Castellammare di Stabia: Tonino Scala, “l’ospedale San Leonardo è una struttura indegna di un paese civile”

Lo stato di abbandono e di decadenza dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia si fa sempre più drammatico. Gli utenti aspettano anche 6 ore prima di essere non curati. Personale ridotto all’osso e medici esausti dopo ogni singolo turno di lavoro non riescono a garantire i servizi. Anche il semplice lavoro burocratico prima dei ricoveri diventa complicato. Mancano perfino le sedie. Il personale paramedico è costretto a chiedere agli utenti di lasciare la sedia, presa chissà dove, per assistere i malati più gravi. Sui volti di chi lavora sono evidenti i segni della stanchezza e della frustrazione che comunque costano tanto sacrificio e abnegazione, ma che puntualmente non accontentano nessuno. Insomma, una situazione di drammatica, indegna di un paese civile.
In questi giorni, a causa di problemi personali che lo costringono ad avere a che fare col pronto soccorso, sulla situazione drammatica creatasi all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia è intervenuto il coordinatore regionale di Sinistra Italiana, Tonino Scala che, attraverso il suo profilo facebook ha denunciato lo stato deficitario e di decadenza in cui si trova oggi la struttura sanitaria stabiese.
“Pronto Soccorso San Leonardo: così non va! – ha scritto Tonino Scala – Sono giorni che per vicende personali sto avendo a che fare con il pronto soccorso del nosocomio stabiese. Le cose sono due o si potenzia, dopo la chiusura di tutte le strutture intorno, o si chiude. Sì, si chiude e non è una provocazione. Il personale è ridotto ai minimi termini. I medici barcollano perché non riescono a reggere il peso del lavoro non umano. Gli utenti aspettano anche 6 ore prima di essere non curati, ma inquadrati e visitati da un medico. Mancano sedie. Personale paramedico costretto a chiedere a pazienti in attesa di visite potrebbe lasciare la sedia, non quella a rotelle, ma la sedia presa chissà da dove, per una persona più grave? Se può ovvio! Negli occhi di chi lavora ho visto in queste notti e in questi giorni svilimento. Tutto questo non è da paese civile. Se poi aggiungiamo quello che ho dovuto fare anche io per avere un minimo di considerazione ovvero piazzarsi davanti alla porta del medico e dire, con gentilezza, ma è possibile una cosa di questo tipo? Possibile lasciare in un limbo un ammalato? L’ho fatto in modo corretto utilizzando come arma di difesa la lingua che per fortuna so usare, ma non tutti hanno la mia stessa fortuna. Possibile lasciare utenti, che in questo mondo sono persone da curare, e lavoratori in balia delle onde in una guerra tra poveri dove comunque vada a perdere sono entrambi? Come se non bastasse non si riesce a gestire un cronologico perché è impossibile gestire un cronologico: c’è troppa gente, poco personale e si fa, giustamente, quel che si può. Comprendo tutto, ma non può essere questa la sanità nel terzo millennio. Mi vergogno da cittadino e mi indigno”.

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