“La mosca” dell’artista Massimo Sepe per il Wwf Terre del Tirreno
Sant’Agnello (NA) Alzi la mano chi non è mai stato infastidito da una mosca, eppure anche quest’insetto onnipresente in Natura, benché fastidioso, è un animale molto utile all’ecosistema. La mosca è l’insetto più diffuso al mondo, particolarmente abbondante durante la stagione calda, raggiunge la massima attività e longevità con temperature comprese tra 10 e 27 °C. Lunga da 4 a 8 mm, ha grandi occhi composti e vola con un solo paio di ali membranose perché il secondo paio è ridotto e serve all’animale per bilanciarsi. È un ottimo volatore che si sposta a una velocità di 24 km/h e batte le ali fino a 1.000 volte al minuto, producendo un tipico ronzio. Quando si parla di specie in via di estinzione vengono subito in mente animali esotici, esseri che occupano nicchie ecologiche così peculiari e rare da renderli estremamente sensibili al minimo cambiamento nell’ambiente. Eppure anche specie molto più comuni, come api o mosche, oggi rischiano di essere spazzate via per colpa delle attività umane. Anzi le conseguenze che avrebbe l’estinzione di uno di questi animali “generalisti”, sono probabilmente peggiori di quelle a cui andiamo incontro quando a sparire sono animali più rari e specializzati. Come conferma uno studio appena pubblicato sulla rivista “Ecology” è bene tenere a mente che le specie “generaliste”, sia nel regno animale che in quello vegetale, svolgono un ruolo fondamentale per preservare la biodiversità del nostro pianeta, e la loro conservazione è cruciale per la salute dell’ambiente. Una specie generalista è composta da animali e piante che possono occupare molti ambienti differenti, ed entrano quindi in relazione con una miriade di altre specie. Un bombo o una mosca (che a dispetto di quanto si pensi è uno degli insetti impollinatori più diffusi e instancabili del Pianeta) li conosciamo tutti, perché sopravvivono in molti ecosistemi differenti ed è quindi più probabile entrarci in contatto. Ma questa ubiquità ecologica non li mette necessariamente al riparo dai rischi dei cambiamenti climatici, come dimostra il declino delle api in molte zone della Terra. Julia Resasco, prima autrice dello studio ha registrato per cinque anni le interazioni tra piante e insetti impollinatori lungo le pendici subalpine delle Montagne Rocciose, dimostrando che le interazioni tra insetti generalisti e piante in una data area sono piuttosto persistenti. Tanto da trasformare questi piccoli insetti all’apparenza comuni in autentiche “ancore”, che aiutano a rendere più resiliente l’ecosistema di fronte a cambiamenti del clima o altri pericoli. Ecco la scelta di accettare in dono, con grande gioia e gratitudine da parte del presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d’Esposito, l’opera dell’artista Massimo Sepe, “La mosca”, scultura realizzata con materiale riciclato, che l’artigiano sorrentino, apprezzato anche all’estero per le sue splendide vetrate di arte sacra, a piombo, in fusione e tecnica mista, che rappresenta un vero e proprio “elogio all’ordine dei Ditteri e della loro importanza ecologica”. In questi ultimi anni sono tantissimi gli artisti, che si tratti di fotografi, scultori o urban artist, che hanno deciso di prendersi cura della natura, realizzando opere che veicolano messaggi impossibili da ignorare, mi piace ricordare su tutti il giapponese Mika Koizumi e l’indiano indiano Arun Kumar ottimi protagonisti del riciclo creativo in arte contemporanea. “La Mosca” di Massimo Sepe è espressione di queste creazioni che nascono con il preciso scopo di sensibilizzare i fruitori alle criticità ambientali attuali. Rappresenta una “voce” positiva e propositiva, per superare ogni polemica sterile e dare spazio alla speranza e alla positività che dovrebbe sempre caratterizzare l’azione ambientalista.
a cura di Luigi De Rosa
Massimo Sepe, artista link: http://www.massimosepe.com/