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Facci e la presunta violenza sessuale di La Russa , come nel caso Grillo, la donna va rispettata. I padri e gli amici dovrebbero, devono, esprimere la vicinanza a una persona accusata di un grave atto, come uno stupro o una violenza sessuale, ma privatamente, in silenzio o con grande ed estremo rispetto per la donna. Sarà il tribunale poi ad accertare la verità giudiziaria, solo Dio può sapere poi la verità. Ma ancora oggi la donna è la parte debole e va difesa concettualmente. Quindi rispetto per la donna, ma anche per l’accusato, che non va mai linciato, secondo noi, e grande attenzione e moderazione. Invece si fa un uso strumentale anche del proprio ruolo politico, almeno questo sembra ai cittadini, nel caso de La Russa ora, ma anche Grillo per il figlio pure accusato di violenza sessuale, si trascende in ragionamenti che poi alla prova dei fatti noi condanniamo solo a parole se grandi e autorevoli figure della politica e società di destra, ma anche di sinistra, quando sono toccate personalmente si inalberano. Quello che ci dispiace è che non si usi la pacatezza e la moderazione tipo dire “Credo in mio figlio, sono sicuro della sua innocenza e lo voglio bene . Sarà la magistratura ad accertare la dinamica dei fatti e va rispettata nel suo lavoro “. . Mettiamoci al posto della ragazza, che chiunque sia è sicuramente in una condizione di soggezione, visto che ha a che fare con figli di personaggi politici forti e importanti, subire questa tempesta mediatica non è grave? Diamo per scontato che lo abbia fatto apposta? Questo mi sgomenta e intristisce . Prova a difendersi Filippo Facci dopo le polemiche scoppiate per un passaggio nel suo articolo su Libero sul caso della presunta violenza sessuale di Leonardo La Russa. Anzi il giornalista prossimo alla conduzione di una striscia quotidiana su Rai2 accenna a modo suo a una sorta di pentimento: «Riscriverei quella frase? No, perché conta solo un fatto – dice all’agenzia Ansa – che la frase non ha portato niente di buono e che ha fatto malinténdere un intero articolo. La professionalità innanzitutto – aggiunge Facci – l’orgoglio personale poi». Sotto accusa era finita la frase del suo pezzo in cui scriveva «una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa». Accuse partite in particolare dal dirigente Pd Sandro Ruotolo, al quale Facci risponde: «Senatore e responsabile informazione del Pd, mi ha attribuito questa mattina quattro reati sanzionati dal Codice di procedura penale: razzismo, sessismo, apologia del fascismo, vittimizzazione secondaria di una presunta stuprata. Questi reati – aggiunge Facci – deriverebbero tutti dalla frase nel mio articolo pubblicato sabato su Libero: “Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa”. È un passaggio stilistico, può non piacere, e la mia sconfitta professionale e il mio dispiacere derivano proprio da questo: dal fatto che ne abbiano fatto un caso senza aver letto l’articolo da cui il passaggio è estrapolato». Sul caso Facci sono intervenuti anche il sindacato del giornalisti e quello dei giornalisti Rai. Una polemica «costruita sul nulla», spiega la firma di Libero sicuro del fatto che fossero giorni che qualcuno cercasse un pretesto per tirare in ballo la Rai «colpevole di avermi proposto una collaborazione per ora non formalizzata». Facci poi aggiunge che «chiunque abbia letto l’articolo interamente, e sottolineo chiunque ha convenuto che il mio articolo fosse equilibrato ed equanime». Fondamentalmente, e non entriamo nel merito della questione, lo stesso Facci ha ammesso il suo errore grave, grave perché si esposto al rischio di non fare questa trasmissione, e doveva e poteva immaginare che potesse succedere in questo momento, bisognerebbe cercare di agire rispettando le due parti coinvolte, entrambe potrebbero soffrire in questo momento, sia la vittima , o presunta tale, ovviamente, ma anche l’accusato, sono momenti difficili che potrebbero cambiare drasticamente la vita ma questo a volte poco conta. Le dinamiche sono sempre le stesse, feste e party in villa e discoteca, alcol e droghe,  poi una deriva, perchè deriva è se alla fine qualcuno decide di arrivare alla denuncia, uno scenario comunque sconcertante e inquietante .  In tutto questo la donna, in quanto tale, dovrebbe essere la parte più tutelata in caso di una presunta violenza sessuale, non si pensa come sia difficile fare una denuncia, che sofferenza si provi a rivivere questa tragedia, e alla fine la politica quando viene toccata personalmente si dimentica di dichiarazioni e iniziative

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