Sorrento Classica – Maurizio Mastrini, inno alla famiglia
Sorrento (NA) Presso il Chiostro di San Francesco si è tenuto il concerto “Baci”, nuovo progetto musicale del pianista e compositore umbro Maurizio Mastrini, composto in occasione del centenario (1923 – 2023) del cioccolatino dell’amore più famoso al mondo: “Baci” prodotto dal marchio italiano “Perugina”. Solo 4 note, quante lettere della parola più romantica di sempre. È la nuova sfida musicale del Maestro Maurizio Mastrini, uno dei più grandi pianisti e compositori del panorama internazionale. Il concerto sorrentino è stato promosso e organizzato dalla Città di Sorrento e dalla S.C.S. Società dei Concerti di Sorrento per la direzione artistica del M.Paolo Scibilia e ha registrato per quanto riguarda la parte recitata dello spettacolo la partecipazione degli attori Giorgio Pasotti e Claudia Tosoni, e l’ausilio della Sorrento Classica Orchestra. Quella che segue è la breve intervista che il Maestro Mastrini mi ha concesso a fine concerto.
Maestro mi vuole raccontare com’è riuscito a realizzare questo progetto musicale così originale?
Avevo avuto l’incarico dalla Nestlé come testimonial del centenario dei “Baci Perugina” e ne ero entusiasta oltre che onorato. Preso dall’euforia, mi era venuta l’idea di sonorizzare le lettere che compongono il nome. In realtà non sono il primo compositore a tentare quest’azzardo, ho solo ripreso quanto sperimentato prima di me dal grande Robert Schumann. Si racconta fosse innamorato della contessa Pauline von Abegg, una bellissima pianista, alla quale dedicò le Variazioni sul nome Abegg;. Infatti, secondo la notazione tedesca, Abegg corrisponde alle note La-Sib-E-G-G. Per realizzare “Baci” ho seguito la stessa strada.
Ha incontrato difficoltà nella, come posso chiamarla: traduzione di “Baci”?
Sì, all’inizio non riuscivo a comporre nulla. Passarono due settimane senza risultati, che poi divennero un mese. Dopodiché cominciai a preoccuparmi. Mi ero quasi fatto convinto che dovevo rinunciare. Avrei chiamato i responsabili della Nestlé per dire loro che avrei composto certamente un brano dedicato ai Baci Perugina, ma non con la tecnica di Schumann.
Poi cosa è accaduto?
Beh, come capita nella vita, è successo tutto per caso quando tutto sembrava ormai perduto. Ero a Colonia, dopo un concerto la mia assistente m’invita a bere un Mojito. Torno in albergo, mi addormento ma dopo un po’ mi sveglio e in testa avevo il tema e le armonie di “Baci”. Non avevo con me un quaderno pentagrammato e allora mi sono auto inviato su Whatsapp sia la linea melodica sia la parte armonica. Poi il giorno dopo andando a teatro e lì seduto davanti al pianoforte del teatro ho provato subito il brano che avevo in testa. Mi resi conto così di aver partorito un piccolo capolavoro. Naturalmente, per me è un “capolavoro” perché come lei mi insegna “ogni scarafone è bello ‘a mamma soja” (Sorride N.d.A.). Comunque sia è un brano che al pubblico è piaciuto molto e devo aggiungere che è molto applaudico e ascoltato sulle piattaforme.
Maestro mi ha colpito molto la sua creatività, qualche giorno fa con uno scrittore riflettevo su capolavori tipo “Papillon” di Henry Charrière e “Se questo è un uomo” di Primo Levi, notoriamente definiti scritture di “pancia”, lei come compositore come si definirebbe?
Certamente di pancia. Sono un compositore di pancia. Quando io mi siedo davanti al pianoforte la testa non esiste, sono le mie mani che cercano le note, che compongono una melodia, un’armonia e ogni volta che mentre suono mi accorgo che il cuore sta cominciando a battere forte, allora capisco che sta nascendoqualcosa di importante dalle mie mani. Dal cuore in poi comincia il cosiddetto lavoro cerebrale. Ma il primo input nasce sempre dall’intuito, dall’istinto.
Mi tolga una curiosità, a questo punto della sua carriera, le è mai venuto in mente di pensare a insegnare la musica? So che è padre, passare dunque il testimone?
Le rispondo: Nì. In questo momento della mia carriera inseguo ancora un sogno, quello di vincere un Oscar. Non so se mai vi riuscirò, ma come ho raccontato anche durante lo spettacolo per me i sogni sono importanti e bisogna sempre lottare per realizzarli. Probabilmente quando avrò realizzato questo sogno, mi fermerò e magari in quel momento dirò a me stesso, beh adesso posso provare anche a insegnare la musica.
Progetti futuri?
Ho un tour con sessanta date che però stanno aumentando. Debutterò a breve alla Carnegie Hall di New York. Un debutto che mi emoziona tantissimo. Anche questo concerto newyorchese per me rappresenta un grande punto d’arrivo e nello stesso tempo di partenza. Tutti i concerti per me rappresentano sempre anche un momento di crescita ulteriore artistica e umana.
Ultima domanda, mi ha colpito il suo sogno, fingiamo lei sia sul palco degli Academy Award nel prestigioso Dolby Theatre, l’Oscar che stringe tra le mani a chi lo dedica?
A mio padre. Alla mia famiglia. Tutta la mia vita ruota intorno alla mia famiglia. Guardi, anche adesso che stiamo fingendo, mi trema la voce. La mia famiglia è la mia ricchezza.
Ha mai composto qualcosa per suo padre?
Mio padre è in tutte le mie opere. In tutte le mie musiche c’è mio padre, c’è mia madre, c’è mia moglie, ci sono i miei figli: in ogni nota.
Grazie
a cura di Luigi De Rosa
Maurizio Mastrini, pianista e compositore