Lettera aperta ai Sindaci delle Cinque Terre: Corniglia, Manarola, Monterosso, Riomaggiore e Vernazza
Lettera aperta ai Sindaci delle Cinque Terre: Corniglia, Manarola, Monterosso, Riomaggiore e Vernazza
Cari colleghi,
da ex Sindaco di Ravello in Costa d’ Amalfi e da ex Coordinatore Nazionale della Consulta dei Piccoli Comuni dell’Anci, mi permetto di scrivervi non per darvi consigli o, peggio ancora, giudizi, nessuno meglio e più di voi sa quello che serve al proprio territorio e ai suoi concittadini; vi scrivo per condividere con voi un’analisi e un’esperienza.
Premetto che ho avuto il privilegio di essere sul vostro territorio diverse volte per partecipare ad eventi che vedevano lo sviluppo locale e le problematiche ad esso legate, quale argomento trainante di convegni e dibattiti; questa conoscenza, unitamente all’essere stato Amministratore in un territorio molto simile al vostro qual è la Costiera Amalfitana, mi permette di argomentare sulla notizia che oggi ha riportato il Corriere Della Sera: “Cinque Terre, un ticket per la Via dell’Amore: 5 euro per percorrere 160 metri”.
Non entro nel merito della scelta fatta, non intendo dilungarmi sui pro e i contro di tale scelta; non lo faccio per rispetto all’autonomia sovrana di chi ha deciso, ma anche perché non è questo dettaglio che mi ha spinto a scrivervi; il titolo dell’articolo non mi ha intrigato quasi per nulla. Quello che mi ha fatto sobbalzare è un dettaglio dell’articolo e, quindi, della vicenda: “ Un ticket da 5 euro che ha riacceso la leggendaria rivalità tra campanili ”; ancora una volta quello che dovrebbe essere un punto di forza del nostro grande paese Italia, diventa debolezza e minaccia: la straordinaria e unica al mondo antologia di varietà agroalimentari, di usi , costumi, lingue, tradizioni, architetture, emergenze ambientali e monumentali, di storia e finanche di razze, che da sempre si sono identificate nei “Campanili d’Italia”, ancora una volta minaccia di essere un punto di debolezza e non di forza.
Delle lotte fratricide che già nel Medioevo caratterizzavano il territorio dell’allora Repubblica di Amalfi, oggi Costiera Amalfitana, abbiamo contezza storico-documentale copiosa; un fenomeno questo che anche nelle Cinque Terre era ben noto, tanto da indurre ad enfatizzare l’effetto terapeutico di contrasto alla litigiosità dello “Sciacchetrà”, finanche a discapito della prelibatezza enologica; ma a differenza della Costiera Amalfitana, i cinque Comuni liguri hanno saputo produrre un modello organizzativo straordinario che ha portato il brend “Cinque Terre” ad essere nel mondo molto più forte di quello dei singoli comuni.
Fino a ieri ho additato sempre il fenomeno “Cinque Terre” come modello al quale ispirarsi per progettare e avviare un modello “Costiera Amalfitana” che consentisse di riportare il “Campanile” ad elemento di forza, e che ci facesse frenare dalla caduta libera verso la globalizzazione più becera e lo scadimento della “qualità”; dopo quell’articolo ho ritenuto di scrivervi per consegnarvi queste mie confuse e approssimate considerazioni per invitarvi a riflettere sulla forza insostituibile dell’unità di intendi per continuare a sostenere e vendere un territorio unito e unico; Come i Comuni della Costiera Amalfitana, anche i vostri cinque Comuni sono complementari e non alternativi o, peggio, antagonisti; noi stiamo pagando un prezzo alto ai campanili perché siamo divisi e in conflitto sostanziale su tutto, se vi è possibile evitate quello che potrebbe essere l’inizio della fine.
Un mio maestro di vita e di politica, lui storico sindaco di Maiori quando io mi affacciavo ad amministrare Ravello da giovane arrembante campanilista, mi disse: “ricordati che è meglio essere socio di minoranza di una società in attivo, che non socio unico di una società in deficit”.
Sono sicuro che l’amore per la vostra terra che vi ha portato a diventare Sindaco, saprà farvi fare le scelte giuste per la vostra gente e per i loro figli, anche se, a volte, l’amore è cieco.
Buon sindacato uniti.
Secondo Amalfitano