Sorrento abbandonata dal turismo italiano la frenata di agosto “Meglio, basta assalti” Settembre e Ottobre in overbooking

Sorrento nel cuore degli stranieri, meno amata dagli italiani. Una mappa sentimentale che spiega la frenata di agosto. Niente turisti con numeri da record in queste ultime settimane, quando inglesi e americani preferiscono restare a casa e sono gli italiani a viaggiare.

Che trovano Sorrento troppo cara. E sono per lo più i B&b a pagare il conto di un calo di presenze anche del 40%, rispetto ad un luglio da record e ai prossimi due mesi con prenotazioni da tutto esaurito. Per il sindaco, Massimo Coppola, niente altro che un effetto voluto: «Stiamo ottenendo quello che volevamo. Non siamo una meta balneare. Sorrento è sul mare, non è una località di mare».

Quindi non c’è da disperarsi: «Miriamo ad avere turisti anche in inverno per le nostre attrazioni culturali e naturali, piuttosto che essere presi d’assalto in 15 giorni». Dalla sua parte il sindaco ha i numeri: più di 3 milioni i visitatori che scelgono Sorrento in un anno. In continuo aumento.

Con luglio 2023 che è andato meglio di sempre e i 30 mila posti letto tutti occupati. «Era difficile trovare un posto» concordano gli operatori turistici. Ad agosto, invece, una camera su 4 resta vuota nella settimana di Ferragosto, che per tradizione dovrebbe essere quella clou di ogni estate. Effetto dei prezzi aumentati, a volte raddoppiati. In una casa vacanza al centro di Sorrento una coppia paga sui 300 euro a notte, rispetto ai 200 dell’anno scorso. Per poi salire sui mille euro fino a tremila negli alberghi di lusso, circondati da giardini in stile imperiale e con terrazza sul “Golfo di Surriento” per dirla alla Dalla, che se ne innamorò.

Ma agosto è il mese in cui viaggiavano gli italiani e «l’aumento dei prezzi ci ha penalizzato, Sorrento soffre più di altre località. Gli italiani vivono la crisi e non possono spendere queste cifre. Ad inizio mese molti operatori hanno cercato di correre ai ripari con last minut più economici, ma probabilmente era tardi» dice con chiarezza Sergio Fedele presidente Atex, associazione di strutture ricettive come i B&b. Che dimostra recensioni alla mano come incida anche il caos trasporti.

I turisti in partenza protestano. “Troppo traffico, dall’aeroporto di Capodichino ci abbiamo messo tre ore. Sorrento bella e irraggiungibile” scrive una coppia di inglesi. Ma le valutazioni di chi va via sono sempre le stesse. Treni della Circumvesuviana inadeguati, diventati parte dei diari di viaggio con reportage fotografici per le esperienze di guasti e ritardi, e il flop targhe alterne sulla strada da Napoli a Sorrento restano il tallone d’Achille.

«E poi la penisola sorrentina non ha una governance di marketing unitaria, ognuno va per i fatti suoi. Né un osservatorio sui dati. Ma ormai il turismo si fa su strategie scientifiche, non sulle sensazioni» chiude scettico Fedele.

Anche Confindustria, a firma di Mario Colonna vicepresidente sezione turismo, ha con Atex presentato la proposta di istituire l’osservatorio. A incidere insieme al costo del soggiorno l’aumento esponenziale di un pranzo al ristorante o un aperitivo in un bar. Venti euro per un Gin tonic o cento a persona per cenare disincentivano gli italiani a scegliere Sorrento.

Come dice anche Gino Acampora, imprenditore e presidente delle Agenzie di viaggio: «Non siamo davanti a cali consistenti. È un periodo felice per il turismo sorrentino e non è corretto guardare solo ad agosto, dove indubbiamente registriamo la crisi economica delle famiglie italiane. I prezzi sono aumentati e molti non possono permettersi di soggiornare a Sorrento. E comunque non esistono più viaggi lunghi, la permanenza è di tre o 4 giorni. La risposta per andare incontro al mercato che cambia è flessibilità. Dobbiamo essere sempre più disponibili, meno rigidi».

E poi servono più regole sui fitti brevi, quelli che sfuggono a controlli e dati. «Altrimenti il nostro centro storico diventerà un dormitorio, come sta già accadendo. Ma serve un intervento del governo nazionale» ribadisce Acampora. E si ritrova sullo stesso percorso di Coppola: «Servono regole nazionali e regionali sui fitti brevi, ma i nostri tecnici al Comune sono al lavoro per preparare una stretta e maggiori controlli».

Mentre prosegue l’operazione di marketing contro l’assalto del turismo di massa: «Il caos non aiuta il turismo di qualità e siamo fin troppo consapevoli di essere a volte una meta caotica. I nostri sentieri, le bellezze naturali e culturali ci debbono portare a flussi turistici ininterrotti. Ed è quello che sta accadendo come ci dicono le prenotazioni per settembre e ottobre».

È preoccupato per i giovani che non trovano casa, trasformate in strutture ricettive, l’artista Marcello Aversa. Mandando le sue sculture in giro per il mondo ha contatti con turisti dal Giappone alla Spagna, e però dice: «Sta già accadendo che i ragazzi debbano andare via. Da qualche anno il turismo di massa sta lentamente cambiando abitudini e tradizioni di questi luoghi. I nostri centri storici si sono svuotati di quella identità rappresentata da negozi tipici, botteghe artigiane. Al loro posto attività commerciali che, in molti casi, nulla hanno a che vedere con la nostra cultura. Bisogna trovare strade alternative».

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