Peter Hoogstaden “Il Sentiero degli Dei non è per tutti, manca informazione”

1 luglio 2023 | 19:08
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Peter Hoogstaden “Il Sentiero degli Dei non è per tutti, manca informazione”

Peter Hoogstaden “Il Sentiero degli Dei non è per tutti, manca informazione” . Sentiamo quello che è il maggior esperto che conosciamo sulla sentieristica , forse è stato proprio lui ad aver rilanciato il Sentiero degli Dei cominciando a far crescere il turismo escursionistico ad Agerola e sui Monti Lattari per poi fare anche un grande lavoro nel Cilento. Per il Comune di Positano si appresta a lavorare per i sentieri, non gli abbiamo chiesto nello specifico di intervenire ma ci ha già detto che “Manca informazione, il Sentiero degli Dei non è per tutti. Esistono tanti altri sentieri anche in Costiera amalfitana e bisognerebbe valorizzare anche altri tipi di sentieri, ma la cosa peggiore è la mancanza di informazione corretta. Ci sono sentieri per tutti i gusti, non bisogna puntare solo sul Sentiero degli dei,  lo ho scritto mille volte” Peter poi ci invia un post al proposito che è davvero esemplare

La montagna è davvero per tutti?
Con il crescente interesse per il cosidetto ‘trekking’ (o forse la ‘moda del trekking’?) sempre più persone si avvicinano alla montagna. Il che potrebbe essere visto come una cosa positiva.
Purtroppo però molte persone si avviano in montagna come se fosse il parco sotto casa loro. Vedo troppo superficialità in giro, e talvolta finisce male. Senza generalizzare, ma ormai si vede di tutto sui sentieri. Dai turisti con le infradita, alle persone che si avviano sotto il sole cocente senza acqua o nella neve senza attrezzatura…
Come scrissi già qualche tempo fa: bisogna smetterla di presentare la montagna ‘alla portata di tutti’. Fare un ‘Sentiero degli Dei’ non è come camminare sulla spiaggia di Positano o visitare il Duomo di Amalfi.
Bisogna smetterla di fidarsi degli ‘app’ che, sì riportano tutti i percorsi (a volte anche quelli non esistenti…), ma senza le adeguate info circa la loro percorribilità.
Bisogna studiare le carte geografiche, leggere le guide cartacee, forse iniziare ad uscire con una guida esperta di quella zona, piuttosto che avviarsi da soli, con l’aiuto di una semplice ‘app’ (che sì, può essere utile, ma non di certo può essere l’unico mezzo per approcciarsi ad una montagna – specie se il percorso che si vuole intraprendere è un percorso difficile!).
Talvolta, quando invito le persone a studiare vengo tacciato di ‘saccenza’ (spesso da persone che sono più ‘saputelli’ del sottoscritto), ma per me lo studio e la conoscenza dei territori sono la base di ogni escursione. Bisogna approcciarsi con umiltà a certe montagne. Le vette non sono da conquistare per un’ennesimo selfie, o per una bella foto su FB o Instagram per acchiappare qualche ‘like’. La montagna non è sempre ‘instagrammabile‘.
Poi bisogna capire che un territorio, un paesaggio, ha mille sfacettature, tutte da apprezzare, tutte da studiare. Ed uno di questi è anche la nomenclatura.
La geografia non è una opinione, e la toponomastica ha un suo perché. Nei nomi si nasconde spesso tutta la storia, la ‘genius loci’ di un posto. Banalizzare i nomi toglie valore a questi posti.
Come scrissi già prima, NON si può mettere in sicurezza tutta la montagna. E non bisogna adeguare la montagna alle mode del momento, alle orde di escursionisti che potenzialmente la percorreranno.
Invece bisogna far sì che le persone si adeguano alla montagna. Soprattutto attraverso una giusta informazione. Che bisogna analizzare, paragonare e discutere. Studiare e preparare.
Forse così, con una maggiore consapevolezza si apprezza di più la zona attraversata, si da più valore a quello che si fa. E magari si diminuisce anche il rischio di farsi male.
Ed infine, non c’è bisogno di cominciare con percorsi ‘estremi’. Spesso nei percorsi semplici, alla portata di tutti, si trova tanta bellezza. Anche vicino casa.
Non dobbiamo fare tutti gli stessi percorsi – e non tutti i percorsi sono da tutti! E meno male.
P.S. Le tre cime del Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi, monte più alto della Penisola Sorrentina, si chiamano Monte San Michele (detto il ‘Molare’), Monte di Mezzo e Monte Catiello (o Catello). In questi nomi c’è tutta una storia.