Femminicidio Anna Scala, la figlia vuole essere ascoltata. Da chiarire anche perchè non è stato fatto nulla dopo le denunce per aggressione
Dopo quasi due mesi dal femminicidio di Anna Scala alla Trinità a Piano di Sorrento , Maria figlia della donna di Vico Equense accoltellata a morte in un garage dall’ex compagno lo scorso 17 agosto e spinta nel bagagliaio della sua auto ha depositato una richiesta di interrogatorio alla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Giovanni Cilenti, sostituto Ugo Spagna). Le indagini, ad oggi, non sono ancora chiuse, scrive Dario Sautto su Il Mattino di Napoli , quotidiano della Campania . Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di Sorrento e del Gruppo di Torre Annunziata, che in poche ore rintracciarono e arrestarono Salvatore Ferraiuolo, 54enne pescatore di Sant’Agnello, ex compagno di Anna Scala. Alla base del delitto, secondo una prima ricostruzione, ci sarebbe la gelosia, ma nelle ultime settimane sarebbero emersi dettagli legati ad un ammanco di denaro dall’abitazione di Moiano, frazione collinare di Vico Equense in cui viveva la coppia. Questioni che avrebbero scatenato le prime liti e che saranno chiarite in maniera definitiva anche grazie alla perizia disposta sui cellulari di Anna Scala, ora al vaglio di un consulente nominato dalla Procura: nelle chat e nelle email potrebbero nascondersi le prove del movente e della premeditazione dell’efferato delitto.
Nel frattempo, la famiglia di Anna Scala ha già deciso che si costituirà parte civile nell’eventuale processo. La figlia Maria con il papà Giuseppe si sono affidati agli avvocati Salvatore Esposito e Giovanni De Gennaro, mentre la sorella della vittima e gli altri familiari della donna hanno nominato l’avvocato Francesco Cappiello. Al vaglio ci sono anche la denuncia presentata da Anna Scala il 24 luglio scorso, dopo una violenta aggressione subita a Massa Lubrense dall’ex compagno, che la picchiò e squarciò le ruote della sua macchina, e il racconto di quanto avvenuto un anno prima a casa di un’amica a Sorrento, dove Ferraiuolo avrebbe aggredito la vittima, facendole saltare alcuni denti, episodio denunciato solo questa estate. Il giorno dopo la denuncia, Anna si presentò nuovamente in caserma per integrare la sua denuncia, dopo aver ricevuto una telefonata di minacce da Ferraiuolo: «Ritira la denuncia, altrimenti ti uccido».
Già in passato Anna aveva denunciato Salvatore Ferraiuolo, per poi decidere di rimettere la querela. Questa volta, però, era decisa ad andare avanti, ma dopo la sua denuncia non è seguito l’iter previsto dal codice rosso. Anche per questo motivo, la figlia ha chiesto alla Procura di essere ascoltata: «Maria spiega l’avvocato Salvatore Esposito vuole fornire alcuni dettagli essenziali su tutto ciò che è accaduto prima del 17 agosto. Qualcosa non ha funzionato e non sappiamo se la tragedia potesse essere evitata, ma sicuramente l’applicazione di una misura cautelare avrebbe garantito maggiore tutela per la povera Anna. Adesso confidiamo che possa essere celebrato al più presto il processo, per poter dare giustizia a tutti i familiari, con una pena severa». Intanto, nei giorni scorsi il tribunale del Riesame di Napoli ha respinto l’istanza presentata dai legali di Ferraiuolo, confermando la misura cautelare del carcere e la gravità indiziaria. Dopo la confessione, il 54enne è accusato di omicidio pluriaggravato, porto d’armi, occultamento di cadavere e maltrattamenti.