Riti, miti ed altre storie…(parte prima)
Sin dalla notte dei tempi l’uomo ha sentito l’esigenza, quasi un bisogno fisiologico, di darsi risposte concrete su quella che è la sua origine nel mondo, quale sia il suo destino, da dove provenga ma soprattutto quale sarà il suo posto dopo il lungo percorso terreno. A tal riguardo la riflessione è davvero complessa perché spazia in maniera trasversale non solo attraverso il tempo ma anche attraverso le differenti culture, di cui il nostro geoide è popolato. Sicuramente possiamo fare un’analisi sui punti comuni delle diverse forme di rituale. Il mondo arcaico ha conosciuto, infatti, riti propiziatori o di espiazione, riti sacri o sacrificali…insomma un vero pullulare di gesti che dovessero ingraziare le divinità in favore dell’uomo. L’essenza di questi riti era racchiusa nel voler dare all’uomo una forma di “protezione” nei confronti di eventi inspiegabili e che non si riuscivano a comprendere, eventi che provocavano sdegno e senso di piccolezza. Ecco che, ad esempio, il timore per un fulmine caduto dal cielo faceva sorgere nell’uomo il timore che il più potente degli dei, il “padre” degli dei, Zeus, fosse adirato con l’uomo e dunque, di qui, il bisogno di offerte al dio per poterlo placare. Ciò non accade solo nella mitologia greca, di cui se ne conserva una vasta e variegata letteratura, ma anche in contesti che ancor oggi restano aderenti alle forme sociali più arcaiche come quelle di alcune tribù africane. Inoltre ai miti, sono legati inscindibilmente i riti, proprio poiché essi suggellano che la pratica compiuta si ben accetta dalla divinità ma anche dal gruppo sociale di riferimento. Questa esperienza è riflessa ancora oggi nei nostri comportamenti quotidiani e che ci portano a quella rassicurante sensazione di poter governare i processi, senza che questi ci creino un disagio sociale. Ecco che i riti e i miti sono quanto mai attualissimi in un mondo che sembra sempre più privo di credenze e di storie da tramandare alle future generazioni.