Amalfi: anniversario della Dedicazione dell’8 ottobre della Cattedrale, protagonista, ieri, “mattone su mattone”, dell’inizio dell’anno catechistico

Oggi, 8 ottobre, si ricorda la dedicazione della Cattedrale di Amalfi.
A partire dal sesto secolo d.C., in occasione della celebrazione della prima Messa in una nuova Chiesa, si svolge il rito della dedicazione, che, essenzialmente, consiste nell’unzione dell’altare e dei muri che racchiudono l’assemblea dei credenti con l’acqua, l’olio e l’incenso che sono i segni del battesimo, della cresima e dell’adorazione.
Sui muri sono affisse 12 croci di pietra, generalmente realizzate ad intarsio e colorate per una maggiore loro evidenza, a ricordare il numero degli apostoli: sono proprio queste croci che vengono unte nel giorno della dedicazione.
Questa, in linea di massima, è stata la spiegazione che Don Antonio Porpora, il parroco di Amalfi, ha fatto durante l’omelia, in modo semplice e chiaro, alla messa della famiglia di oggi, per ricordare ai bambini che oggi è il “compleanno” del Duomo.
Ma la Cattedrale è stata, sebbene non materialmente, protagonista, ieri, di una singolare, intuitiva, emozionante, coinvolgente, iniziativa svoltasi presso il Centro Monsignor Marini,  promossa dalle catechiste della parrocchia, per far partire l’iscrizione dei bambini delle elementari all’anno catechistico 2023/24.

Il principio comune è stato che “mattone su mattone”, un passo dopo l’altro, si può costruire qualcosa di grande e importante, non solo visibile, come le scatole di cartone, di colore giallo per i bimbi di seconda elementare, arancione per la terza, verde per la quarta, azzurro per la quinta, che i bambini hanno confezionato a casa e che sono diventate, tutte insieme, il simbolo dei muri della cattedrale, ma qualcosa di meno visibile, in cui tanti cuori che battono tutti insieme, diventano un cuore unico, quello della fede.

La sfida è e resta quella di aiutare le nuove generazioni a crescere nella consapevolezza di essere chiamati a sviluppare, nelle piccole o grandi attività quotidiane, le virtù umane e cristiane, a credere fermamente che la loro vita ha un senso, è preziosa e unica; è dire loro, in un’epoca in cui dominano insicurezza, fragilità, bisogno continuo di emozioni estreme ed egoismo diffuso, che devono vivere la loro età con gioia ed entusiasmo, crescendo nella consapevolezza che amare ed amarsi comporta anche la capacità di vivere il sacrificio e il perdono.