Commercianti, taxi, balneari, pescatori. La destra nelle mani delle lobby

11 agosto 2023 | 12:56
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Commercianti, taxi, balneari, pescatori. La destra nelle mani delle lobby

Le ha fomentate, accolte e gridato in loro difesa in campagna elettorale. E adesso a loro in fondo dà conto. Nei primi mesi di governo con atti concreti, o con slogan, ha continuato in questa strategia con un unico obiettivo: il consenso di alcune corporazioni che da anni bloccano qualsiasi modernizzazione del Paese e vivono di privilegi e rendite. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni che lancia in resta va contro le banche, su altri settori dell’economia è più che cauta.

I tassisti

Sui taxi, blocco sul quale da sempre qualsiasi governo va a sbattere, l’ultimo Consiglio dei ministri ha partorito una norma “topolino”: il tutto di fronte alle storie e alle immagini delle file chilometriche all’uscita di stazioni e aeroporti per i taxi introvabili. I numeri sono chiari: a Roma c’è un’auto bianca ogni 363 abitanti, a Parigi ce n’è una ogni 120. Il Cdm si è limitato a prevedere la possibilità nei Comuni di nuove licenze, ma solo per chi ne ha già una e che potrà utilizzare quella aggiuntiva come vuole, noleggiandola anche a terzi. Nei Comuni capoluogo e sede di aeroporti si potranno mettere a gara nuove licenze fino a un massimo del 20% in più: ma chi parteciperà al bando dovrà avere auto elettriche e di ultima generazione. Norme che non scalfiscono un blocco che detta legge ed è difeso da Fratelli d’Italia in tutti i territori, a partire da Roma dove i meloniani stanno raccogliendo firme contro la nuova Ztl che prevede anche per i tassisti l’obbligo di auto meno inquinanti per circolare. Ma almeno in questo caso nessun ministro ha interessi diretti nel settore.
I balneari

Come invece accade per la lobby dei balneari, autorevolmente rappresentata dalla responsabile del Turismo ed “ex” socia dello stabilimento Twiga Daniela Santanchè: “ex” perché ha ceduto le quote al compagno Dimitri Kunz e all’amico di sempre Flavio Briatore. Chi sta seguendo il dossier sulle concessioni balneari che per una direttiva europea devono essere messa a gara? Ma il ministero del Turismo, chiaramente. La strategia del governo è quella di prendere tempo, con l’ennesima mappatura dello stato dall’arte. E poi provare a bandire una gara, dando però tanto vantaggio a chi ha già le concessioni da rendere impossibile che “terzi” possano entrare in questo business redditizio, a fronte di canoni irrisori. A proposito: il Twiga paga allo Stato circa 23 mila euro all’anno, a fronte di un fatturato di 8 milioni. Si parla al governo almeno di un possibile aumento dei canoni? No.
Agricoltori e pescatori

Altra lobby che conta e che ha una forte influenza sul governo della destra è quella delle associazioni di categoria degli agricoltori: a partire dalla più potente, Coldiretti. Il ministro e cognato d’Italia Francesco Lollobrigida ha imposto lo stop alla ricerca sulla carne in laboratorio. Chi chiedeva questa norma? Coldiretti, naturalmente. Poi il governo ha detto no al salario minimo, ha tolto il Reddito di cittadinanza a una fascia ampia di disoccupati e aumentato il decreto flussi per lavoro stagionale. Chi invocava insieme queste tre norme? Le associazioni di categoria dei padroncini dei campi. Lollobrigida ultimamente ha promesso anche una “battaglia in Europa” a difesa della pesca: anche di quella a strascico, che distrugge i fondali e non rispetta l’ecosistema. La ragione ufficiale è che “i paesi dell’Africa del Nord la usano nel Mediterraneo”: con questa scusa il governo chiede a Bruxelles di tornare a venti anni fa anche in Italia.
Negozianti e ristoratori

Poi ci sono le lobby che il governo accarezza con messaggi più che confortanti: a partire da quella dei commercianti legati soprattutto al mondo di Confcommercio. Appena insediatosi il governo Meloni aveva annunciato lo stop al tetto del contante, poi rimasto a 5 mila euro ma che secondo le indicazioni del governo Draghi doveva essere ridotto a mille euro. Poi la presidente Meloni una sera da Catania ha aggiunto: “La lotta all’evasione si fa alle grandi compagnie, non ai piccoli commercianti a quali chiedi il pizzo di Stato”. Giù applausi.

E a proposito di lobby care al governo Meloni: sui benzinai, e la loro resistenza alla trasparenza, stava cadendo il ministro Adolfo Urso, reo di aver assicurato alla premier che le associazioni di categoria non avrebbero scioperato, mentre poi l’hanno fatto. Apriti cielo. Il governo è corso ai ripari ed è saltata fuori la norma sui prezzi medi da affiggere davanti ai distributori, norma che ha aumentato i prezzi a danno dei consumatori. Cioè dei cittadini, vittime delle lobby accarezzate da Palazzo Chigi.