Castellammare di Stabia: igiene urbana, le riflessioni sull’appalto da parte dei D.P. e S.I.
Nei giorni scorsi, per la precisione il 23 ultimo scorso, il quotidiano Metropolis ha titolato “Posti di lavori in mano ai clan. Liste di dipendenti assunti dalle ditte acquisite dall’Antimafia: fari sulle parentele scomode”. Da qui l’esigenza da parte dei Democratici e Progressisti e Sinistra Italiana di esternare alcune riflessioni in merito. Senza fare commenti di seguito riportiamo integralmente il loro comunicato stampa.
Dopo la notizia riportata dal quotidiano ”Metropolis” in data 23 agosto dal titolo:“Posti di lavori in mano ai clan”. Liste di dipendenti assunti dalle ditte acquisite dall’Antimafia: fari sulle parentele scomode. Come Democratici e Progressisti e Sinistra Italiana pensiamo, che alcune, riflessioni e qualche domanda allo stesso DEC sull’appaltone dell’Igiene Urbana si rendano necessarie.
Sulle notizie riportate di verifiche in corso, non possiamo che esprimere rispetto e fiducia per il lavoro che la Magistratura, le forze dell’Ordine e la Commissione Straordinaria stanno portando avanti. È giusto, invece, provare a capire se il servizio dell’igiene urbana, per quello che costa agli stabiesi, funzioni bene o meno. Esiste a Castellammare l’appalto degli appalti, cioè un grosso appalto per non dire un “appaltone” ! È quello per l’igiene urbana, 52.908.748 mln di euro compresi gli oneri di smaltimento (+5.290.874mln per iva), per i 5 anni di validità del contratto. Calcolando anche i precedenti 5 anni arriviamo a oltre 100 mln di €, da qui il termine “appaltone”.
Come ha funzionato nei 5 anni dal 217 al 2022? Non bene, senza elencare tutte le carenze, basta da solo il dato della raccolta differenziata per confermare che il servizio ha evidenziato insufficienze serie. Siamo al 51% mentre nel contratto l’obiettivo fissato era il 75%. Il mancato rispetto degli obblighi assunti dall’operatore, è un’inadempienza grave, che, peraltro non consente di abbattere i costi per lo smaltimento dell’umido che i cittadini pagano.
Come sia potuto accadere che il Comune negli anni, nonostante, una chiara relazione svolta dall’assessore al ramo in Consiglio Comunale e il lavoro della commissione consiliare istituita ad hoc sui rifiuti-non abbia esercitato nessun controllo, fa emergere il sospetto che qualcosa non abbia funzionato correttamente. Il tema della gestione dell’appalto per il servizio d’igiene urbana è molto delicato, infatti, nella relazione di 50 pagine del 7.1.22.del Prefetto di Napoli, pubblicata in G.U. il 13 .03.22 avente ad Oggetto: Comune di Castellammare di Stabia . Relazione sell’esito degli accertamenti ispettivi volti a verificare la sussistenza per l’adozione del provvedimento di cui all’art.143 del
decreto legislativo N267/2000 – ben 9 pagine sono dedicate all’appalto assegnato nel 2017,e concluse con queste considerazioni: “In definitiva, l’Organo Ispettivo ha ritenuto che le gravi irregolarità fiscali, l’attuale pendenza di procedimenti penali e le condotte illecite tenute dai soci e dagli amministratori ( riferite ad un ambito attinente con il servizio oggetto di gara) possono essere apprezzati come indizio di inaffidabilità e non integrità dell’operatore
economico, tali essendo le condotte tenute, caratterizzate dalla presenza di omissioni, mancanza o scorrettezze nell’adempimento dei doveri nascenti dagli impegni della propria attività economica, che possono adeguatamente portare a qualificare l’operatore come non affidabile.” Castellammare con lo scioglimento ha ricevuto un brutto colpo, non possiamo sottovalutare questo passaggio difficile, e dobbiamo impegnarci a dare tutti un
contributo per cambiare passo. Sarà un lavoro lungo, che andrà oltre la durata della stessa Commissione Straordinaria. La Commissione d’Accesso ha svolto il compito che la legge le assegna, non abbiamo tutti gli elementi per affermare se tutto quanto evidenziato nella relazione corrisponda al vero, per il momento ha retto all’esame del Tar. Spetta anche alla Commissione Straordinaria, come sta già accadendo con il lavoro importante in corso, ripristinare un corretto funzionamento della vita del Comune, ed eliminare le zone d’ombra. Con questa convinzione che il lavoro in atto sia utile e serva alla città, ci permettiamo anche di chiedere una riflessione su alcune scelte compiute con il bando di gara per l’igiene urbana, e di rivolgere alcune domande al Dec Per un appalto così delicato, in un settore così esposto, con le valutazioni riportate dal Prefetto, forse non andavano fatti anche più tentativi per favorire un’adeguata partecipazione e concorrenza? Era contemplato nel bando che si potesse procedere anche nel caso vi fosse stato un solo partecipante? Lo abbiamo letto, la consideriamo, però, una sottovalutazione, che fa percepire che nei fatti concreti niente sia cambiato. Ancora oggi bisogna rilevare, per fare un esempio, che anche la sede utilizzata dal “nuovo operatore” è sempre quella vecchia e disagiata di Sant’Antonio Abate, dell’operatore “uscente “