Capri: Il mistero delle caprette avvelenate, simbolo dell’isola e comparse nel film di Mario Martone.
Le caprette, emblema di libertà e spirito anarchico della natura caprese, sono state oggetto di un vile gesto, un tradimento di quell’antico ed iconico patto di convivenza, un atto squalificante per una delle più turistiche e decantate isole del Mediterraneo.
Le ventidue caprette, erano state riprese in “Capri Revolution” e sono state trovate morte, forse per avvelenamento, sul sentiero che da Cetrella scende a valle.
Gli animali vivevano sulle cime del Monte Solaro di Capri e da tempo erano al centro di una polemica da parte di chi ne chiedeva l’allontanamento dall’isola e lo spostamento in un centro zoologico.
La motivazione ufficiale di tanto odio, a quanto pare dipendeva dal loro arrampicarsi sulle fiancate del monte, che provocava il rischio di pericolo di caduta massi, ma è più probabile che il vero motivo fosse che alcune di loro, osavano “evadere” sui sentieri turistici che si trovano lungo il pendio del monte.
Un simbolo dell’isola ed in particolare di Anacapri, dove questo animale ha vissuto indisturbato per secoli, e dove è stato scelto addirittura per il simbolo impresso nello stemma del comune.
Il regista Mario Martone ha ripreso molte suggestive scene sulle rocce, di queste caprette che si arrampicavano in salita sui pendii dell’isola, nel suo iconico film “Capri Revolution”.
Questo triste evento, sintomo grave di intolleranza e cattiveria, è un’altro campanello d’allarme che dovrebbe indurre a ripensare ad un turismo più sostenibile, meno invasivo e più rispettoso dell’ambiente e delle creature che lo abitano.
Basta un solo uomo crudele a macchiare un luogo, anche il più ameno ed animalista, e trasformarlo in un territorio fortemente respingente. Bambini, donne, persone anziane, turisti e tutti i soggetti più indifesi, in questi casi risultano a rischio.