Bacoli, lo stabilimento balneare nega il bagno a una donna. Il sindaco Josi Della Ragione lo denuncia

Bacoli, lo stabilimento balneare nega il bagno a una donna. Il sindaco Josi Della Ragione lo denunciaÈ destinato a diventare un caso giudiziario oltre che a scatenare la polemica la vicenda dello stabilimento balneare della litoranea, che ha vietato ad una signora l’utilizzo del bagno in quanto proveniente dall’arenile libero. La vicenda è stata raccontata, e stigmatizzata dal sindaco Josi Gerardo Della Ragione. «Abbiamo provveduto a denunciare un lido balneare di Bacoli che si è rifiutato di far utilizzare i propri bagni ad una donna. Motivo? “Lei viene dalla spiaggia libera. E qui non può entrare”. Una roba allucinante, che infanga il buon nome della nostra città. E, peggio ancora, infanga molti altri concessionari di arenile che, invece, nella nostra città, rispettano le più basilari regole di civiltà. Intollerabile», prosegue il primo cittadino».
In base a quanto riferisce il sindaco «la donna ha potuto accedere ai servizi igienici del lido solo quando stava per sentirsi male. Una sorta di pietà. «Una sorta di regalo fatto al popolo, dal padrone di turno – afferma il sindaco -. Squallore puro. Cè ancora, purtroppo, chi crede che gestire un bene pubblico significhi diventarne proprietario. Nella diffida, abbiamo specificato che una nuova violazione dei più basilari diritti dei bagnanti sarà punita con la revoca della concessione demaniale. Immediatamente».
Dunque «una nuova battaglia, che segue quella avviata la scorsa estate contro chi, a Miliscola, vietava l’ingresso in spiaggia di omogeneizzati e bottiglie d’acqua. Come se si fosse in un club privato». Episodi denunciati lo scorso anno da alcuni bagnanti. «I proprietari della sabbia e del mare siamo tutti. Sono patrimonio della collettività. Senza cancelli, catene, recinzioni ribadisce il primo cittadino di Bacoli -. Senza abusi edilizi e assurdi divieti. Le attività commerciali in spiaggia sono esercizi pubblici. Ed i servizi igienici devono essere aperti a tutti. È uno dei requisiti essenziali. Tutti hanno diritto a fruirne conclude -. Ringrazio i cittadini che hanno denunciato questo fatto gravissimo. Difenderemo la nostra terra da chi pensa di esserne proprietario».
Lungo la litoranea di Miseno-Miliscola, che accoglie ogni giorno migliaia di bagnanti, sono distribuiti 15 lidi balneari, alcuni stabilimenti militari e tratti liberi. La vicenda intanto fa discutere. In rappresentanza degli operatori interviene l’avvocato Domenico Ciccarelli, presidente di Federbalneari Campania (che conta in regione 50 imprese) e di Alba Flegrea, associazione di categoria costituita per «tutelare gli interessi delle imprese del comparto turistico».
«Negli stabilimenti balneari i bagni non possono essere negati al cliente che paga, ma il concessionario non ha l’obbligo di consentire l’utilizzo dei servizi igienici a chiunque spiega l’avvocato Ciccarelli -. Così prevede la legge. La normativa di riferimento è il regolamento del Tulps, Testo Unico delle Leggi sulla Pubblica Sicurezza. Se ci si reca in un bar, ad esempio, per usufruire della toilette in genere si paga una consumazione. Il bagno del bar non è aperto a tutti. E a volte leggiamo il cartello “guasto”, senza indignarci più di tanto. Nello specifico, i Comuni hanno l’obbligo di attrezzare le spiagge libere con il servizio di salvataggio e quelli igienico-sanitari, garantendo la pulizia. L’arenile libero quindi è in capo al Comune. Purtroppo sarebbe in corso un gioco al massacro contro la categoria dei concessionari dei lidi, è quanto sta emergendo conclude il presidente di Alba Flegrea, Ciccarelli -. Con Federbalneari seguiamo circa 2mila imprese».

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