Mal di testa e mal d’autunno cosa fare ?

Mal di testa e mal d’autunno cosa fare ? Intanto parliamo dei bambini che tornano a scuola e cominciano ad aver mal di testa , è un problema stagionale . A indicarlo è uno studio appena svolto dal Nationwide Children’s Hospital di Columbus, in Ohio (Usa). Il dubbio che l’inizio della scuola porti con sé il fenomeno in questione è venuto all’autrice della ricerca, la pediatra Ann Pakalnis, che ha notato come in settembre e ottobre i suoi ambulatori si riempiano puntualmente di ragazzini con mal di capo. L’analisi di 1300 accessi al Pronto soccorso della sua clinica ha confermato che il disturbo è in effetti più frequente in questo periodo dell’anno e che non si tratta di sintomi architettati ad arte, ma piuttosto della conseguenza del cambio di abitudini. Il ritorno alla routine scolastica porta infatti con sé stress, orari diversi e tante attività extracurricolari, che quasi azzerano il tempo libero dei giovanissimi. A ciò si aggiungono altri fattori che possono contribuire a far scoppiare il mal di testa e che sono più comuni con la brutta stagione: la mancanza di una quantità adeguata di sonno o il troppo tempo passato davanti a computer e videogiochi; qualche pasto che salta se alla mensa scolastica il cibo non piace; una scarsa idratazione perché in classe non si pensa certo a bere

 ORARI REGOLARI – 

Ecco allora che il ritorno a scuola può davvero scatenare cefalee fastidiose, anche nei più piccoli. «In confronto all’estate, il numero di casi sale: la scuola è uno degli elementi di maggior stress per i ragazzi ed è la prima responsabile dei loro mal di testa. Non a caso anche il rientro dopo le vacanze natalizie è un momento “critico” per le cefalee nei giovanissimi — conferma Massimiliano Valeriani, responsabile del Centro Cefalee dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma —. Molto dipende dal cambiamento nello stile di vita imposto dalla scuola, soprattutto perché le lezioni si accompagnano spesso a un eccesso di impegni: bambini e ragazzi senza un attimo di tempo libero, sotto pressione fra sport e lezioni di lingue, musica e altro possono sviluppare più facilmente il disturbo». Avere un ciclo sonno-veglia regolare, senza dormite a oltranza nel weekend e notti brevi durante la settimana, è un primo passo di prevenzione, assieme a un’organizzazione delle giornate che non sia troppo frenetica. Però può non bastare, perché, come spiega Valeriani: «La cefalea primaria, che non dipende cioè da problemi come infezioni delle vie aeree, sinusiti o altre malattie, deriva da una predisposizione genetica, e cambiare lo stile di vita può non essere sufficiente a prevenirla». «La manifestazione più frequente del dolore di capo in ambito pediatrico è l’emicrania, — prosegue l’esperto — spesso molto forte e associata ad altri sintomi tipici dell’età, come il mal d’auto, i dolori addominali ricorrenti o quelli di crescita agli arti; la cefalea tensiva è meno comune e non costringe, come l’emicrania, a interrompere le proprie attività».

QUANDO ANDARE DAL MEDICO – Il problema, comunque, di solito preoccupa non poco i genitori, ma la prima regola è non esagerare con visite ed esami. «Se il bambino o il ragazzo ha più di due o tre attacchi al mese è bene chiedere consiglio al pediatra, senza però “medicalizzare” troppo la questione, per non sommare altro stress e peggiorare la cefalea: i difetti della vista, come la miopia, non provocano mal di testa, così come sono inutili raggi X ai seni nasali per un’ipotetica sinusite in bambini soto gli otto anni di età, o i test per intolleranze e allergie, che non c’entrano nulla con l’emicrania — osserva l’esperto —. I campanelli d’allarme di cui tenere conto, invece, sono il vomito o alterazioni del fondo dell’occhio, indicativi di un aumento della pressione nel cranio, o sintomi neurologici come disfunzioni serie della mobilità o della visione: se esame neurologico e fondo oculare sono normali, il mal di testa di solito non nasconde grossi pericoli. Certamente, però, va combattuto, perché compromette la qualità di vita. Oltre a modificare le abitudini dannose, nei casi più complessi può essere opportuno rivolgersi a un centro specializzato e usare farmaci per ridurre la frequenza degli attacchi. La tensione nervosa è una componente rilevante nella comparsa delle “crisi”, perciò spesso occorre anche un supporto psicologico: i bambini e i ragazzi con mal di testa cronico, che sopportano anche più di quindici attacchi al mese, spesso sono i primi della classe, hanno un forte senso del dovere e ansia da prestazione. Aiutarli a gestire lo stress può non essere risolutivo nel breve termine, ma contribuisce a evitare che la cefalea resti o perfino peggiori da adulti», conclude Valeriani

Il Mal d’autunno , come dicono i colleghi di Vicenza Today, esiste, quuesta forma di malessere stagionale colpisce durante i mesi più freddi, è dovuto al passaggio dalle temperature calde a quelle basse, dalla graduale diminuzione delle ore di luce e per finire il fatidico cambio dell’ora che ci fa vivere di più al buio. Il cielo diventa grigio, le giornate si accorciano e ci sembra di avere meno tempo, complice la fine dell’ora legale e il ripristino dell’ora solare.  Anche la natura ci ricorda che la stagione è cambiata: la vegetazione e i viali si ricoprono di tappeti di foglie ingiallite. Il nostro organismo non rimane certo indifferente a tutti questi cambiamenti.

Questa spossatezza stagionale colpisce durante i mesi più freddi. Spiegheremo di cosa tratta, quali sono i sintomi e i rimedi

Umore

Il primo a risentirne è l’umore (sbalzi d’umore, stati d’ansia, depressione, irritabilità), ed anche il fisico reagisce negativamente. Stanchezza, mancanza di energia, difficoltà di concentrazione, mal di testa, insonnia, sensazione di malessere diffuso, questi i sintomi più comuni, un disturbo molto frequente dal momento che, secondo un indagine colpirebbe ben il 59% degli italiani.

La luce giova

Per aiutare l’orologio biologico a sincronizzarsi prima con i nuovi ritmi stagionali, la miglior cura è l’esposizione alla luce solare o artificiale ad ampio spettro, che ha effetti anche sui neurotrasmettitori serotonina e melatonina. In presenza di luce solare la ghiandola pineale secerne la serotonina che, oltre a migliorare l’umore, interviene nella regolazione del senso di fame e sazietà, mentre il buio produce melatonina che, tra l’altro accentua il bisogno di riposo e abbassa il tono dell’umore. Per le forme comuni e blande di disagio basta una cura basata su passeggiate all’aperto di almeno 20/30 minuti al dì, anche se il cielo è coperto.

Termoregolazione

Secondo gli esperti, a causare il “mal d’autunno” sarebbe in primo luogo un difetto del sistema di termoregolazione situato esattamente nel cervello, nell’ipotalamo, dove hanno sede l’orologio biologico e la ghiandola pineale.  Accade quindi che con i bruschi mutamenti meteorologici si modifica la produzione di ormoni che incide sulle difese immunitarie. A seguire “tempeste ormonali” tradotte in sintomi neurovegetativi (irritabilità, nervosismo, sbalzi d’umore) e in manifestazioni fisiche (malessere, stanchezza, mal di testa).

Dieta: più carboidrati a pranzo.

In autunno aumentare a mezzogiorno l’assunzione di amido rispetto alle proteine e fare l’opposto a cena. Pane, pasta o riso integrali danno più magnesio, minerale antifatica e vitamina B6, che partecipa alla sintesi della serotonina. La sera meglio le proteine leggere di carni magre, pesci o legumi, Hanno buone quote di L-triptofano: di notte favorisce la produzione di melatonina. La sera pasti completi, ma leggeri per non interferire con il sonno.

Ma ottobre è anche il mese in cui sulla tavola fanno capolino alcune prelibatezze “energetiche” che ci aiutano ad affrontare le giornate più difficili: cachi e castagne su tutti.

Cachi

“Ricchi di vitamina C, betacarotene, potassio, magnesio e fosforo, i cachi sono frutti molto energetici – spiega la dott.ssa Giovanna Geri, farmacista, nutrizionista e co-fondatrice della startup Vitamina (takevitamina.com) – Per il loro elevato contenuto calorico, in particolare zuccheri, sono sconsigliati a chi è diabetico o obeso ma sono un’ottima fonte di energia per anziani, bambini e adulti di ogni età. Inoltre sono un rimedio naturale contro la stitichezza e grazie al contenuto di antiossidanti hanno azione protettiva sul fegato.”

Le castagne

Sono il frutto autunnale per eccellenza, estremamente versatile in cucina, si possono utilizzare dall’antipasto al dolce senza alcuna difficoltà. “Come i cachi, anche le castagne danno un notevole apporto calorico e sono ricche di vitamine – specifica la dott.ssa Geri di Vitamina – in particolare vitamina A e vitamine del gruppo B: sono infatti un’ottima fonte di acido folico o vitamina B9, essenziale per le donne in gravidanza, per l’assorbimento e il metabolismo del ferro. Contengono anche minerali, in particolare potassio, magnesio e fosforo.”

Carciofi

Anche il reparto verdura in ottobre gioca il suo asso nella manica con il ritorno dei carciofi, compagni ideali per disintossicarsi e depurarsi.

“I carciofi hanno proprietà rimineralizzanti, epatoprotettrici, depurative e antiossidanti – continua l’esperta – Sono ricchi di vitamina C, vitamine del gruppo B, ferro e rame; contengono inoltre discrete quantità di flavonoidi tra i quali la cinarina che spicca per la sua utilità per il benessere del fegato. Poiché la vitamina C con la cottura si perde, per assorbire meglio il ferro contenuto in questi preziosi alimenti è utile condirli con il limone, naturalmente ricco di acido ascorbico, elemento fondamentale per assorbire il minerale.”

Integratori

Qualora, però, con la sola alimentazione non fosse possibile assumere le giuste quantità di nutrienti gli integratori che in ottobre non devono mancare sono vitamina C, Zinco e vitamine del gruppo B: “questa combinazione – conclude la dott.ssa Giovanna Geri di Vitamina – aiuta pelle e capelli che si trovano in difficoltà e aiutano le difese immunitarie a rinforzarsi contro i primi cambi di temperatura. Le vitamine del gruppo B, in particolare, sono ricostituenti e danno un boost energetico molto importante.”

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