Prisinzano a Scala al Palazzo Mansi: “Un albergo di qualità e la produzione di vino, il mio sogno”

Scala, Costiera amalfitana. Alla fine della Lectio Magistralis di Sgarbi e del concerto di Uto Ughi un rinfresco nella nuova proprietà di Prisinzano, simpaticissimo nuovo cittadino di Scala.  Il ristoratore italoamericano Prisinzano acquista lo storico Palazzo Mansi a Scala in Costa d’ Amalfi.

Frank Prisinzano

Ieri la prima intervista in esclusiva con Positanonews, con il  direttore Michele Cinque. Accoglienza meravigliosa, posto spettacolare con vista da Ravello in Costiera amalfitana . Il ristoratore italoamericano Frank Prisinzano ha acquistato l’antico Palazzo Mansi di Scala, di fronte a Ravello, con l’intento di farne un resort di lusso “Il mio sogno è questo farne un albergo di qualità, 25 camere. Offrire un’ospitalità vera genuina, a differenze da altre località della Costiera amalfitana Scala ha mantenuto una sua autenticità. Poi qui si può fare molto, produrre ottimo vino, ci sono 8 ettari, credo nessun posto ha tanto spazio qui in Costiera .”

L’immobile, per il quale saranno necessarie opere di consolidamento e restauro conservativo, ha una superficie interna di circa 3500 metri quadrati ripartiti su quattro livelli (che guardano a una vigna a terrazzamenti da 5800 metri quadrati esposta a Sud-Est. Due sono i piani nobili, con tanto di cappella privata, dove sono immaginate reception, le suite e il ristorante. Nelle cantine, al pianterreno, gli ambienti continueranno ad essere dedicati alla produzione del vino. Nel progetto c’è anche una Spa e Centro benessere.

Dell’investimento non si meraviglia l’agente immobiliare Paola d’ Esposito di Progetto Casa Immobiliare

“E’ stata un’ottima idea . Abbiamo fanno vendite di rilievo a Positano e Praiano , e abbiamo anche altre importanti strutture, anche in condizioni migliori, a Furore e nella stessa Scala, oltre a grossi investimenti ad Amalfi. Il mercato è in movimento in Costiera amalfitana, dagli USA ci sono molti interessi in questo senso, ma gli americani vogliono spazi e comodità, forse è anche per questo che Prisinzano ha scelto Scala, poi si vede che è una persona che ha le idee chiare, qui potrà fare sia albergo, che ristorazione e benessere, in un posto tranquillo dove difficilmente l’ospite troverà quella calca che trova in altri paesi e il problema enorme del traffico, che è anche ben collegata , con la possibilità di usufruire del Valico di Chiunzi oltre che della S.S. 163 Amalfitana . Anche in penisola Sorrentina abbiamo varie offerte interessanti, strutture già pronte per diventare attività turistiche, dai Colli di Fontanelle a Sant’Agnello a Piano di Sorrento vi sono anche soluzioni alle quali sono interessate i grandi alberghi dela Costiera, magari anche solo per il personale , il boom del post pandemia ha evidenziato come sia conveniente investire”

Scala: il ristoratore italoamericano Prisinzano acquista lo storico Palazzo Mansi

Dal web la storia di questo antico palazzo

La città di Scala divenne sede vescovile nel 987. Nei tempi antichi la cattedrale era la chiesa di San Maria Annunziata a Minuta, frazione di Scala.

L’attuale Cattedrale ha origini incerte, probabilmente anteriori al sec. XII. Si sa che l’ampliamento e la trasformazione gotica furono fatte eseguire a spese della nobile famiglia Frisari nel sec. XIV. Probabilmente il Palazzo fu costruito in quell’epoca ed era originariamente staccato dalla Chiesa.

Il Palazzo nacque quindi come sede del Vescovo.

Poche notizie si hanno dei primi secoli. Nel 1603 la diocesi di Scala fu unita alla diocesi di Ravello, dove probabilmente si trasferì il Vescovo. Dopo un periodo di abbandono, il Palazzo fu restaurato intorno al 1732 dal vescovo Antonio Maria Santoro.

La famiglia Mansi lo comprò nel 1789.

La famiglia ha origini antiche: il primo antenato dell’albero genealogico è Matteo Mansi, vissuto nella prima metà del 1600. Nel 1706 veniva alla luce un suo pronipote, Nunzio Mansi, dotato di molta intelligenza e di forte spirito commerciale. Commerciando i prodotti della terra e dei boschi, esportando legname da Scala fino alla Spagna con piccole navi di sua proprietà, alla morte lasciò ai figli varie proprietà in case, boschi, vigneti a Scala e paesi limitrofi. Due di loro, Gaetano e Giovanni, si laurearono in legge e in lettere: storico il primo (a lui è dedicata la strada che da S.Pietro porta a S.Caterina), letterato e poeta il secondo (alla Biblioteca Nazionale di Napoli sono conservate le sue poesie in latino). Tutti e due frequentavano la corte dei Borboni; e in questo ambiente di aristocratici pensarono di creare uno stemma di famiglia, in cui facevano derivare il cognome di famiglia da Mansuetus.

Pretesero dall’allora vescovo di Scala di prendere sotto la loro giurisdizione l’altare adiacente al palazzo, mettendo in cima al quadro sovrastante l’altare il loro stemma. A Scala lo si può ammirare in quella sede.

Nunzio morì nel 1788. L’anno successivo i figli, a cui oramai andava stretta la modesta casa di S. Caterina, comprarono all’asta pubblica il palazzo del centro di Scala e relativo vigneto, e vi si trasferirono.

In origine il palazzo era diviso dalla Chiesa, la Cattedrale: l’ingresso era da sotto, dove c’è il bel cortile; si arrivava ai piani superiori con scalinate interne. Per guadagnare spazio, abolirono le scale interne e ne crearono nuove, appoggiandosi alla Chiesa e facendo un unico fabbricato.
Certamente dovettero pagare parecchio per questo favore.

Gabriele Mansi, nipote di Gaetano e Giovanni, sindaco di Scala, dopo aver eseguito lavori di abbellimento del piano superiore, vi si trasferì nel 1817 con la moglie e da quel momento il Palazzo fu abitato dai componenti della numerosa famiglia, che lo ha popolato fino alla generazione precedente alla attuale.

 

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