Da Quasimodo alla Merini da Picasso a Kodra intervista a Lorenzo Maria Bottari
Positano (SA) Dal 7 luglio al 21 luglio presso la sala “Luca Vespoli” dell’Ufficio del Turismo sarà possibile visitare la personale “Figure sullo sfondo de’ Li Galli” del Maestro Lorenzo Maria Bottari, presentazione di Massimo Bignardi, curatela di Enzo Esposito, evento che rientra in quelli programmati fino a ottobre inoltrato nell’ambito della rassegna “Positano in…Mostra” con la quale il Comune di Positano intende promuovere sia l’arte contemporanea che far conoscere al suo pubblico internazionale artisti e opere che pongono al centro della loro creazione pittorica la città e il suo patrimonio paesaggistico e architettonico. Lorenzo Maria Bottari è dunque l’ospite del terzo appuntamento in cartellone della rassegna positanese. Bottari, palermitano, classe ’49, spinto da un irrefrenabile amore per la pittura e Picasso, lascia giovanissimo la Sicilia per studiare presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, ben presto il suo talento lo pone all’attenzione di colleghi del calibro di Pietro Annigoni e Guido Borgianni per citare solo i maestri di ambiente toscano. Da Firenze poi si trasferisce a Londra rendendo sempre più internazionale il suo bagaglio culturale, viaggia così in Europa e oltreoceano, con mostre a New York, Londra, Vienna, Parigi, Milano, Stoccolma, Berlino, Copenaghen e altre città. Significativi gli incontri e le frequentazioni con: Giorgio de Chirico, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Corrado Cagli, Wifredo Lam, Ibrahim Kodra e anche coetanei come Mimmo Germanà, Vanni Viviani e altri che fanno parte, oggi, della storia dell’arte contemporanea. Tornato in Italia, a Milano, assumerà l’incarico di presidente dell’associazione Multi- Art. Ho avuto il piacere di conoscere il Maestro presso l’Ufficio del Turismo di Positano, quella che segue è l’intervista che mi ha gentilmente concesso.
Complimenti per la bellissima mostra che dedica a Positano, la prima domanda mi sembra quasi doverosa, cinquant’anni fa l’8 aprile del 1973 ci lasciava Pablo Picasso, vorrei una sua riflessione sull’astro Malagueños?
Beh di Picasso ci sarebbe da parlare per anni: è parte della storia dell’arte figurativa mondiale. Le racconto un episodio della mia vita. A 16 anni, alle 5 del mattino, sacco in spalla, avevo deciso di fuggire di casa per andare a cercare Picasso, anche se ne ignoravo perfino l’indirizzo. Mi fermarono i miei fratelli. La seconda volta avevo 18 anni e non riuscirono a fermarmi, volevo studiare arte presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, così mi trasferii nella città di Giotto e Brunelleschi. Il primo giorno dormii per strada, poi mi dissero che per pochi spicci si poteva stare nei dormitori pubblici. Mia mamma mi aveva regalato 10mila lire. Deve sapere che sono il penultimo di dieci figli, non fu facile all’inizio ma non mollai, alla fine c’era chi mi aiutò e chi comprò i miei primi quadri. Insomma dopo un anno esponevo le mie opere con Pietro Annigoni e Guido Borgianni, artisti di grido a Firenze e non solo. Dopo il militare andai a Londra e vi rimasi per tre anni. Ricordo che allora come oggi due erano i pittori che ammiravo Pablo Picasso e Chagall. Dai grandi quando si è giovani bisogna imparare, anche copiandoli. Vede in arte non si improvvisa niente, e credo che arrivati a Fontana si sia detto quasi tutto. Bisogna studiare umilmente le opere di chi ci ha preceduti, imparare il mestiere dai maestri, poi con questo bagaglio culturale lavorare sul proprio talento: se si ha la fortuna di averlo il talento. Sa cosa mi diceva il mio maestro Wilfredo Lam quando mi vedeva indeciso davanti ad una tela: “Se uno è sé stesso vince sempre”. Questo per ritornare a Picasso che con lo stesso Wilfredo, Joan Miró, Fernand Léger, Henri Matisse e Paul Éluard segnò un’epoca.
Vorrei ora che mi raccontasse della sua scoperta di Positano e dell’incontro con Kodra
Nel 1974 torno a Milano dopo gli anni londinesi, un giorno all’interno del Museo Leonardo Da Vinci incontro Ibrahim Kodra. Non ci conoscevamo, ci guardammo e fu come scoprire istintivamente di avere affinità, un’empatia che non ha spiegazioni direbbe Oscar Wilde, facemmo conoscenza e da quel giorno posso dire, fino alla sua scomparsa nel 1982, siamo stati grandi amici. Lui mi invitava spesso a Positano, ed è stato grazie a lui che ho conosciuto questa città. Poi la frequentazione di questo borgo bellissimo si è consolidata grazie a Giulio Gargiulo e Enzo Esposito.
Lasciando per un attimo la pittura vorrei che lei mi raccontasse di Alda Merini e Salvatore Quasimodo
“Alda Merini l’ho conosciuta nel 1991, ero subentrato come presidente dell’associazione Multi- Art che aveva la sede non molto distante dal Teatro Strehler, dove si promuovevano eventi culturali. Quando mi presentarono Alda Merini non sapevo chi fosse. Lei quando seppe che stavo dipingendo e interpretando alcune poesie di Quasimodo, mi raccontò molte cose del poeta per poterlo meglio rappresentare nei dipinti. Così la conobbi; mi è sempre piaciuto coltivare l’amore per la poesia, mi piaceva partecipare alle presentazioni dei suoi testi, anche perché come dice Sebastiano Grasso la poesia aggiunge qualcosa alla pittura di indescrivibile. Ad Alda Merini mi sono molto affezionato, una volta mi dedicò una poesia che mi fece veramente commuovere. Salvatore Quasimodo invece non l’ho mai conosciuto, a Modica dove Quasimodo è nato, ho una nipote e andando a trovare lei spesso mi capitava di visitare la Casa Natale del Premio Nobel. È così trassi ispirazione per la mostra “Quasimodo quasi sognato”, in seguito ha conosciuto Alessandro Quasimodo che volle vedere i quadri ispirati alle poesie del padre e ne rimase piacevolmente colpito, mi disse che avevo colto l’aspetto onirico di alcune poesie, la “dimensione onirica è l’unica che può consolare il mondo”.
Rimanendo in Sicilia, se le faccio i nomi di Sandro Paternostro, Leonardo Sciascia e Guttuso?
“Guttuso l’ho incontrato in diverse mostre, è stato un grande maestro per me, fu lui nel 1980 a tenere a battesimo la mia prima importante Cartella “La Cattedrale di Palermo” nella storica Galleria Schettini di Milano; aveva visto le mie serigrafie e mi disse: “te la presento io la mostra”, lasciandomi a bocca aperta, per me fu un grande onore. Sandro Paternostro lo conobbi a Londra era il 1979 e frequentavo la Foyles Books, lui invece mi presentò il fotografo surrealista Angus Mc Bean con il quale poi realizzai “Dialogo tra Fotografia e Pittura” alla Mood Gallery. Leonardo Sciascia ha avuto parole carine nei riguardi delle mie opere anche se lui mi confessò che amava più i colori spenti rispetto a quelli accesi che caratterizzano le mie.
Concludendo e tornando alla mostra di stasera, quali sono le icone che più la legano a questo Paese?
Come ha potuto constatare lei stesso sono le Sirene, che appartengono appartengono all’immaginario anche di noi siciliani, fanno parte della nostra mitologia ma anche della narrazione positanese, per questo sono rappresentate in molte tele presenti nella mostra. Poi ho voluto rendere omaggio a uno degli ospiti più illustri di Positano: Rudol’f Nureev, che avrei voluto incontrare. Lui però purtroppo si era ammalato di AIDS, quello che mi ferì all’epoca, era che chi si ammalava di AIDS era trattato come un appestato: era abbandonato da tutti. Ricordo che la mattina che morì un amico mi chiamò da Parigi, erano le 6 o le 7 non ricordo con precisione, mi disse: sai è morto Nureyev. A lui ho dedicato più di un lavoro, una tela è esposta nel museo parigino a lui dedicato e l’ho intitolato una stella è morta a causa di una stella, sa perché? Se guarda al microscopio il virus dell’HIV ha la forma di una stella. Il quadro è grande è quella stella almeno nel mio immaginario non si spegnerà mai.
Lorenzo Maria Bottari è uno di quei rari artisti con i quali rimarresti in silenzio ad ascoltarne le storie per ore, tornando a casa arricchito culturalmente e spiritualmente. “Angelo veggente”, lo definì Alda Merini “artista prolifico mai pago del proprio girovagare tra i luoghi corruschi della mente e quelli contaminati della realtà”. Nei suoi dipinti usa moltissimo i colori, essi riproducono la vita e il suo fluire infondono in chi ne gode l’estro un impagabile senso di gioia di vivere.
di Luigi De Rosa
Comune di Positano: https://comune.positano.sa.it/
Nella foto il consigliere con delega alla Cultura Giuseppe Vespoli, il giornalista Vito Pinto, l’artista Lorenzo Maria Bottari e il Sindaco Giuseppe Guida. Sala “Luca Vespoli”, presso l’Ufficio del Turismo di Positano