Il Cinquetto, dal San Carlo passando per i “Soliti Ignoti” (RAI UNO) ospiti di Sorrento Classica 2023 foto

 

Sorrento (NA) Ieri sera ospite della Sedicesima edizione di Sorrento Classica Festival, rassegna promossa dal Comune di Sorrento e dalla S.C.S. Società dei Concerti di Sorrento, un ensemble sui generis, Il Cinquetto, protagonista dello spettacolo “Burlesque, Satira e Parodie della Musica Classica”. Il Cinquetto è un celebre e insolito ensemble d’archi, unico per formazione, genere e programma, composto da cinque professori d’orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, il teatro dell’Opera più antico d’Europa: Giuseppe Carotenuto (violino), Angelo Casoria (violino), Salvatore Lombardo (violino), Nicola Marino (violino) e Gianni Stocco (contrabbasso).  I cinque artisti sono attivi nel campo della musica classica, da camera, sinfonica e operistica, legati da una complicità musicale “fuori dagli schemi”. L’idea de Il Cinquetto nasce dal gioco e dall’affiatamento dei suoi membri che, durante le prove e dietro le quinte del teatro più antico d’Europa, si ritrovano insieme per riprendere i temi musicali delle composizioni in programmazione e “rivederli” in modo parodistico, esagerandone i tratti tematici con un’interpretazione del tutto personale, volutamente buffa.  Gli “Amici miei” d’archetto, per parafrasare il celebre film di Mario Monicelli, giocano con i propri strumenti e si divertono con la musica che fanno, cinque musicisti che dialogano amichevolmente e con umorismo rileggono quello che dalla tradizione classica hanno ricevuto; cinque voci che raccontano anche ai più lontani una storia fatta di note. Musica diversa, divertita, divertente, perché la comicità come scriveva Pirandello è una cosa seria ci aiuta a mettere a nudo la fragilità umana e le debolezze che accomunano tutti. Il Cinquetto è stato invitato ad esibirsi, oltre che sul palco del Teatro San Carlo di Napoli, all’EXPO di Milano, al Premio Troisi, al Giffoni Film Festival, presso altri importati festival e rassegne italiane. Quella che segue è l’intervista che il prof. Salvatore Lombardo mi ha gentilmente concesso.

Come nasce il Cinquetto?

Siamo cinque professori del Teatro San Carlo di Napoli, ci siamo conosciuti frequentando lo stesso ambiente di musicisti della Classica, quindi le lascio immaginare il contesto solitamente serioso e compassato, ma a noi piaceva fare emergere anche l’aspetto gioioso e giocoso del musicista di musica classica, che non deve essere per forza quello nascosto nella buca che legge lo spartito ed esegue i brani, figura compassata e anonima. Eravamo soliti scherzare tra noi dietro le quinte, prima dello spettacolo, fondamentalmente per esorcizzare la tensione che ti prende prima di entrare in scena. Amicizia e affiatamento via via ci hanno aiutato. Ci piaceva provare delle parodie inventate sui temi che di lì a poco avremmo interpretato, questo suscitava spesso l’ilarità di tutto il resto dell’orchestra. Lo facevamo soprattutto per sdrammatizzare il momento.

Quindi avete continuato a coltivare questa comicità?

Sì, abbiamo continuato a sviluppare queste parodie, lo facevamo per noi e tra noi cinque. Poi abbiamo avuto l’idea che questo sarebbe potuto essere un mezzo per avvicinare i giovani alla musica classica. Sa a teatro si nota una prevalenza di ascoltatori adulti, mentre di giovani e giovanissimi ne vengono davvero pochi.  Ci siamo fatti convinti che le nostre parodie sarebbero potute invece risultare “spettacoli” accattivanti per avvicinare i ragazzi alla musica classica. Volevamo e desideriamo ancor oggi fare scoprire ai ragazzi la bellezza della musica sinfonica, anch’essa è gioia e divertimento. Di solito i giovani si autoescludono dai concerti sinfonici, dall’Opera Lirica, dall’opera cameristica perché ritengono che per capirla ci sia bisogno di una certa preparazione. Noi siamo convinti invece che i giovani debbano avvicinarsi a questo mondo senza pregiudizi e scoprirne tutta la bellezza con animo leggero. Noi proponiamo un vero e proprio viaggio nella storia della musica, da Bach a quella contemporanea, musica da camera e sinfonica, il tutto reso più attraente da un pizzico di comicità.

Ho notato anche un accenno alla satira, quando per esempio prendete in giro anche il vostro mondo, non è così?

Sì, ci piaceva giocare con alcune figure standard, tipo il primo violino che tende sempre ad essere vanesio mentre i secondi violini tendono a soffrire del complesso d’inferiorità e aspirano sempre a “rubare” la scena al primo violino. Ci piaceva attraverso la costruzione di determinate gag svelare questi retroscena grotteschi e simpatici al pubblico. Insomma ciò che accade tra i professori di un’orchestra sul palco o nella buca. Come le raccontavo i primi violini sembrano tutti prime donne, i secondi violini ne soffrono, i contrabbassi a loro volta vorrebbero conquistare la scena come i violoncellisti ma il loro strumento glielo impedisce etc. È anche un modo per umanizzare la figura del musicista di  musica classica che come tutti ha pregi e difetti, non è l’artista compassato in frac tutto preso dallo spartito e basta.

Avete avuto modo di verificare come quest’approccio “comico” alla musica sia presente anche tra i vostri colleghi stranieri?

Assolutamente sì, all’estero ci sono molti gruppi che creano parodie musicali, in Italia di meno. Noi siamo stati i primi nel 2014.

Avete avuto difficoltà o critiche negative per quello che fate?

No, anzi il Teatro San Carlo ci ha sempre supportato, abbiamo realizzato spettacoli per bambini al San Carlo e siamo stati ospiti di diverse strutture ospedaliere rinomate in tutta Italia, sempre con l’intento di allietare la degenza dei giovani pazienti e promuovere la bellezza della musica tra i giovani. E infine alcuni di noi hanno partecipato allo show televisivo i “Soliti Ignoti” della RAI promuovendo anche in quel contesto le nostre parodie ricevendo gli stessi divertiti consensi da parte degli addetti ai lavori e dal pubblico televisivo.

Mi tolga una curiosità, l’umorismo fa parte del bagaglio culturale dei grandi compositori?

Certamente, partendo da Bach per finire a Mozart, forse il più giocoso. Chi più chi meno tutti i musicisti hanno una carica gioiosa, anzi alcuni andavano oltre facendo della vera e propria satira politica, pensi a Šostakóvič che con le sue orchestrazioni volutamente buffe intendeva prendere in giro il regime sovietico. L’ironia fa parte della letteratura musicale.

Il compositore invece più serioso secondo lei?

Penso a Beethoven, geniale senza dubbio ma i biografi lo descrivono nevrotico, instabile, oscillante fra l’introspezione malinconica e la depressione probabilmente anche per la vita sofferta che ha avuto.

Grazie

A cura di Luigi De Rosa

Salvatore Lombardo (ph. Antonino Fattorusso)