San Gennaro pensaci tu! Riti, miti e altre storie…(seconda parte)

19 settembre 2023 | 11:43

I miti simboleggiano quel che vorremmo essere, i riti ci dicono chi siamo. Ecco che in questa visione sacra e profana si inquadra oggi più che mai un vespaio di credenze sovrapposte col sedimentarsi dei secoli e che assumono le tinte variopinte delle generazioni che le hanno incarnate. Ad esempio il nostro Sud Italia conosce innumerevoli rituali legati a Santi e Madonne di ogni genere, santi che incarnano il vissuto di chi li venera e che intercedono spesso, la storia ce lo rivela, quando le calamità si abbattono sul popolo. Tra le tante storie di miracoli ricordiamo a Pagani la Madonna delle Galline, ma anche nella nostra costiera ritroviamo la Madonna della Neve venerata da pescatori e naviganti…ma più di tutti oggi ci preme ricordare un santo, della cui devozione siamo intrisi in tutto il mondo: San Gennaro. la sua storia è ben nota, ma ciò che sconcerta e ci indugia al sorriso è che questo giovane martire sia davvero lo specchio non solo di una Napoli popolare e multiculturale, ma che sia tinto di quei toni talvolta anche profani che lo rendono così caro a tutti. San Gennaro, infatti, spesso è simbolo del sangue che si liquefa per scagionare da calamità future, è simbolo della forza di un popolo che ogni volta si rialza dai dolori della vita. Ebbene, egli incarna anche un aspetto “profano”, ovvero San Gennaro rappresenta per il popolo napoletano anche il tifoso n1 dell’omonima squadra partenopea. D’impatto potrebbe sembrare una vera e propria eresia, ma non è così se ci soffermiamo un attimo ad analizzare le componenti che accomunano il rituale sacro a quello profano, dunque calcistico.

Il rito religioso infatti consta di alcuni punti imprescindibili, quali la presenza di un sacerdote, di un rituale e di una platea di fedeli. Il tutto arricchito da canti e suoni di strumenti per officiare la liturgia e aumentare nei fedeli la partecipazione. Ciò accade per l’Eucarestia cristiana ma parallelamente accade quando si ci reca allo stadio, dove gli undici in campo sono gli officianti, il pubblico i fedeli, i canti i cori… ecco che san Gennaro è, diciamo, il primo patrono del “Maradona”! In questo marasma di emozioni sacre e profane si inserisce l’attenta riflessione che ne fa lo scrittore Paolo Trapani, il quale ha una visione chiara e attualissima del fenomeno calcistico legato alla città azzurra. Egli nei suoi libri ci racconta non solo storie di calcio, ma soprattutto di appartenenza ad una “fede” che va ben oltre il fenomeno ma che di “cuce” letteralmente sulla pelle del lettore. Abilmente Trapani ci parla di una Napoli che ha sempre cercato il suo riscatto da chi Napoli l’ha sempre maltrattata ingiustamente e perché, in fondo, questo è il luogo dove il sangue di San Gennaro si tinge di azzurro, quello stesso azzurro che tra storie sacre e profane ci fa gioie e vivere con una speranza nuova ogni singolo giorno.