A Sorrento, incontrarsi in villa con Serena Brancale, cantautrice fuori dal comune
Il «Festival dello Spettacolo – Città di Sorrento 2023», manifestazione in pieno svolgimento a Villa Fiorentino, organizzata nell’ambito del progetto «Incontriamoci in Villa», rassegna prodotta dalla «Suoni&Scene» diretta da Bruno Tabacchini in collaborazione con l’associazione «ProCulTur» e promossa dalla «Fondazione Sorrento» coordinata dal direttore artistico Antonino Giammarino e realizzata con il sostegno del sindaco del Comune di Sorrento, Massimo Coppola, ieri ha vissuto una coinvolgente serata musicale grazie all’estro e al talento di una giovane cantautrice Serena Brancale. L’artista, che debuttò a 14 anni nel film “Mio cognato” di Alessandro Piva, elimina subito la quarta parete, entra in scena dalla platea e vi tornerà per altre performance, Serena è di quegli artisti che cantano per qualcuno sempre mai per sé stessi, Umberto Eco amava dire che un vero artista per sé fa solo la lista della spesa. Serena Brancale lancia anche un altro messaggio fuori dagli schemi canta in pugliese, ci saranno canzoni in inglese, Quincy Jones adora la Brancale, così come canzoni in italiano e napoletano: Je so accussì (Isola degli Artisti) il suo nuovo album, ha tra le nove tracce più di un omaggio a Pino Daniele, ma è in quelle i utilizzate in molte parole che iniziano per vocale, la s pronunciata come z, le vocali finali pronunciate chiuse e talvolta troncate, ma soprattutto nella vocale indistinta scevà Ə che avvertiamo tutto l’orgoglio di questa donna per la sua terra. “Ji notte e gghjurne vaje secutanne/parole. A une a une/i cape e i accragne/peje nu macerare che na macere adda reje bella tese quatre e squatre/pe mantenè dda poca terre/che fa campà, ché pe gghjesse/campàme…” di Vincenzo Luciani (Ischetella, 1946) (Io notte e giorno inseguo / parole. Ad una ad una / le scelgo e leaccatasto / come un maceraro che una macera / deve ordinare dritta esquadrata / per sostenere quella poca terra / che fa campare / ché per essa/ campiamo…)*. Serena Brancale ha presentato sul palco di Villa Fiorentino, uno spettacolo originale che a dispetto del titolo, di “Pessime intenzioni” non aveva nulla, anzi alla fine se l’intenzione reale era quella di emozionare: c’è riuscita benissimo. Dotata di una voce scura straordinaria suona il pianoforte, la loop station e la batteria elettronica divinamente. In questo nuovo progetto nu-soul, attraversa funk, jazz e R’n’B senza mai dimenticare i moderni suoni dell’elettronica, riesce a “manipolare” con grande disinvoltura i diversi generi, attraverso le sue inedite composizioni con l’ausilio di tre compagni di viaggio che hanno dimostrato lo stesso talento tutti polistrumentisti e cantanti Giordana Petralia aka Nausica, arpista, Matteo Spanu e Marco Bottoni. Quella che segue è la breve intervista che mi ha gentilmente concesso.
Con Serena Brancale ci accomodiamo all’ingresso di Villa Fiorentino alle spalle ci lasciamo la mostra “Andy Warhol – Life, Pop & Rock”, quasi un segno di benvenuto per lei che ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Bari in grafica pubblicitaria e fumetto per poi conseguire invece la laurea al Conservatorio in jazz e tecnica di improvvisazione. La prima domanda è sul progetto che presenterà a Sorrento.
A Sorrento presento il concerto “Pessime intenzioni”, siamo al secondo debutto di un progetto nuovo, con me ho dei compagni di viaggio giovanissimi, Giordana Petralia aka Nausica, siciliana, arpista con una voce incredibile, Matteo Spanu in arte in arte Matthew Vane anche lui con una voce fuori dal comune, canta e suona il pianoforte con uno stile che mi ricorda Stevie Wonder, sentirai stasera, e Marco Bottoni supervisor della parte armonica, bassista, chitarrista. Sono tutti tre musicisti affamati di conoscenza e di musica con loro mi trovo benissimo perché il nostro rapporto artistico è caratterizzato da un continuo dare e avere di stimoli a sperimentare, imparare, arricchirsi reciprocamente di musica.
Mi racconti del tuo rapporto con Pino Daniele
Fu mio padre a farmi scoprire la musica di Pino Daniele, aveva le musicassette dei suoi album in auto. Mi colpirono subito canzoni come “A me me piace ‘o blues”, “Bella ‘mbriana” e “Viento ‘e terra”. Col tempo continuando ad ascoltarne le canzoni, soprattutto quelle in napoletano, presi coraggio, nel senso che mi convinsi che era giusto visto che l’avvertivo come una mia esigenza di cantare in dialetto, in pugliese. Ascoltavo Pino, ammiravo il suo soul in napoletano, e pian piano provai anche io a scrivere soul in pugliese.
Come si definirebbe come cantante, so che è brutto etichettare un artista, ma si riconoscerebbe nella definizione di cantante jazz?
No, mi creda, con molta umiltà, lo trovo limitante. Ho studiato il jazz al conservatorio, adoro il jazz. Ascoltavo da bambina con passione le canzoni di Aretha Franklin. Ma non mi definirei cantante jazz. Lo stesso Pino Daniele se ci pensa è jazz ma lei non lo definirebbe un cantante jazz.
Comprendo quello che mi vuole dire. Sa stavo pensando che spesso quando parlo di Pino Daniele con chi ne suona i pezzi c’è sempre chi mi dice, guardi che prima del jazz c’è il blues e prima del blues Johann Sebastian Bach.
Sì è così, vede io da bambina per cinque anni ho studiato il violino ho studiato Bach è quell’impostazione mi è rimasta dentro e nelle dita, così come a scuola ho frequentato il Liceo Classico, quegli anni sono stati la base di tutto. Sono d’accordo con lei quando mi cita Bach e quando mi cita il Blues, sono la base.
Mi parlava di suo padre, è figlia d’arte?
Mio padre mi faceva ascoltare la musica e in particolare Pino Daniele come le ho detto, ma era mia madre che aveva una scuola di musica ed era una cantante e attrice, io da lei ho imparato tanto.
Mi ha rammentato che lei ha debuttato a 14 anni nel film “Mio cognato” di Alessandro Piva, l’attrice è un mestiere che tenterà di nuovo?
Sa a me cantare riusciva facile, fare l’attrice già allor a 15 anni lo trovavo stressante, se penso ai provini, all’attesa, alla delusione quando ti bocciavano perché non andavi bene.
Un’ultima domanda, il suo sogno nel cassetto?
Realizzare un brano che racchiuda in sé tutti mondi e gli stili. Mi piacerebbe, mi stimola molto. Alla fine ci sto lavorando perché come tutti i sogni quello che conta e provare a realizzarli.
Ho ascoltato i brani che ha scritto, per quello che può contare la mia opinione, credo che sia sulla buona strada, incrocio le dita per lei.
Grazie
A cura di Luigi De Rosa
I prossimi 3 spettacoli in Villa Fiorentino Ingresso ore 20:30 inizio ore 21:30
18 agosto La NIÑA musica
19 agosto Riccardo Citro L’uomo dal fiore in bocca ingresso gratuito
20 agosto Vincenzo Comunale
*Tratta dahttps://poetidelparco.it/