 mettere in luce le potenzialità delle protagoniste che attraverso le loro passioni e doti artistiche, hanno regalato ai visitatori del museo la bellezza e l’emozione che è nelle “mani” di chi crea, dipinge ed esprime il proprio talento, la luce della passione per il proprio sogno, quella luce era ed è nelle opere di Simonita.
di Luigi De Rosa
* (Vladimir Nabokov, “Lezioni di letteratura”, ed. Garzanti)
Una delle opere dell’artista Simonita Muscaria