Da cittadino di Ravello, prima ancora che da ex Sindaco e Direttore di Villa Rufolo, compio il dovere di porgere le scuse più sentite a Mimmo De Masi e Claudio Gubitosi per il trattamento loro riservato che preferisco non aggettivare, non per tema di querela ma per non sconfinare nella volgarità.
Vietare loro di riprendere in Villa Rufolo con un telefonino uno scambio culturale da veicolare poi su social e mezzi di comunicazione, è stato non solo un gesto che nuoce gravemente all’immagine del nostro Paese e del suo monumento principe, ma è stato anche un colpo di spugna su secoli di ospitalità, accoglienza, educazione, rispetto e senso civico, che sono stati i pilastri storici della identità culturale Ravellese.
Sono stato destinatario diretto ed indiretto di due episodi analoghi nel recente passato; so bene cosa si prova, ma ho taciuto su tutto per amor di Ravello e per l’essere troppo coinvolto in prima persona.
Oggi però non posso più tacere e, alle scuse dovute anche a nome di quanti fanno ogni sforzo per portare Ravello all’attenzione del mondo per l’ospitalità prima ancora che per le sue bellezze, aggiungo una vibrata protesta che rivolgo a tutta la delegazione del nostro territorio presente in Parlamento di qualsiasi forza politica e partitica, affinché rivolgano un’ Interrogazione Parlamentare al Signor Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, proprietario della principale parte storico-monumentale di Villa Rufolo, nonché massimo responsabile del Vincolo Monumentale che la tutela, per chiedere come sia possibile che avvengano episodi come questo all’interno del nostro patrimonio monumentale, peraltro avendo come protagonista una Istituzione che detiene la parte demaniale di quel bene “sine titulo”.
Un ennesimo appello lo rivolgo anche agli Amministratori pro tempore di Ravello, purtroppo in un recentissimo passato attori, o più propriamente spettatori inermi, dello scippo perpetrato a Ravello nel nome di un non meglio “diritto di proprietà assoluto” rivendicato da qualcuno: “siete di passaggio sulle sedie che occupate, fate in modo che il vostro passaggio sia ricordato da atti, non da misfatti”.
A Mimmo De Masi e Claudio Gubitosi, alle scuse aggiungo anche il grazie per quanto hanno fatto e continueranno a fare per aiutare il nostro territorio a crescere e a mantenere alto nel mondo il suo nome, come la storia ci ricorda e ci impone.
Ai miei concittadini Ravellesi mi permetto di rivolgere un invito ed un appello, anche qui in nome della storia scritta dai nostri padri: “non girate la faccia dall’altra parte, ribellatevi e fate sentire la vostra voce ed il vostro pensiero; non permettiamo a nessuno di usare e abusare di Ravello; lo dobbiamo alla Storia ed ai nostri figli”.
Secondo Amalfitano cittadino di Ravello