Minori si prepara a festeggiare Santa Trofimena con delle bellissime luminarie

Minori si prepara a festeggiare, il prossimo 13 luglio, la festa della Traslazione delle Reliquie della protettrice Santa Trofimena. La giovane Santa ha preso pieno possesso del cuore dei minoresi.
Oriunda di Patti (Messina) venne martirizzata sotto il tirannico dominio e le persecuzioni di Diocleziano e Massimiliano nell’anno 304. La tradizione agiografica la presenta come figlia di un nobile che voleva sposarla ad un suo pari e, non riuscendo nell’intento, la ferì mortalmente.
Molte versioni leggendarie narrano la fuga e il martirio della fanciulla. Tra le più suggestive quella di G.B. d’Afflitto il quale scrive: “Vedendo la Santa Verginella di non poter lungamente, rimanendo in casa, resistere all’efficace volontà del genitore, ispirata da Dio, determinò di fuggire dalla sua casa paterna, come fece. Il padre l’inseguì e la raggiunse vicino al mare verso quella parte ove sta posta la Bocca in Tinnaro, oggi detta di Marinello, distante dalla città lo spazio di quattro miglia, e mentre volea lanciarle sopra adirato le mani l’innocente Colomba, confidata in Dio, unica causa della sua fuga, distese sopra le acque il manto, vi balzò di sopra senza timore, ed il mare portandola a galla su l’onde e le diede libero scampo dall’ira del persecutore”.
Il corpo della Santa fu rinvenuto sulla spiaggia di Minori in un’urna di marmo da una donna che stava sciorinando il suo bucato alla foce del fiume Reghinna Minor.
Aveva appena battuto i panni sul marmo, quando le sue braccia si irrigidirono; spaventata, chiese aiuto.
Saputo l’accaduto accorsero sacerdoti amalfitani e napoletani e il Vescovo perché si pensò subito a qualcosa di soprannaturale.
Ci si accorse poi che sull’urna erano incisi dei versi che narravano la vita, la fuga e la morte della Santa. Si pensò così di trasportare l’urna nella Chiesa, ma la forza delle braccia di tanti uomini e sacerdoti non fu sufficiente né a sollevarla, né a smuoverla.
Ispirato da Dio il Vescovo Pietro comandò che condotte si fossero due vergini giovenche non ancora toccate dal giogo. Appena le giovenche furono adattate l’urna si smosse, con tanta velocità, che sembrava piuttosto le giovenche esser tirate dal tumulo, che il tumulo dalle giovenche.”
Ecco perché nel simulacro di Santa Trofimena sono rappresentate due bianche giovenche.
