Braccialetto elettronico per stalking come funziona e perché avrebbe salvato Anna

Braccialetto elettronico per stalking come funziona e perché avrebbe salvato Anna.

Uccisa dall’ex, ieri l’ultimo saluto ad Anna nella chiesa di  San Renato Vescovo a Moiano.

Netta e sofferta l’omelia di don Maurizio Esposito durante la liturgia nella chiesa di San Renato Vescovo, a Moiano di Vico Equense: “Non abbiamo saputo o potuto difenderla. Ecco perché siamo tutti chiamati a sentirci più responsabili e a fare qualcosa. Perché nessuna violenza o litigio è un fatto privato. Alle autorità chiediamo che non accada più”.

I segnali precursori c’erano tutti. Che fosse in pericolo era ormai chiaro e, nonostante ciò, nulla è stato fatto per impedire a quell’uomo che la uccidesse”. Giovanni De Gennaro non è solo il legale della famiglia di Anna Scala, la 56enne uccisa a coltellate dall’ex compagno a Piano di Sorrento. È anche un parente e la sua rabbia, che sfoga mentre va ai funerali, porta a conclusioni nette e chiare: “Una misura cautelare, anche solo un braccialetto, avrebbe evitato questa tragedia”.

Il braccialetto elettronico, noto anche come cavigliera elettronica, è un dispositivo di sicurezza indossabile che permette alle autorità di monitorare la posizione e i movimenti di una persona in tempo reale. Viene utilizzato principalmente per controllare gli individui soggetti a misure cautelari o pene alternative alla detenzione, come nel caso degli stalker.

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Nel contesto dello stalking, il braccialetto elettronico può essere utilizzato come misura preventiva per proteggere le vittime e garantire il rispetto dei divieti di avvicinamento imposti dall’autorità giudiziaria. Funziona in modo simile a un sistema di tracciamento GPS, consentendo alle forze dell’ordine di sapere dove si trova l’individuo monitorato in ogni momento.

Si tratta di un dispositivo previsto non solo per gli stalker e messo a disposizione del nostro sistema giudiziario con la legge numero 15 del 16 aprile 2015 che all’articolo 3 dispone:

“La custodia cautelare in carcere può essere disposta solo quando le altre misure cautelari coercitive e interdittive anche se comminate cumulativamente sono insufficienti.”

Scopo della norma era quello di ridurre i casi in cui fosse necessario ricorrere al carcere, sia per una questione di sovraffollamento, sia considerando che spesso per i reati meno gravi questo tipo di pena non ha gli effetti rieducativi che le sono attribuiti anche dalla Costituzione. Allo stesso modo doveva continuare ad essere garantito il controllo su dei soggetti comunque colpevoli di qualcosa, per evitare anche che reiterassero i comportante precedenti e per tutelare le vittime.

Ecco come funziona tipicamente il braccialetto elettronico per stalking:

  1. Applicazione: Il dispositivo, che di solito si indossa alla caviglia, viene applicato all’individuo soggetto alla misura di controllo. Può essere indossato sotto gli indumenti per garantire la discrezione.
  2. Monitoraggio GPS: Il braccialetto è dotato di un sistema di tracciamento GPS che rileva la posizione dell’individuo in tempo reale. Questi dati vengono inviati a un centro di monitoraggio, solitamente gestito dalle forze dell’ordine o da un’agenzia di sicurezza designata.
  3. Perimetri di Sicurezza: È possibile stabilire perimetri virtuali, noti come “zone di divieto”, che l’individuo non può oltrepassare. Se l’individuo si avvicina a una di queste zone, il sistema invierà un avviso automatico alle autorità competenti.
  4. Allarmi e Notifiche: Il sistema è configurato per rilevare situazioni di emergenza, come tentativi di rimuovere o danneggiare il braccialetto. In caso di problemi, viene inviato un allarme immediato alle forze dell’ordine per intervenire.
  5. Controllo delle Attività: Oltre al monitoraggio della posizione, il braccialetto elettronico può essere utilizzato per tenere traccia delle attività quotidiane dell’individuo. Questo può includere l’orario in cui esce di casa o eventuali movimenti sospetti.

L’obiettivo principale del braccialetto elettronico per stalking è quello di garantire la sicurezza della vittima impedendo all’aggressore di avvicinarsi o minacciare ulteriormente. Tuttavia, è importante notare che il sistema ha i suoi limiti e potrebbe richiedere un certo tempo per le forze dell’ordine per rispondere agli avvisi di allarme.

Questa misura è stata introdotta in alcuni contesti legali come alternativa alla detenzione in carcere, offrendo all’individuo la possibilità di scontare la pena nel proprio ambiente, ma sotto stretto controllo. Tuttavia ci possono essere limitazioni nell’effettiva attuazione del braccialetto elettronico a causa del numero limitato di dispositivi disponibili e dei costi associati alla loro implementazione.

Un altro aspetto per cui “la legge è fatta male” è il necessario consenso da parte dell’aggressore all’utilizzo. Bisognerebbe fare come per gli arresti domiciliari, in caso di rifiuto si valuta il carcere. Sono più svariate le scuse per non usare il braccialetto: “soffro di allergie”, “ho il pacemaker”, “rischio la vita”. Il rifiuto deve essere un indice di pericolosità, e bisogna quindi chiedere una misura più grave. A questo si aggiunge la valutazione della distanza. La legge deve imporre una distanza minima, da 500 a 1000 metri, una distanza che sia utile ad una pattuglia di intervenire.

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