Il Pino Sentinella, breve storia di una scultura e di un sogno

26 agosto 2023 | 16:36
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Il Pino Sentinella, breve storia di una scultura e di un sogno
"Pino Sentinella" scultura di Giusy Milone su commissione del Wwf Terre del Tirreno

Piano di Sorrento (NA) L’8 marzo del 2017 le due branche laterali di un pino domestico che vegetava in un fondo privato crollarono su un tratto della corsia della Statale 163, la cosiddetta Amalfitana, precisamente all’altezza del chilometro sei. L’albero era di proprietà del WWF Terre del Tirreno, una donazione della precedente proprietaria, la contessa Maria Vittoria Colonna Rimbotti. Le due branche crollate non recarono danno alcuno a cose o persone. I rami appartenevano a una pianta di 137 anni il cui tronco rimase in piedi e a una successiva ispezione non rivelò altre lesioni né si costatò spostamento del suo ancoraggio dal luogo dove vegetava. Domenica 30 agosto 2020, Giusy Milone una scultrice e docente di discipline plastiche al liceo artistico di Tivoli, accettò l’incarico del Presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d’Esposito, avrebbe scolpito il volto di un vecchio saggio sul tronco di tre metri, quello che rimaneva del Pinus pinea abbattuto dal fortunale del 2017. Giusy ci regalò il suo estro creativo e le sue ferie, ecco il Pino Sentinella è anche l’ennesima storia di donne, donne che donano e donne che costruiscono: in tutto quello che è umano in questo mondo c’è una donna e ancor di più stride l’odio che certi uomini nutrono verso di loro, ancor peggio l’indifferenza di tutti quegli uomini che davanti a questa violenza si girano dall’altra parte. Quando venne chiesto a Margaret Mead, un’antropologa britannica degli anni ’70, “Qual è il momento in cui gli esseri umani sono diventati umani? C’è nella storia della paleoantropologia un momento nel quale gli uomini sono diventati umani?”, Mead rispose: “Sì, è stato quando abbiamo rinvenuto un femore risanato. Quando, cioè, abbiamo osservato che un essere umano si era rotto una gamba e qualcuno lo aveva aiutato, connettendo un osso rotto con l’altro, in modo tale che si potesse risanare. Ecco, lì è nata l’umanità”. Il Pino Sentinella quando l’abbiamo progettato volevamo (probabilmente molto ingenuamente) che ispirasse ai milioni di visitatori italiani e stranieri che sarebbero passati lungo il chilometro 6 della SS163 l’idea di resilienza della Natura, ma anche il rispetto per il Creato, per il nostro territorio e soprattutto una domanda: dov’è finita la nostra umanità? Parlo di quella che Margaret Mead riconobbe nel femore risanato? Davanti agli incendi che devastano le foreste e qualche giorno fa il Monte San Costanzo a Massa Lubrense, davanti ai massacri di esseri umani che si consumano in tutto il mondo, non solo in Ucraina, davanti ai barconi che vanno a picco con il loro carico di disperati, davanti a questa società che mette al primo posto il dio denaro, i mercati finanziari, dov’è finita quell’umanità? Chi milioni di anni fa ha risanato quel femore, non credo che chiese soldi in cambio: si trovò di fronte alla sofferenza ad un altro essere umano e cercò di porvi rimedio. I nostri padri ci hanno lasciato foreste vergini e mari puliti e ricchi di pesci, noi a chi verrà dopo cosa stiamo lasciando?

di Luigi De Rosa

Pino Sentinella Pino Sentinella scultura di Giusy Milone (Particolare del viso, Prop. Wwf Terre del Tirreno)