Cronaca di Fuoco: non c’è due senza tre, da Conca dei Marini, passando per Amalfi, domenica è stato il turno di Maiori a Capo d’Orso.
Il primo incendio della stagione estiva 2023 in Costiera Amalfitana è divampato in piena notte a Conca dei Marini, dove le fiamme hanno invaso la vegetazione in località Vetrina.
Il secondo è stato quello sulle colline di Amalfi, tra la Valle dei Mulini ed il versante di Pogerola, che ha richiesto molte ore per le operazioni di spegnimento.
Non c’è due senza tre, e domenica scorsa, è stata una giornata di caldo ed anche di fuoco, perché nel pomeriggio, nella pineta alle porte di Maiori, nella punta estrema della roccia di Capo d’Orso, sono esplose improvvisamente le fiamme.
Il rogo partito dalla vegetazione lungo la roccia che costeggia la statale amalfitana 163, ha reso necessario anche regolare la circolazione a sensi di marcia alternati, nonché l’intervento di due elicotteri del servizio regionale antincendio.
Le fiamme, oltre ad aver avvolto un traliccio dell’alta tensione, hanno interessato uno dei punti tra i più suggestivi e rigogliosi della costa, la cui caratteristica è proprio la rigogliosa macchia mediterranea ed i suoi maestosi pini.
Che questi incendi siano di natura dolosa, non c’è alcun dubbio, nonostante che tale fenomeno sia più che noto a tutti, dato che ogni estate si assiste immancabilmente a tremendi roghi.
Eppure nessuno dei tredici sindaci, si attiva per organizzare un’adeguata azione di difesa del territorio, investendo risorse mirate, in sinergia tra tutte le amministrazioni, come ci si aspetterebbe trattandosi di luoghi Unesco, di particolare pregio ambientale e che dovrebbero essere oggetto di rigorosa tutela.
Un efficiente sistema di droni con sorveglianza diretta in tempo reale andrebbe ragionevolmente sperimentato, per verificare i meccanismi alla base di questi gravi fenomeni che attentano all’ambiente ed alla sicurezza di territori e cittadini.
Non può essere un caso che questi incendi divampino quasi sempre nelle medesime aree, spesso approfittando dello svolgersi di altri precisi eventi distraenti, e sempre in presenza di venti favorevoli.
L’assetto naturalistico della Costiera Amalfitana, soprattutto negli ultimi anni, sta subendo gravi effetti di dissesto idrogeologico, favoriti anche dall’indebolimento del suolo in seguito agli incendi, e malgrado ci siano discrete risorse economiche disponibili, non vengono ancora per nulla utilizzate ai fini della prevenzione di questi atti di vero e proprio “terrorismo ambientale”.