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Cronaca
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Dossi artificiali! Perché no?

15 luglio 2023 | 11:21
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Dossi artificiali! Perché no?

Dossi artificiali! Perché no? di Giuseppe Civale
Desidero esprimere il mio punto di vista sull’incidente stradale di qualche sera fa a Minori. Conosco la rischiosità di tale situazione, essendo stato anch’io sfiorato in passato proprio sulle strisce da un motociclista in libera uscita. Esistono soluzioni finali (mi si perdoni l’infame richiamo storico del termine!) ?. Certamente! Per frenare la foga dell’umanità motorizzata nei Paesi civili vengono utilizzati dossi artificiali, cosiddetti dissuasori (qual divina espressione!!), Sì, so benissimo che la burocrazia italiana ne vieta l’installazione negli itinerari preferenziali dei veicoli di pronto soccorso ed intervento. Tuttavia per ogni alternativa di soluzione si ricorre di solito ad un’analisi di tipo qualitativo, nella quale si fa una comparazione tra gli aspetti positivi e quelli negativi. In altri termini si tratterebbe di quantificare il rallentamento indotto da tali installazioni e di confrontare tale rallentamento con la rischiosità che la mancata installazione comporterebbe. Tra i due mali sceglierei quello minore; il divieto di installazione è l’alternativa peggiore. Come mai gli ingorghi, tanto più determinanti per il rallentamento del traffico, vengono maggiormente tollerati o addirittura ignorati?
Visti gli intoppi burocratici che tale soluzione implicherebbe propongo ancora un’alternativa, probabilmente meglio realizzabile! Per imporre il rispetto del limite di velocità a 30 km/h sarrebe sufficiente piazzare telecamere nei punti più strategici, in grado di registrare le trasgressioni e le relative targhe con procedimento automatico di incasso tramite PRA. Ma, tenuto conto degli intoppi burocratici e del braccio di ferro da ingaggiare con gli organi vanamente preposti (province, regioni, stato), si tratta di una via senza dubbio difficile, il cui presupposto necessario e, forse, risolutivo, sarebbe un livello di esasperazione che per il momento non si intravede affatto tra la nostra gente.

Giuseppe Civale