Amalfi: stamattina l’atrio della Cattedrale ha ospitato “Scarp de’tenis”, il giornale degli invisibili
Stamattina, al termine della messa dedicata alle famiglie, il parroco, Don Antonio Porpora, ha dato la parola ad un volontario di “Scarp de’tenis”, un giornale, ma allo stesso tempo un progetto sociale. I protagonisti sono le persone senza dimora, senza un posto di lavoro, che sono stati vittime di situazioni di disagio o che soffrono forme di esclusione sociale.
Lo scopo del giornale è quello di riuscire, attraverso la vendita di copie con cadenza mensile, a dare loro un’occupazione e integrare il loro reddito, partendo però dall’aiutarli a riconquistare l’autostima e di un’effettiva dignità da cittadini, ne sostiene il cammino di rinascita personale attraverso una casa, un lavoro, un buono stato di salute, una capacità di risparmio, relazioni con la famiglia e il territorio.
C’è stata un’ottima risposta all’appello del volontario, le cui parole hanno commosso i presenti; l’uomo ha raccontato di sè; dopo aver perso il lavoro da garagista, si è ritrovato senza un luogo in cui dormire e trascorreva le giornate presso le sale d’attesa dell’ospedale Cardarelli, come moltissimi altri poveri. Ciò che lo ha maggiormente ferito era l’indifferenza delle persone, che mai si sono preoccupate di dargli un bicchiere d’acqua o un po’ di latte. La sua tenacia e il suo orgoglio gli hanno permesso di superare questi momenti difficili grazie all’aiuto dei collaboratori del giornale Scarp de’tenis.
Chi ha comprato il giornale ha destinato il costo di acquisto all’accompagnamento sociale delle persone senza dimora: ciascun venditore, regolarmente contrattualizzato, trattiene 1 euro dal prezzo di copertina per ogni copia di giornale venduta; l’editore si accolla inoltre gli oneri fiscali e contributivi.
Ciò che avanza serve a finanziare interventi di assistenza, cura e accompagnamento sociale.
Scarp de’ tenis è edito da cooperativa Oltre, soggetto editoriale promosso da Caritas Ambrosiana.
Attualmente fanno parte del progetto oltre 900 persone, per vendere o scrivere il giornale.
E’ stato definito il giornale degli invisibili, di cui racconta parabole di vita, problemi, povertà, marginalizzazione.