Arte Contemporanea. Intervista al bravo artista Roberto Sanchez, a cura di Maurizio Vitiello. foto

Intervista di Maurizio Vitiello – Risponde il bravo artista Roberto Sanchez

Puoi segnalare i tuoi futuri impegni sino al 2024 compreso?

I prossimi impegni sono: a breve, fine settembre, una mia mostra fotografica per le Giornate Europee del Patrimonio presso il “Museo Minimo” col patrocinio del Ministero della Cultura.

Quindi al “Museo Crocetti” di Roma sarò presente alla mostra “Sintesi 2023”. 

A ruota, inizio ottobre, la mia partecipazione alla mostra collettiva a cura di Maurizio Vitiello “Declinazioni plurali” sempre al”Museo Minimo”.

E ancora, parteciperò al prestigioso 50° Premio Sulmona sempre in autunno. Prevista in tempi brevi l’esposizione/installazione collettiva a Pozzuoli sullo Stabat Mater di Pergolesi in cui sarò presente con un lavoro ad hoc, che si terrà a data e luogo ancora non fissati.

A inizio 2024, ho in programma una personale alla galleria “Controsegno” a Pozzuoli.

Quali richiami ti interessa sottolineare nella tua produzione attuale?

Le ultime opere, pur evolvendosi nel solco dell’Astrattismo progressivo, che Rosario Pinto indica come formula critica per i miei lavori aniconici, si dividono tra le suggestioni del ”Tangram” e una dinamica avvolgente dello spazio.

Nel primo caso privilegio la combinazione di elementi quasi ‘prefabbricati’ che anelano, però, a infinite dinamicità spaziali.

Nel secondo, pur nel solco stilistico del primo, i piani ruotano su sé stessi passando da dinamiche lineari a evoluzioni vorticose.

Un richiamo subliminale al momento di crisi della nostra contemporaneità.

In quale città preferiresti esporre, e perché?

Nel tempo, pur avendo esposto in diversi luoghi in Italia e all’estero, credo sia necessario non disperdersi con mostre una tantum.

Cioè, coltivare la propria presenza dove è possibile ritornare spesso.

C’è da dire che a cavallo col prossimo anno inizierò a presentare le mie opere presso una casa d’aste, che lavorerà, soprattutto, online a livello internazionale e questo sarà utile per tanti motivi, ma, soprattutto, per la circolazione e diffusione del brand.

Aspetti che hanno certamente un peso, specialmente oggi.

Dopo il flagello COVID cosa è cambiato per il mondo dell’arte?

Nel mio piccolo, come Presidente di associazione per la promozione dell’Arte, il Museo Minimo, ho notato presso i colleghi artisti una rinnovata voglia di operare.

Non solo nella produzione di lavori, che spesso nata proprio da riflessioni durante la pandemia, ma, anche e soprattutto, nella voglia di fare ‘comunità’. Ossia di stare assieme, scambiarsi esperienze in uno spirito di prossimità.

A pensarci bene non c’è da meravigliarsi dopo l’incubo sanitario e l’allontanamento sociale.

Ma credo, altresì, nonostante tutto, che un momento meditativo sia stato proficuo e abbia fatto bene una volta lasciato il male alle spalle.

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