Sorrento Classica, intervista a Giorgio Pasotti da “Baci” a Torquato Tasso
Sorrento (NA) Il secondo appuntamento della kermesse Sorrento Classica Festival in programma il 25 luglio scorso ha proposto lo spettacolo “Baci: 100 anni del più celebre cioccolatino d’amore” di e con Maurizio Mastrini a dirigere la Sorrento Classica Orchestra invece c’era il M. Paolo Scibilia, mentre le voci recitanti sono state affidate al talento di Giorgio Pasotti e alla sua collega Claudia Tosoni. I due attori hanno interpretato con eleganza e consumata esperienza brani tratti dalle opere di scrittori del calibro di Victor Hugo, William Shakespeare, Khalil Gibran e Neruda, esaltando ancor di più una serata che aveva come tema il bacio, che come ci insegna il poeta, è un piccolo ma prezioso e insostituibile “apostrofo rosa” tra le parole “t’amo”. Ma l’incontro con Giorgio Pasotti è stata anche una piacevole e interessante occasione per rinsaldare in un certo senso i rapporti tra Bergamo e Sorrento. Chi, infatti, frequenta Bergamo Alta, sa che non è raro incontrare Giorgio Pasotti seduto ai tavolini del Bar “Tasso” a gustare un buon caffè. Già il Tasso. Con Giorgio Pasotti, dopo lo spettacolo all’interno del Chiostro di San Francesco, in compagnia del Presidente dell’Istituto di Cultura Torquato Tasso, Luciano Russo, abbiamo avuto modo di intavolare una piacevole conversazione proprio sul grande poeta che unisce queste due città Sorrento e Bergamo. Giorgio Pasotti ci ha ricordato che sono tantissimi i paesi della bergamasca che hanno almeno una strada dedicata a Torquato Tasso e che a Bergamo, la Biblioteca Angelo Mai accoglie il Centro Studi Tassiani che conserva la più grande raccolta al mondo di scritti e studi sul poeta nato a Sorrento. Pasotti con l’ausilio di Luciano Russo inoltre ha ricordato le nobili origini bergamasche di Bernardo Tasso, padre del poeta, e soprattutto la bellezza di un borgo, Cornello dei Tasso, dove tutto ha avuto origine. In questo spettacolare borgo medioevale, infatti, ancor oggi è possibile visitare la dimora dei Tasso che tra l’altro furono gli inventori del primo servizio privato postale. I Tasso, ci raccontano gli storici, si ritrovano nella genesi della Compagnia dei Corrieri della Serenissima, che curava i collegamenti sulle linee Venezia-Milano e Venezia-Roma, e più avanti nella gestione delle Poste pontificie, fino a giungere a detenere, per secoli, il monopolio del servizio postale tra l’impero tedesco e gli altri stati d’Europa. Torquato Tasso, sebbene fosse molto legato a Cornello soggiornò solo due volte nella Città Alta, a tredici anni, con il padre, subito dopo la tragica scomparsa della madre e a 43 anni dopo la sua liberazione dall’Ospedale di Sant’Anna a Ferrara. Il poeta di nascita sorrentina inoltre è autore anche di un sonetto celebrativo su Bergamo, i cui versi oggi sono incisi su di una targa affissa sulla facciata dall’ex Ateneo di Scienze, Arti e Lettere, in Città Alta!
Complimenti per la bella performance attoriale, preziosa anche quella di Claudia Tosoni. Mi ha raccontato del Tasso e di come questo poeta è molto apprezzato anche nella bergamasca, mi piacerebbe mi raccontasse dell’esperienza a Cornello dei Tasso.
Molto volentieri. Ho girato e interpretato a Cornello dei Tasso il film “Io, Arlecchino” con Matteo Bini, anche lui di Bergamo e in quell’occasione ho avuto modo di vivere e scoprire questo meraviglioso borgo che ha conservato intatto il fascino di un antico paesino medioevale, tra l’altro è solo per veri camminatori perché ci si può arrivare solo a piedi. Durante il film ho avuto occasione di approfondire anche la conoscenza di questa nobile casata i Tasso, che come ricordavamo prima con Luciano Russo, furono anche i primi a occuparsi di servizi postali.
L’ho ascoltata con grande piacere recitare questa sera alternandosi con i musicisti, è la sua prima in un concerto – reading?
No, ho partecipato a molti altri spettacoli che prevedono l’alternanza lettura e musica, la trovo un’esperienza molto affascinante. Anzi per i 160 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio con la bacchetta di Beatrice Venezi parteciperò a un altro concerto reading “Io ti veglierò”, una produzione dei Solisti Aquilani. Devo aggiungere che a me piace l’idea di affidarmi a dei bravi musicisti che si devono sintonizzare sulla mia voce e nello stesso tempo impostare la mia performance attoriale sulla musica che andranno a eseguire. Un esercizio che ogni volta mi regala emozioni nuove e diverse.
Che cosa le è piaciuto di “Baci”?
Mi è piaciuto questo progetto legato al bacio declinato sia in musica sia ricorrendo a versi o scritti di grandi autori, ne esce fuori uno spettacolo molto intenso ed elegante, per niente scontato. Poi non volevo perdere l’occasione di lavorare anche con un Maestro così importante come Maurizio Mastrini.
Il coinvolgimento di Claudia ha dato la possibilità di chiudere il cerchio in un certo senso?
Assolutamente sì, il coinvolgimento di un partner, visto che il tema da sviluppare era il “bacio”, ha dato ancora più spessore e forza alla performance ed ha degnamente celebrato questo piccolo grande gesto intimo che suggella un rapporto amoroso.
Mi racconta dei suoi progetti recenti e futuri?
Le devo confessare che questo 2023 è iniziato in maniera molto intensa. Ho esordito con un film cui tengo molto, “Settimo Grado” di Massimo Cappelli, che racconta ciò che accade a una famiglia benestante romana che nel giro di 24 ore vedrà la propria esistenza completamente sconvolta da alcuni tragici accadimenti, prima l’irruzione in casa di una banda di ladri che costringeranno il padrone di casa ad aprire la cassaforte, poi una scossa di terremoto, che spariglierà le carte di vittime e carnefici. Un film che mi ha impegnato molto e verso il quale nutro grandi aspettative proprio perché spinge a riflettere sulla propria esistenza quando non sei più nella tua confort zone. A Teatro invece sono impegnato con “Racconti Disumani” di Franz Kafka per la regia di Alessandro Gassmann, un vecchio cavallo di battaglia di Vittorio Gassman. Protagonista dell’opera è una scimmia che, catturata, sarà trasportata in Europa. Lo scimpanzé, interpretato da me, è costretto alla cattività ma si rende conto che per “liberarsi” deve adeguarsi al sistema umano, imitare gli uomini. Un personaggio kafkiano che mi è piaciuto molto interpretare. Infine per la Tv ho appena finito di girare la nuova serie di “Lea” con Anna Valle, dove interpreto ancora una volta Marco Colomba, primario chirurgo di pediatria ed ex marito di Lea.
Le chiedo invece di raccontarmi dei progetti futuri come regista?
Ho in cantiere una terza regia cinematografica, che spero vivamente di poter realizzare a breve. Un progetto molto impegnativo legato al mondo del lavoro, che concluderà una specie di trittico che mi permetterà di sviluppare temi ai quali sono molto legato, vale a dire il rapporto padre figlio, la Fede e infine il mondo del lavoro. Avevo e ho la necessità di raccontare, attraverso l’occhio della telecamera, la mia visione di questi tre mondi. Spero di realizzare questo terzo capitolo dedicato al mondo del lavoro entro il 2023.
Infine una domanda sull’esperienza come Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo
La direzione artistica del Teatro Stabile d’Abruzzo rappresenta per me una bellissima sfida, un teatro che proprio alcuni mesi fa si è visto certificare dalla Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura l’assegnazione del contributo ministeriale più alto nella storia del TSA, segno che è stato fatto un ottimo lavoro. Un contributo che gratifica tutti coloro che lavorano per il Teatro Stabile. Il 2023 segna anche il mio terzo anno di mandato ma spero di poter continuare a occuparmi del Teatro Stabile d’Abruzzo per poter concludere quest’impegno con la realizzazione di quello che per ora è un sogno, ovvero restituire agli aquilani il Teatro Comunale che ancor oggi, nonostante siano passati 14 anni dal terremoto, è chiuso. (Il Ridotto, danneggiato in maniera meno evidente, è stato, infatti, riaperto nel dicembre del 2009 e ospita provvisoriamente gli spettacoli del Teatro Stabile d’Abruzzo N.d.A.)
Grazie
di Luigi De Rosa
(Nella foto Paolo Scibilia, Maurizio Mastrini, Claudia Tosoni e Giorgio Pasotti; ph.courtesy of Antonino Fattorusso)