Il granchio blu furoreggia sulle tavole americane, ma in Italia è allarme
Si fa una serie di riflessioni su “la Nuova di Venezia e Mestre” sulla massiccia presenza, nei mari italiani, del granchio blu: considerato in Italia un flagello ambientale, in quanto tali crostacei fanno razzia di vongole, viene esportato a Miami in Florida, dove è venduto. Ad iniziare l’attività un’azienda di Rimini che ha inviato negli Stati Uniti il primo container da quasi 16 tonnellate di sugo di crostacei.
E’ difficile pensare che questo crostaceo, odiato da tutti i pescatori italiani, in quanto crea grossi problemi all’ecosistema, sia così ricercato all’estero. Addirittura il governatore veneto Luca Zaia ne ha portato una cassa di esemplari vivi in conferenza stampa chiedendo lo stato di emergenza; di conseguenza il ministero dell’Agricoltura, ha rilasciato in via del tutto straordinaria un’autorizzazione per tre mesi all’uso di “nasse/cestelli e reti da posta fissa” per arginare il problema. Di contro, la richiesta da parte degli americani del granchio blu è così alta che cinque ragazze riminesi hanno studiato la maniera per trasformare un’emergenza in risorsa.
E’ una sorta di “commercio triangolare”: Adriatico, in cui il granchio si pesca, Mestre, in cui si cuoce e Usa, in cui si mangia.