Capri e Sorrento , residenti senza casa «È sold out anche per noi»
Capri scoppia, non c’è un posto letto neanche a pagarlo oro o quanto lo pagano frotte di turisti americani di fatto padroni dell’isola pronti a tirar fuori qualunque cifra pur di fare le vacanze lì il caso è stato sollevato con un bell’articolo di Maria Chiara Aulisio Anna Maria Boniello sul Il Mattino di Napoli, il primo quotidiano della Campania, ma vale anche per Sorrento, Amalfi, Positano, Ravello, ma anche addirittura Agerola, oramai tutta la Costiera amalfitana e Penisola Sorrentina è satura . Non c’è più un posto letto sul serio e non si trova una casa che sia una. E il problema è talmente serio che ora cominciano ad avvertirlo sulla propria pelle anche i capresi al punto che molte coppie di giovani sposi hanno adottato giocoforza il pendolarismo al contrario: vivono a Napoli e lavorano a Capri. Il punto è sempre lo stesso: chiunque disponga anche di pochissimi metri quadrati li trasforma in b&b o casa vacanza guadagnando il quadruplo, se non di più, di quello che otterrebbe affittando diversamente.
L’INTERVENTO
La questione stamattina sarà portata all’attenzione del Consiglio comunale grazie a una delibera di indirizzo di Enrico Romano, solerte consigliere di maggioranza con delega all’Urbanistica, intenzionato a chiedere con forza un cambio di rotta: «Se non possiamo fermare gli affitti indiscriminati facciamo in modo che almeno siano in regola. Non è ammissibile che un’abitazione autorizzata ad accogliere quattro persone poi ne ospiti otto o dieci. O che una villa dove si è aggiunta una mega piscina resti accatastata sempre allo stesso modo». La questione riguarda infatti tutto il territorio isolano. E questa è la ragione che ha convinto il consigliere Romano a coinvolgere l’intero Consiglio comunale: «Il sovraffollamento su un’isola piccola come questa comporta disagi enormi. Uno su tutti: la spazzatura. I netturbini sono il numero giusto per far fronte a un carico di rifiuti ben preciso, se quel carico raddoppia è chiaro che non potranno mai farcela a tenere l’isola pulita. Stesso discorso vale per l’impianto fognario e per il traffico: decine di motorini, e di pulmini, girano in maniera incontrollata trasportando merci e persone: chi dispone dell’autorizzazione per farne circolare uno troppo spesso ne fa circolare quattro mentre Capri muore di traffico, caos e disordine».
D’altronde i dati parlano chiaro: nel 2016 le strutture extraricettive – e cioè bed and breakfast e case vacanze – erano 111 per un totale di 301 camere e 615 posti letto. Nel 2022 il numero delle stesse strutture è salito a 484. Da qui la necessità – spiega il consigliere – di mettere un po’ d’ordine nel costosissimo mondo dell’ospitalità: «Il problema ora è anche sociale, si sta svuotando una comunità, senza contare i danni dal punto di vista urbanistico. Ne discuteremo in Consiglio, bisogna fare qualcosa e anche subito».
LA DELIBERA
La delibera di indirizzo ai settori Edilizia privata, Anagrafe e Polizia municipale ha come scopo proprio questo: monitorare il fenomeno e verificare in maniera capillare il rispetto delle regole da parte di chi gestisce le strutture: «Vanno prima di tutto controllati i certificati, è necessario che siano effettivi: basta con la pratica dei finti residenti solo per godere di benefit e agevolazioni. Stesse verifiche sull’identità dei titolari delle singole attività, c’è bisogno di più trasparenza. Poi toccherà all’ufficio Edilizia privata stabilire se la categoria catastale è conforme a quella di legge». E si torna a parlare di prezzi pazzeschi. «Qui pagano ville anche 120mila euro al mese, che follia – spiega il consigliere Romano – i proprietari vanno in Costa Smeralda a fare le vacanze e nelle loro residenze capresi ci piazzano turisti milionari. Nessun illecito, sia ben chiaro, purché vengano rispettate le regole e si paghi ciò che si deve al Comune per una gestione legale di queste attività».
D’altronde Capri è un’isola assai piccola, con una superficie di circa dieci chilometri quadrati e un piano regolatore che vieta anche solo di ipotizzare una camera in più ovunque sia. Gli alberghi, per dirne una, il massimo che possono fare è una rinfrescata alle pareti dell’hotel quando serve. «Qui non siamo in Costiera. Capri non è Positano e non è Amalfi, non ha dintorni dove spostarsi in caso di necessità: se scatta il tutto pieno devi solo andare altrove». Ecco perché c’è chi suo malgrado ha scelto di fare il pendolare: «Il pendolare al contrario – aggiunge Romano – conosco diverse persone, soprattutto giovani, che hanno trovato casa nella zona del porto di Napoli. Credetemi: non avevano alternative. Ogni mattina si imbarcano e vengono a lavorare a Capri, a fine giornata riprendono l’aliscafo e tornano a Napoli. Una gran fatica ma almeno hanno un tetto sulla testa».