Domenica all’Oasi in Città di Sant’Agnello, in occasione di Urban Nature, la liberazione di un esemplare di falco pellegrino

6 ottobre 2023 | 18:47
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Domenica all’Oasi in Città di Sant’Agnello, in occasione di Urban Nature, la liberazione di un esemplare di falco pellegrino

Domenica 8 ottobre all’Oasi in Città di Sant’Agnello, in occasione di Urban Nature, in collaborazione dei Carabinieri-forestali e delle Guardie Volontarie del WWF Italia, in tarda mattinata verrà ridata la libertà ad uno stupendo esemplare di falco pellegrino sparato dai bracconieri, recuperato dai volontari del WWF e curato al CRAS il Frullone di Napoli.
Rapidissimo, soprattutto in picchiata, il falco pellegrino è considerato l’animale più veloce in natura. Nei secoli gli uomini lo hanno adorato, temuto e purtroppo molto spesso anche sfruttato e perseguitato.
Il falco pellegrino (Falco peregrinus) prende il nome dal piumaggio sul capo, che ricorda un copricapo scuro simile ai cappucci che, nel Medioevo, indossavano i pellegrini.
E’ un formidabile predatore, con una apertura fino 110 centimetri, arrivando a cibarsi di uccelli di medie dimensioni come i piccioni grazie alla sua straordinaria abilità di volo. Il falco pellegrino può infatti raggiungere i 320 chilometri orari, (in picchiata) superando in velocità una macchina sportiva e staccando persino il ghepardo africano.
I falchi pellegrini sono animali tendenzialmente fedeli. Infatti, solitamente cercano un nuovo compagno solo dopo la morte del precedente.
Le femmine, di dimensioni molto più grandi rispetto ai maschi, depongono dalle 2 alle 4 uova. Piuttosto intolleranti ai rumori provocati deall’uomo, di solito nidificano su rocce scoscese o in nidi abbandonati di altri rapaci. Ma oggi é ormai molto facile trovarli in città, su campanili o palazzi molto alti. Negli anni scorsi ne sono state avvistate alcune coppie sulla cime della Lanterna di Genova nel 2013 e nel 2017 sul Grattacielo Pirelli di Milano. A Roma ci sono almeno 20 coppie di falchi pellegrini. Da alcuni anni è nidificante anche a Napoli dove ha scelto come sito di nidificazione il Maschio Angioino.
L’estrema abilità nella caccia, la versatilità e la grande capacità di apprendimento, oltre che naturalmente l’aspetto fiero ed elegante, hanno purtroppo reso il falco pellegrino l’animale più amato dalla falconeria. Sembra che fin dal 2000 a.C. in Mesopotamia, fosse diffusa l’usanza di assoggettare questi agili rapaci per usarli durante le battute di caccia tanto che se ne parla nella saga di Gilgamesh. E molto probabilmente è proprio in Medio Oriente che Federico II di Svevia ha appreso queste tecniche che riporterà nel celebre trattato De arte venandi cum avibus.
Purtroppo questa passione per il falco pellegrino ha anche alimentato nei secoli una costante razzia delle uova dai nidi ad opera di collezionisti e allevatori. Questo fenomeno, unito ai danni dell’agricoltura intensiva e al massiccio uso di pesticidi come il DDT (oggi per fortuna vietato in tutta Europa, ma non in Africa), ha contribuito a una diminuzione drastica della popolazione dei falchi pellegrini, portando questa specie a rischio di estinzione. Oggi per fortuna il falco pellegrino non è più considerato una specie minacciata, ma la “moda” della falconeria (pratica oggi inutile e diseducativa) rischia ancora di fare danni ed alimentare il mercato del bracconaggio.
I falchi pellegrini sono animali fondamentali per mantenere la biodiversità di molti luoghi, data la loro efficace azione di caccia nei confronti di varie specie di uccelli (soprattutto piccioni di città), che in eccesso potrebbero mettere a rischio l’equilibrio di determinati ecosistemi.
Amato, adorato, il falco pellegrino è però spesso stato anche perseguitato, durante la seconda guerra mondiale ad esempio, il governo inglese tentò un’eliminazione programmata della specie perché prendeva di mira i piccioni viaggiatori utilizzati per comunicare con la Resistenza francese.
Chi ama davvero gli animali selvatici e tutta la natura non può che rimanere affascinato dal suo volo fulmineo, elegante e sfuggente: il falco pellegrino merita la nostra massima attenzione.
Il WWF da sempre ha una grande attenzione per la conservazione dei rapaci. Per difenderli sviluppiamo e sosteniamo azioni contro il bracconaggio e per la diffusione delle buone pratiche agricole. Inoltre nei Centri recupero ogni giorno arrivano decine di questi splendidi animali che vengono soccorsi perché feriti, debilitati o non ancora in grado di volare.
(Claudio d’Esposito, Presidente WWF Terre del Tirreno)