Oggi, 27 agosto, si celebra nel mondo la Giornata Mondiale per la Fine dello Specismo, un’idea che concepisce gli animali come esseri inferiori, incapaci di provare sentimenti e dolore.
Il termine compare negli anni ’70, quando uno psicologo ritenne doveroso estendere il concetto di razzismo al di là della specie umana, fino a comprendere gli animali e tutti gli altri esseri che abitano il pianeta. Secondo la dottrina anti-specista, gli esseri umani condividono la Terra con altre specie di viventi, pertanto la convivenza esclude ogni forma di violenza o prevaricazione da parte di un genere verso un altro.
E’ quindi una parola che racchiude in sè una forma di discriminazione ai danni degli animali.
Esiste un vero e proprio movimento che condanna lo specismo, agli animali spettano più diritti meritevoli di difesa al pari di quelli umani. Ma non solo. Si chiede di incoraggiare un’alimentazione basata sulle risorse vegetali, e di chiudere i mattatoi, dove ogni anno circa 34 miliardi di animali vanno incontro a una morte atroce.
(foto da L’Argomento quotidiano)