La Costiera Amalfitana odia i residenti: paradiso per i turisti, inferno per chi ci vive?
La Costiera Amalfitana odia i residenti è forse un titolo troppo forte, una provocazione, ma ideale per attirare l’attenzione dei lettori con i quali condividere riflessioni sul territorio nel quale viviamo, questa è la riflessione di Salvatore Serio giornalista di Tramonti in Costiera amalfitana, che vive col Cilento, firma de La Città di Salerno.
La Divina, come viene chiamato questo lembo di terra, è stata baciata da Madre Natura. La Costiera Amalfitana è un posto bello, bellissimo e che forse chi la custodisce neanche merita, ma questo è un altro discorso.
Paradiso, almeno secondo quanto vogliamo dare a vedere al resto del mondo, però i turisti che la affollano. Questo 2023 è stato un anno da record in fatto di presenze e, giunti ormai agli sgoccioli della stagione turistica, è forse giunto il momento di fare qualche riflessione su come si vive in Costiera.
Il turismo è il fulcro per questo territorio. Il solo fatto che questo settore continua a dare lavoro a migliaia di persone e di consentire agli una vita sufficientemente soddisfacente, restituisce il valore dello stesso. La Divina non può fare a meno del turismo. Per questo motivo negli anni gli amministratori e gli imprenditori si sono affannati, giustamente, a trovare soluzioni per migliorare la qualità dell’accoglienza e cercare di ammodernare le infrastrutture, in questo caso siamo ancora molto indietro.
E’ fuori discussione che senza il turismo il nostro sarebbe un territorio senza futuro ma, per fortuna, Madre Natura ha fatto il grosso del lavoro. La questione turismo è molto complessa da affrontare in queste poche righe e chiama in causa interesse pubblici e privati che devono giocoforza trovare una quadra, complicata, molto complicata, e che richiede pianificazione e lungimiranza. Doti queste ultime non facili da possedere e talvolta anche complesse da applicare in una società dove è richiesto “tutto e subito”.
D’altro canto, però, in questo territorio ci vivono migliaia di persone che le meraviglie, la bellezza, l’incanto universalmente riconosciuto alla Costiera Amalfitana lo percepiscono solo attraverso gli occhi di chi la visita. Un po’ triste vero? Chi vive in questo splendido e complesso lembo di terra non riesce a coglierne l’inebriante fascino.
Un controsenso pazzesco ma che ha una spiegazione, dal punto di vista di chi vi scrive, abbastanza intuitivo: la Costiera Amalfitana non è territorio per i residenti. Affermazione forse forte e ingiusta per chi è legato, come il sottoscritto, alla propria terra natia e nella quale continuerà a vivere e lavorare. La domanda, però, è semplice: perchè chi vive nella Divina è costretto a fare un sacrificio in più?
La risposta potrebbe essere altrettanto banale: è il prezzo da pagare per vivere in un paradiso, almeno in termini di fascino e bellezza. Ma, ritenendomi un pragmatico di natura, forse questo non può bastare ai residenti. La riflessione scaturisce da un episodio di vita quotidiana, e sono certo che ogni giorni centinaia di persone si ritrovano in una situazione simile.
Recarsi ad Amalfi per andare dal medico e approfittarne per una passeggiata in piazza anche se di pochi minuti per prendere un caffè al bar. Azione, mi ripeto banale e che tutti gli abitanti della Divina fanno praticamente tutti i giorni, ma che tra consumazione (2 brioches, un tè e un caffè per complessivi 19 euro) e parcheggio (16 euro) è costata 35 euro.
Lungi da me fare polemiche, le ritengono estremamente sterili e inutili, sui prezzi delle attività commerciali. Siamo noi fruitori a doverci informare prima di ordinare dei prezzi che vengono applicati. Inutile stupirsi se solo dopo aver ricevuto il conto ci si rende conto che un cornetto può costare anche 4 euro e un tè fino a 7 euro ma non può e non deve essere questo il nocciolo della questione.
Una persona che vive in un paese della Costiera Amalfitana per sbrigare una commissione può essere costretto a spendere fino a 8 euro solo per un’ora di parcheggio. Il discorso, chiaramente, è valido anche per gli altri paesi della Divina. Immaginando il rammarico di un abitante di Amalfi, tanto per chiarire che la riflessione è estesa a tutto il territorio, si reca a Maiori, piuttosto che a Minori, Cetara, Ravello o qualsiasi altro paese, per un qualsivoglia motivo ed è costretto a spendere 3-5-8 euro per un’ora di parcheggio.
Va da sè che la questione è valida anche per i turisti. Probabilmente, però, visto che i residenti qui ci vivono e in un anno sono costretti a fare diverse volte gli spostamenti di cui sopra. Capisco e in parte condivido anche l’idea di voler selezionare la tipologia di turismo, e in questa ottica la politica dei prezzi ha un peso specifico importante, ci tengo a sottolineare anche se è lapalissiano ribadirlo che ogni generalizzazione è sempre errata, ma non possono essere anche i residenti a pagare questo scotto.
Andando oltre il discorso parcheggi e la questione prezzi talvolta esasperati, dal mio punto di vista ogni attività ha il diritto di tenere la propria strategia commerciale poi sta agli utenti sceglierla o andare oltre, ci sono tante questioni che riportano al concetto iniziale: la Costiera Amalfitana non è un territorio per i residenti.
Per percorrere pochi chilometri ci si trova incastrati a Minori, a Castiglione, a Praiano e in tanti altri punti della statale 163. Il tema traffico è centrale. Troppo semplice gettare la croce addosso agli amministratori locali, che pure hanno delle innegabili responsabilità. La Costiera Amalfitana, immaginandola come un territorio unico e forse questo il vero problema che non si è ancora riusciti a vederla effettivamente così ma ci torneremo più avanti, è un “paesone” che ospita i turisti di una grande città culturale ma senza averne le infrastrutture.
Anche in questo caso si direbbe: semplice arrivano troppe persone in Costiera. E’ innegabile ma senza di essi come vivremmo? Di sicuro la situazione è complessa visti i diversi tipi di interessi in gioco ma la percezione dei residente è chiara: per almeno 4 mesi all’anno il territorio è invivibile. Si torna al concetto di base è possibile trovare una via di mezzo tra essere una meta turistica esclusiva e universalmente riconosciuta e consentire a chi ci vive di farlo serenamente? Negli ultimi anni la tendenza è quella di accrescere la popolarità del territorio, punto di vista condivisibile, ma a che prezzo?
Gli abitanti della Costiera Amalfitana si sono prestati per decenni, in particolare gli ultimi, a rendere il nostro territorio migliore, così come gli amministratori ma probabilmente gli sforzi profusi non bastano. I residenti devono convivere con un’endemica carenza dal punto di vista sanitario, passando per le problematiche legate all’occupazione, sotto questo punto di vista la Divina è un territorio strano la richiesta da parte dei datori di lavoro è enorme in considerazione del numero di abitanti ma le condizioni talvolta non sono commisurate non solo al lavoro ma anche all’immagine di avanzata meta turistica che, legittimamente e avendone in teoria tutti i titoli, cerchiamo di fornire. Convivere col traffico, anche se solo due pullman di linea si incrociano, dover sopportare periodi nei quali la statale 163 non è percorribile per la nuova frana di turno, oltre alla mancanza di sicurezza che questi eventi generano. Insomma come in tutti i territori della nostra bella Italia i problemi sono tanti e non semplici da affrontare.
Sottolineando che sarebbe troppo semplice, e anche ingiusto prendersela con gli amministratori locali, facendo questo lavoro da oltre un decennio per onestà intellettuale devo sottolineare che la burocrazia spesso lega le mani ai vari rappresentanti del territorio e rende operazioni all’apparenza semplici e rapide, lunghe e complesse.
D’altro canto, però, qualcosa si deve pur fare per i residenti. Prima di chiudere questa lunga, e spero interessante, riflessione un ultimo tema deve essere messo sul tavolo riferendoci a chi vive in Costiera. L’orizzonte suggerisce che la Divina dovrà anche far fronte allo spopolamento. Anche in questo caso propongo uno scenario volutamente eccessivo nella forma ma forse non tanto nella sostanza.
In Costiera Amalfitana le nuove famiglie o semplicemente chi cerca la sacrosanta possibilità di vivere la vita camminando sulle proprie gambe, non trova la possibilità di farlo: non ci sono abitazioni per i residenti. Il mercato immobiliare della Divina è estremamente attivo ma sempre nell’ottica di accogliere, ribadiamo legittimamente i turisti senza di loro il territorio non avrebbe presente e futuro, ma chi è cresciuto in questo territorio è costretto a fare la valigie? L’alternativa è accettare prezzi, che sia per locazione o acquisto, degni delle migliori e più evolute città d’Italia. Se si pensa solo al punto di vista naturalistico e ambientale ci potrebbe anche stare ma vivere in un determinato luogo significa anche poter godere di servizi e infrastrutture e sotto questo punto di vista la Costiera è ben lontana dalle città alle quali si faceva riferimento pocanzi. E’ giusto tutto questo? E’ normale che i nostri giovani debbano scegliere di andare via dal territorio, fosse anche solo a Salerno, nell’agro nocerino sarnese o nel napoletano, dopo che a questo territorio sono legati, ci hanno vissuto gli anni più belli della propria vita, magari ci lavorano e danno il proprio contributo allo sviluppo dello stesso? La risposta è talmente banale che non c’è neanche la necessità di scriverla.
Vi starete chiedendo: “hai messo in campo le varie problematiche della Costiera, nulla di nuovo o che non sapevamo già e allora?”. Osservazione lecita. La mia riflessione non vuole, sarebbe utopistico e oggettivamente irrealizzabile, vedere tutte le criticità risolte da un momento all’altro, questo sarà possibile, tornano due parole chiave secondo me, con programmazione e lungimiranza. Magari i nostri figli o nipoti, semmai riusciranno a trovare una casa, potranno godere di un territorio migliore. Anche perchè, come avete potuto comprendere leggendo sin qui la genesi dei problemi proposti non è legato al pubblico o al privato ma a entrambi i fattori, di conseguenza allo strato fondamentale della società, e per questo trovare una quadra è ancora più difficile.
Ma forse sarebbe il caso di andare oltre i campanilismi e gli interessi dei singoli comuni, e su questo gli amministratori locali possono lavorare nonostante gli sforzi, che almeno ad oggi 27 settembre 2023 non hanno portato risultati stravolgenti, per gestire la Costiera come un territorio unico. Un discorso comprensoriale che torna buono nelle campagne elettorali ma che nei fatti è ben distante dall’essere effettivamente messo in piedi. Ogni comune ha le sue peculiarità che vanno rispettate e assecondate ma tutti i residenti affrontano le medesime problematiche, chi più chi meno rispetto alle varie tematiche, ma tutti devono “conviverci”.
E allora perchè non immaginare, e magari lavorare per ottenerlo, un territorio meno diviso più accogliente e confortevole questa volta per i residenti. Che sia dai parcheggi, al traffico, al lavoro, alla sanità, ai trasporti, alla questione abitativa, si possano mettere al primo posto le necessità di chi vive la Costiera 365 giorni all’anno. Una visione d’insieme che deve prima di tutto partire dai cittadini ma che necessità, lapalissiano anche solo sottolinearlo, del lavoro degli enti comunali e sovracomunali. I tempi sono maturi, almeno dal mio punto di vista, per una vera Costiera Amalfitana e seppure non lo fossero, ormai sono decenni che se ne parla, la situazione lo impone. Attenzione, senza mai dimenticare le esigenze di accoglienza dei turisti ma magari tutti i residenti vorrebbero sentirsi più accolti in casa loro.