Le fiamme dell’inferno non spaventano i piromani, ma i droni invece riescono ad imbestialirli…

Un incendio è divampato in piena notte a Conca dei Marini, dove le fiamme hanno invaso la vegetazione in località Vetrina.

Eppure la Costiera da poco è reduce, da un lunedì di fuoco sulle colline di Amalfi, tra la Valle dei Mulini ed il versante di Pogerola, che ha impegnato Carabinieri, Vigili del Fuoco e protezione civile Millenium, nelle operazioni di spegnimento, fino alla tarda mattinata di martedì.

Che ambedue gli incendio siano di natura dolosa, non c’è alcun dubbio, anche se le immagini delle telecamere di videosorveglianza, come spesso accade, non abbiano restituito alcun elemento utile ad individuare i responsabili del vile gesto.

Ma com’è possibile che in Costiera Amalfitana, dove ogni estate si assiste a tremendi roghi dolosi, non si sia ancora pensato ad un sistema di droni a livello comprensoriale? Eppure i tredici sindaci avrebbero un cospicuo tesoretto annuale, da investire a questo scopo, grazie alla tassa di soggiorno!

La prova che le nuove tecnologie possano essere davvero efficaci a prevenire gli incendi, è una notizia che oggi giunge dalla Calabria, dove si è riusciti a stanare un “Piromane beccato, inseguito e denunciato“, grazie alle immagini girate da uno dei 30 droni al lavoro in una zona boscosa della regione, messi in campo per contrastare questo annoso fenomeno.

Lo schifoso incendiario, accortosi del drone ha anche cercato di liberarsene prendendolo a sassate!

La Sicilia tra tutte è la regione più colpita dai roghi estivi: nel 2021 si è raggiunta una media di 135 al giorno tra luglio e agosto.

È emblematico che sia proprio il piano della Regione Siciliana sull’antincendio boschivo, a parlare chiaramente di «industria del fuoco», ovvero quello appiccato volontariamente per creare posti di lavoro: le attività di avvistamento, estinzione e di attività successive di ricostituzione.

Il ricorso a mano d’opera precaria, poco qualificata, spesso più assistenziale che produttiva, spesso favorisce il ciclo vizioso dell’incendio volontario, quale strumento per nuove occasioni di impiego.

Nella migliore delle ipotesi invece, gli incendi partono quando si bruciano stoppie e cespugli, e poi si perde il controllo delle fiamme, ma altre volte sono legati invece al ciclo dei rifiuti, a cui le mafie aspirano.

Tra le storiche motivazioni all’origine del fuoco, c’è anche l’eliminazione dei boschi per trasformare i terreni da coltivare o destinare al pascolo, per ottenere contributi comunitari, o trasformare aree rurali in aree edificabili, come pure la new entry del business del fotovoltaico.