Giudice poeta lo zio del Rapper Anastasio sotto accusa per sentenze non scritte, ma ci vuole umanità

Giudice poeta lo zio del Rapper Anastasio sotto accusa per sentenze non scritte, ma ci vuole umanità  .  E’ andato sotto i riflettori dei media, che ne hanno anche sbagliato il paese di origine, non è di Piano di Sorrento ma di Meta, ed ha una grande tradizione nel mondo giuridico, il padre principe del foro, lui stesso studi brillanti e come ben sappiamo non è facile superare l’esame in magistratura . Facile puntare il dito  ma ci vuole anche umanità ma spesso in certi ambienti non c’è. Ecco cosa scrive Rai news che ha ripreso anche l’audio intervista di Radio Radicale 

Sognava di fare il poeta, ma per assecondare il padre ha scelto la carriera in magistratura. Quella di Ernesto Anastasio, giudice del Tribunale di sorveglianza di Perugia, sarebbe una storia come tante di chi si trova a fare un lavoro diverso da quello che aveva sperato. Se non fosse che al magistrato campano, da due anni in Umbria, la toga va proprio stretta. E così, sulla sua scrivania si accumulano montagne di provvedimenti mai depositati. Una situazione che, nel settembre del 2022, ha costretto la Camera penale di Perugia a deliberare lo stato di agitazione. A protestare contro l’inerzia del ‘magistrato poeta’ sono stati anche i detenuti, che hanno visto per mesi cadere nel vuoto le proprie richieste. Con ripercussioni inevitabili sull’umore e sulla gestione della popolazione carceraria.

Il caso ora è all’esame della sezione disciplinare del Csm (l’organo di autogoverno dei magistrati), che a giugno ha ascoltato Anastasio, peraltro già finito in passato sotto la lente dello stesso Csm per comportamenti analoghi. Il diretto interessato ha dichiarato alla sezione disciplinare di trovarsi bene al Tribunale di sorveglianza di Perugia e di voler completare i quattro anni previsti dall’incarico, ma il sogno nel cassetto resta sempre la poesia. La decisione è attesa per novembre: in ballo c’è un possibile provvedimento disciplinare.

La vicenda è stata affrontata in maniera molto semplicistica e superficiale . Intanto siamo in una fase accusatoria, rispetto alla quale il magistrato proporrà ricorso e come riporta Casertanews ha anche spiegato la sua situazione

“Io vivo questa situazione di dissidio interiore – ha detto – Non l’ho voluta palesare nei precedenti procedimenti disciplinari in quanto mi illudevo di poterla superare con le mie forze. Non credo che morirò magistrato”. Oggi “so che sto facendo il magistrato di sorveglianza a Perugia e gli stessi avvocati che in un primo momento mormoravano per qualche giorno di ritardo sulle decisioni hanno cominciato a difendermi”. Sicuramente “non è giusto che un giudice combini tutto questo macello di provvedimenti non depositati – ha dichiarato ancora – fare il magistrato di sorveglianza mi piace e vorrei portare a termine il quadriennio”.
Anastasio poi lancia anche accuse: “Nonostante avessi chiesto di essere assegnato a funzioni penali — ha urlato davanti al Csm — sono stato schiantato sul ruolo più incommentabile e inqualificabile del Civile di Santa Maria Capua Vetere. Non è vero che vanno separate le carriere di giudici e pm, ma quelle tra Civile e Penale. Ma questa è una verità della quale non si vuole nemmeno sentir parlare”, ha concluso.

 

Riportiamo la notizia in quanto testata locale della Penisola Sorrentina e Costiera amalfitana, ma parliamo di persona che è innanzitutto un essere umano

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