Labirinti di Mare – I nuovi linguaggi artistici del Mediterraneo, il nuovo progetto di Antonino Giammarino
Sorrento (NA) Si è da poco conclusa la rassegna estiva “Incontriamoci in Villa “, partita a giugno con un fitto calendario di date, kermesse che ha proposto nuovi talenti e nuovi linguaggi musicali. I protagonisti degli incontri in villa provenienti soprattutto da Napoli, che secondo molti addetti ai lavori oggigiorno è non solo la capitale dell’audiovisivo ma anche dei nuovi fermenti musicali, sono stati i KNB – Ki Nameless BI per l’Afro beat, Francesco Lettieri, fra i cantautori emergenti, Lidiya Koycheva per la musica folk di provenienza balcanica, questo perché la rassegna del 2023 ha badato anche alla multiculturalità degli artisti invitati, e se con “Lemon Jazz” direzione artistica di Mario Mormone, sono stati declinati i linguaggi del jazz dai C’Ammafunk a Karima, da Andrea Braido a Lino Cannavacciulo, con Maria Mazzotta si è reso omaggio a una grande artista della world, l’Espero di Mvula Sungani ha poi aggiunto alla parola cantata il linguaggio del corpo dell’arte coreutica, con The Funkin Machine si è proposto invece il recupero del funk anni ’60-’70 così come con Il Tesoro di San Gennaro quello dei canti tradizionali in chiave elettro e tecno. Con il Festival dello Spettacolo – Città di Sorrento, produzione di Bruno Tabacchini, la proposta si è impreziosita del linguaggio drammaturgico, da quello pirandelliano al contemporaneo con monologhi scritti da autori emergenti. Si è tornati poi alla musica con Amada che ha cantato in sei lingue diverse, Serena Brancale e La Niña del Sud che hanno recuperato il sound contemporaneo coniugandolo con propri rispettivi dialetti dimostrando quanto essi hanno diritto di residenza nel nuovo mondo dei Social media. Quest’esperienza, mi dice Antonino Giammarino, direttore artistico di Fondazione Sorrento dal maggio 2022, ha ricevuto numerose critiche positive, a confermarlo sono anche le cifre con più di un sold out o tutto esaurito tra i venti spettacoli in cartellone, una media di 150 spettatori a spettacolo e un totale di quasi 3000 persone che dall’inizio hanno partecipato alla rassegna. Ma tutto questo aggiunge il Direttore artistico è solo un punto di partenza. In futuro se si troveranno i partner istituzionali e privati si intende ampliare e migliorare l’offerta culturale. La kermesse sarà trasformato in un osservatorio dei fenomeni artistici in crescita nei ventidue paesi del Mediterraneo, ricordo che per primo il sociologo francese Henri Lefebvre si disse convinto, lui che del Mare Nostrum era innamorato, “che le coste mediterranee potessero essere il primo campo di realizzazione dell’utopia del possibile”, quella di popoli uniti dalle loro culture. Henri Lefebvre ci invita a scoprire il mondo che ci circonda, ecco perché una città come Sorrento, che non è solo paesaggio, ottima cucina e accoglienza ma cultura, se pensiamo alla poesia del Tasso, a Califano, ai grandi pittori, letterati e filosofi che da secoli la visitano e la vivono, deve e può essere quest’osservatorio. La rassegna, mi spiega Antonino Giammarino, si intitolerà “Labirinti di Mare – I nuovi linguaggi artistici del Mediterraneo” cercherà di intercettare i nuovi fenomeni culturali che animano i popoli del Mediterraneo, per dare vita a spettacoli di danza, di teatro, di musica, talk di autori e scrittori che sappiano raccontarci di quanto accade in Siria, in Turchia, Libano, Algeria, Spagna, Francia del Sud etc. Il Mediterraneo al quale guarda Sorrento non è quello che alza i muri o lascia affondare i barconi, è il ponte che collega culture diverse, che permette lo scambio e il diritto a perseguire la felicità che deve essere garantito ad ogni essere umano, così come scriveva Gaetano Filangieri a fine Settecento. “Labirinti” è un format che pone al centro della propria azione la promozione culturale e la pace tra i popoli da sviluppare con tutti i linguaggi artistici dalla letteratura alla musica, dalla danza al canto, dalla pittura alla fotografia e al cinema, gli ospiti saranno scelti in base al tema che animerà la rassegna, badando sempre al contenuto che devrà essere di qualità e di spessore. Scrive Ludwig Wittgestein: “Il linguaggio è un labirinto di strade, vieni da una parte e ti sai orientare, giungi allo stesso punto da un’altra parte e non ti raccapezzi più”. Ecco, con questo nuovo tipo di rassegna fondato sugli scambi culturali è a questo smarrimento di cui parla Wittgestein che vogliamo e possiamo porre rimedio.
A cura di Luigi De Rosa