Il grande artista Bruno Marquardt a “Positano in mostra”

La vacanza a Positano, diventata una scelta di vita

Il grande artista Bruno Marquardt a “Positano in mostra”.

“Positano in… Mostra”, un progetto ideato e sviluppato con l’idea di promuovere l’arte intesa a 360 gradi.
La rassegna, giunta alla sua Terza Edizione, vede la presenza di diversi artisti che si susseguiranno nel corso dell’intera stagione per esibire le loro opere.
Da domani fino al 25 agosto  l’Ufficio del Turismo di Positano ospiterà  “Narrazioni dal quotidiano” – Bruno Marquardt

A Positano in mostra Bruno Marquardt 

Bruno Marquardt, pittore tedesco, arrivò a Positano nel 1936 seguendo una principessa russa che lo aveva incaricato di illustrare un libro sul tema italiano. Da quel momento, Positano divenne la sua scoperta, la “città verticale”, dove rimase fino alla sua morte nel 1981. Il pittore riposa nel cimitero di Positano, guardando la costa e le case che l’avevano rapito e incantato, contemplando quel mare in cui le barche, spesso dipinte da lui con abilità e maestria, danzavano con allusioni e metafore, combinando i colori con bellissimo effetto.

A Positano, Bruno Marquardt incontrò e sposò Emilia, soprannominata Pupa, della famiglia Tuttavilla di Calabritto, sfollata nel centro costiero a causa dei bombardamenti su Napoli che avevano distrutto metà del loro antico palazzo in Piazza dei Martiri.

Secondo il ricordo di suo figlio Alberto, Marquardt era una persona “disponibile verso tutti, sempre umile e profondamente rispettosa”, che si relazionava allo stesso modo con critici d’arte, galleristi, acquirenti e con la famiglia locale, come i Lucibello e i fratelli Grassi, che gestivano il noleggio di barche sulle spiagge di Positano. Era una virtù dei grandi artisti!

Originario del freddo Baltico, Bruno Marquardt era nato a Insterburg, nella Prussia Orientale, ma la sua discendenza artistica e comportamentale derivava direttamente dagli uomini del Rinascimento italiano, il che rendeva impossibile per lui convivere con il nazismo. Dopo aver studiato a Koenigsberg e Berlino, lasciò la Germania per vivere alcuni anni a Parigi e in Spagna, alle isole Baleari, dove “imparò a costruirsi occhialini per la pesca subacquea dai pescatori polinesiani”, di cui era appassionato. Bruno Marquardt aveva un profondo legame con il mare, tanto che nel 1946 l’Istituto Luce realizzò un documentario intitolato “Positano. Colori in libertà”, in cui l’artista venne ripreso mentre dipingeva in acqua e, quando un colore non lo soddisfaceva, immergeva la tela sott’acqua: era la catarsi dell’arte, la redenzione dello spirito.

Bruno Marquardt

In un articolo del 1995, Isabella Q. De Filippo lo ricordava come una persona “ricca di umanità e senso dell’umorismo, pronta a interessarsi a tutto e a tutti”. Negli anni ’40 e ’50, Marquardt fu un punto di riferimento per gli stranieri, più o meno artisti, presenti a Positano. Il suo studio accogliente, pieno di luce, tele e un caotico ordine, era un luogo di incontro preferito.

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