Con il grande successo del concerto del Maestro Uto Ughi si è conclusa la XVI edizione di Sorrento Classica Festival
Sorrento (NA) Sabato 9 settembre si è conclusa, con un nuovo sold out, la XVI edizione di Sorrento Classica Festival, direttore artistico Paolo Scibilia, kermesse promossa e organizzata dal Comune di Sorrento, nella persona del Sindaco avv. Massimo Coppola. L’ultimo dei dodici eventi in cartellone della rassegna sorrentina ha avuto per protagonista Uto Ughi, considerato uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana accompagnato al pianoforte da Leonardo Bartelloni, vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali. Il Maestro di Busto Arsizio ha aperto il concerto intitolato “Note d’Europa” con una splendida interpretazione della Ciaccona in Sol min. di Vitali, dimostrando che il tempo che scorre inesorabile non può nulla sul talento e la passione di un violinista che a 7 anni esordiva davanti al pubblico proprio con la Ciaccona, allora, dalla Partita n°2 di Bach. A 79 anni il Maestro Ughi può anche permettersi un cambio di programma e sostituire la “Kreutzer con la “Primavera”, Sonata per violino e pianoforte n. 5 di Beethoven, un cambio dettato dalla sensibilità di un violinista che insegue da sempre la perfezione e conosce l’acustica, ama l’architettura (per il patrimonio artistico prima di Venezia poi di Roma si è sempre battuto raccogliendo fondi con le sue numerose iniziative), il Chiostro di San Francesco con i suoi archi incrociati di tufo e piante che si arrampicano sui pilastri ottagonali per completare una splendida cornice in muratura aperta sul cielo sorrentino richiedevano un’appropriata “vestitura musicale”, avrebbe chiosato la poetessa Mia Gallegos, e allora Uto Ughi con il suo violino, si è trasformato in sarto e ha vestito di musica il portico del chiostro con la Primavera di Beethoven. Il Maestro poi ha offerto deliziose interpretazioni di Dvorak “Quattro pezzi romantici Op. 75” e del “Rondò” di Manuel de Falla, infine un’ammirabile interpretazione dell’Introduzione e Rondò Capriccioso Op. 28 di Camille Saint-Saens con il quale, l’ex alunno di George Enescu, si è ulteriormente esaltato redendo giusto omaggio non solo al genio del compositore francese ma anche all’estro di chi lo ispirò, il violinista spagnolo Pablo de Sarasate. Dopo diversi bis Uto Ughi si è accomodato accanto all’amico Leonardo Bartelloni e si è goduto con noi un ultimo omaggio a Chopin, come a dire: se il mio Guarneri del Gesù vi ha dato il benvenuto e fatto compagnia per più di un’ora, tocca ora al pianoforte il commiato da voi sorrentini perché deve essere un arrivederci, la voce del violino è più adatta agli addii straggenti, che a Sorrento stonano sempre, o no?
Quella che segue e l’intervista che il Maestro mi ha gentilmente concesso.
Complimenti un bellissimo concerto in una splendida cornice di pubblico, comincio chiedendole dei suoi festival, quelli che la vedono da anni impegnato in prima linea nella vita sociale del Paese.
Grazie, volentieri. Ho realizzato dei festival in passato mirati al recupero dell’istruzione musicale dei giovani, con molto rammarico le dico che non è servito a niente. Ma non demordo, insisterò. Noi abbiamo una gioventù che ha bisogno di essere sensibilizzata. Sto seguendo con molto interesse quanto sta accadendo nel mondo giovanile, in particolare la querelle sull’inasprimento delle pene nei confronti dei minorenni. Credo che prima di ogni cosa viene la cultura, bisogna educare e dare un’istruzione ai giovani non ci si può limitare alla prigione. Certo quando hanno una rivoltella in mano non bisogna dargliela vinta: ci vogliono pene severe anche per loro, ma non bisogna dimenticare che bisogna offrire loro la possibilità di redimersi e certamente sono la cultura e l’istruzione che potranno dare loro la chance di non perdersi anzi diventare la forza anche morale di questo Paese.
Ha seguito la vicenda di Giovanbattista Cutolo, 24enne con una grande passione per la musica classica, studiava al Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli, suonava il corno e il pianoforte, e stava per laurearsi, purtroppo è stato assassinato.
Sì, mi ha sconvolto la morte di questo ragazzo. È terribile. Giovanbattista Cutolo era un ragazzo buono, volenteroso che amava la musica. Una giovane vita spezzata da un delinquente. Ecco chi delinque va punito. Ci vuole la certezza della pena. Ma ci vuole anche la cultura, l’istruzione, i giovani non vanno abbandonati a sé stessi.
Anche per questo si è sempre battuto per l’educazione musicale nelle scuole?
Sì, per me l’insegnamento della musica nelle scuole è essenziale, si dovrebbe prevedere fin dalle elementari. Lo hanno detto tutti: Muti, Abbado e tanti altri colleghi ma è rimasta lettera morta.
Mi racconta del suo rapporto con il violino dopo tanti anni di studio?
Il violino per me è una necessità espressiva. Non faccio distinguo tra mezzi espressivi né classifiche. Ogni artista deve esprimersi liberamente attraverso il proprio strumento e deve poter comunicare il patrimonio di emozioni che ha nel suo cuore al pubblico. Il violino per me è meraviglioso, è uno strumento molto vicino alla voce umana.
Se non avesse scelto il violino quale altro strumento le sarebbe piaciuto suonare?
Beh, ho studiato pianoforte, avrei scelto quest’ultimo che rispetto al violino permette di misurarsi con tante altre opere. Ma dopo tanti anni sono ancora qua a confessarle questo: io ho scelto il violino perché arriva all’anima.
Qual è il compositore che ama di più?
È difficile risponderle. Dipende dal momento spirituale che mi trovo a vivere. Ci sono momenti che è Bach a sollecitare la mia spiritualità altri che è Mozart. Ogni grande compositore è tale perché ha la capacità di soddisfare i bisogni spirituali dell’animo umano ed è impossibile fare una classifica. I grandi compositori sono anche dei grandi profeti.
Le sarebbe piaciuto comporre un’opera?
Se fossi stato un compositore, avrei scritto solo pezzi tradizionali e i critici musicali avrebbero sentenziato che non dicevo nulla di nuovo. Ma io sono tradizionalista.
Grazie
A cura di Luigi De Rosa
Uto Ughi in concerto all’interno del Chiostro di San Francesco a Sorrento