Traforo di Varano: presentata interrogazione al parlamento dall’onorevole Gaetano Amato

1 luglio 2023 | 09:15
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Traforo di Varano: presentata interrogazione al parlamento dall’onorevole Gaetano Amato

La sentenza del TAR della Campania del 23/6/2023 riguardante il ricorso proposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dall’Agenzia del Demanio, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Parco Archeologico di Pompei avverso la società campana Eav fa tine sempre banco a Castellammare di Stabia. I partiti, i commercianti e molti cittadini si chiedono perchè dopo la bocciatura da parte del Tar del decreto d’urgenza emesso dall’EAV il 12 novembre 2019 per effettuare un’occupazione d’urgenza della zona dove dovevano iniziare gli scavi per il realizzare il traforo sotto la collina di Varano a Castellammare di Stabia, i lavori per la realizzazione del secondo binario continuano ancora. Molti si chiedono se quel decreto era illegittimo per i lavori continuano? Ed allora, vista che anche dopo la sentenza del TAR l’EAV va avanti con i lavori, il parlamentare della zona, onorevole Gaetano Amato ha deciso di presentare al parlamento un’interrogazione a risposta scritta indirizzata Al Ministro della Cultura. Ecco il testo pubblicato sulla sua pagina facebook.
In data 23/06/2023 il TAR della Campania, relativamente ad un ricorso proposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dall’Agenzia del Demanio, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Parco Archeologico di Pompei avverso la società campana Eav e il Consorzio Ferroviario San Giorgio-Volla Due, ha pronunciato una sentenza avente ad oggetto un decreto di occupazione d’urgenza emesso da Eav in data 12 novembre 2019.
In particolare, Eav aveva effettuato un’occupazione d’urgenza di alcuni siti per l’esecuzione dei lavori di completamento del raddoppio della linea ferroviaria Torre Annunziata-Castellammare e del raddoppio della tratta Via Cosenza-Castellammare Centro.
Tuttavia, atteso che negli anni sia lo Stato che il Parco Archeologico di Pompei hanno acquisito coattivamente numerosi terreni ubicati sulla collina di Varano al fine di eseguire indagini archeologiche volte a valorizzare l’intera area, Eav ha espropriato alcune aree demaniali in uso al Parco e al Ministero della Cultura senza che sia stato previamente oggetto di un provvedimento di sdemanializzazione. Si puntualizza che ai sensi del Dlgs n. 42/2004 i beni del demanio culturale non possono essere alienati né formare oggetto di diritti a favore di terzi e che ai sensi del D.P.R. 327/2001 i beni appartenenti al demanio pubblico non possono essere espropriati fino a quando non ne viene ronunciata la sdemanializzazione. Pertanto, il TAR ha accolto il ricorso dei proponenti, avverso Eav e il suddetto Consorzio (concessionario dell’indicata opera pubblica) col conseguente annullamento degli atti impugnati, limitatamente alle particelle non oggetto del provvedimento di annullamento in autotutela del decreto di occupazione. Più specificamente, il TAR ha dedotto vizi di violazione di legge ed eccesso di potere sotto il profilo
della carenza di motivazione, dell’irragionevolezza e dell’ingiustizia manifesta per violazione degli articoli: 7 di cui alla legge n. 241/90, 16 di cui al D.P.R. n. 327 del 2001 e dell’articolo 11 di cui al D.P.R. n. 327 del 2001, in quanto ai ricorrenti non è stato comunicato alcun avvio del procedimento d’occupazione d’urgenza, né di quello espropriativo, in chiara violazione delle regole di partecipazione procedimentale. In data 28 giugno 2023, Eav con un comunicato stampa dichiara che “la sentenza del TAR ha annullato, limitatamente alle particelle in oggetto, i provvedimenti impugnati. La sentenza non alcun impatto sulle altre aree oggetto dei citati provvedimenti e i lavori possono legittimamente proseguire senza alcuna interruzione.
Ciò premesso, si chiede di sapere:
Se al fine di tutelare e valorizzare le aree interessate dai lavori di Eav, il Ministro in indirizzo condivida l’opportunità di chiedere il sequestro cautelativo del cantiere, al fine di acquisire le ulteriori particelle non demanializzate, rendendole così non espropriabili e se condivide l’opportunità di inviare degli ispettori nei cantieri che insistono sulle particelle non demaniali al fine di verificare se sussistono delle irregolarità. Se, atteso che il Ministero della Cultura avrebbe potuto perseguire un lavoro di valorizzazione del patrimonio storico-culturale delle aree interessate dall’esproprio illegittimo, condivide l’opportunità di rivalersi contro Eav per danno emergente e lucro cessante”.