Paolo Battaglia La Terra Borgese: Henri Matisse e il filo a piombo
Matisse sognava «un’arte di equilibrio, di purezza, di tranquillità, scevra da soggetti inquietanti o preoccupanti»
“L’avvocato” Matisse, fu anche scultore
Ecco la storia di Henri Matisse (1869-1954) spiegata dal critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese: il famosissimo pittore francese nato a Cateau e morto a Nizza, in verità studia preparandosi in Diritto, e solo nel 1890 comincia a dipingere.
Frequenta l’Accademia Julian, e diviene poi con Rouault e Marquet l’allievo di Gustave Moreau che lo influenzerà profondamente; fa numerose copie al Louvre e si lascia conquistare dall’impressionismo solo nel 1898 a Belle-Isle, in Corsica o sulla Costa Azzurra; l’influenza di Pissarro sarà molto importante – ricostruisce Battaglia La Terra Borgese -. Matisse moltiplica intanto le sue esperienze e nel 1900 – continua Paolo Battaglia La Terra Borgese – si avvicina anche alla scultura. A Collioure, Henri concede tutto il suo valore al colore libero e alle forme semplificate (1904-1905).
Fiero tra le belve del Fauvismo
Nella primavera del 1905, dopo il Salon des Indépendants di cui aveva presieduto la commissione, Matisse si stabilisce a Collioure dove viene raggiunto da Derain. E affascinato da Cézanne, interessato dal neoimpressionismo di Seurat e di Signac, Matisse – chiarisce Paolo Battaglia La Terra Borgese – farà parte della corrente dei fauves dal 1905 al 1908.
Più “selvaggio” di Tutti
A partire dal Salon d’Automne del 1905, durante il quale scoppia lo scandalo della «gabbia delle belve», Matisse sarà considerato il capo fila del movimento che esprime la selvaggia violenza espressiva del colore, ed eserciterà un notevole ascendente sui suoi compagni – evidenzia Battaglia La Terra Borgese.
Il rinnovamento necessario e l’Accademia
Nel 1908 Henri Matisse apre un’accademia, dove affluiscono gli allievi stranieri, soprattutto dei paesi tedeschi o scandinavi. I suoi quadri più importanti sono di questo periodo – afferma Paolo Battaglia La Terra Borgese – sono: Interno con organo (1900), Lusso, Calma e Voluttà (1905), Il lusso (1907).
Il filo a piombo di Henri Matisse
Signac- fa notare Battaglia La Terra Borgese -, evocando il ricordo di Matisse mentre nel 1904 lavora a Lusso, Calma e Voluttà, scrive: «Matisse, prima del motivo, traccia il contorno dei suoi piedi sul suolo, come fa la modella in studio, per ritrovare il suo posto esatto. Tiene in mano un filo a piombo per studiare il minimo cambiamento di ritmo delle verticali. Guarda a lungo l’eucalipto fiorito e verdeggiante, dai molti rami, che sta di fronte a lui. Cerca poi pazientemente sulla sua tavolozza il colore che riempirà i contorni fissi ispirandosi alle forme evidenti. E cosi di questo albero fronzuto, sopprimendo rami e foglie, fa un cilindro nudo che non somiglia in niente a quello che la natura gli aveva offerto. Ma quando si rivede l’opera più tardi, lontano dalla precaria realtà, essa si manifesta in tutta la sua grandezza insospettata».
Mai galoppino dei movimenti artistici
Ancora, sempre nel 1908 – precisa Paolo Battaglia La Terra Borgese – Matisse pubblica nella Grande Revue un manifesto in cui invita a sacrificare ogni significato oggettivo al sentimento dell’arabesco colorato. Henri non si lascerà sedurre dal cubismo e resterà fedele per tutta la sua vita ai soggetti ortodossi (nudi, interni, nature morte, paesaggi). Fa dei viaggi in Spagna e in Russia (lavora anche per i Balletti di Diaghilev dal 1905 al 1908), e dal 1911 al 1913 vive in Marocco.
La vera storia della Danza del 1910
È il 1917 – continua il critico d’arte -, quando Matisse si stabilisce a Nizza, e nel 1930 fa un viaggio negli Stati Uniti e a Tahiti; ed è così che, nel 1933, esegue per un collezionista americano, il dottor Barnes, la Danza, nella versione di una vasta decorazione murale.
Un nuovo costume artistico e la Biennale di Venezia
Nel 1938 Matisse si stabilisce a Cimiez nei pressi di Nizza e nel 1943 – precisa ancora Paolo Battaglia La Terra Borgese – a Vence dove lavorerà alla decorazione della Cappella dei Domenicani. Dopo il 1947, l’artista si libererà completamente del classicismo, con le «carte ritagliate», vera ultima esplosione della sua arte – rileva Battaglia La Terra Borgese -; nel 1950 riceve il Gran
Premio di pittura della Biennale di Venezia.
I suoi capolavori
Tutta la vita di Matisse, creatore della pittura pura, è densa di capolavori: La gioia di vivere (1905), Lo studio rosso (1916), La lezione di piano (1917), Il ritratto di Mademoiselle Yvonne Landsberg (1914). Egli sognava «un’arte di equilibrio, di purezza, di tranquillità, scevra da soggetti inquietanti o preoccupanti» – conclude Paolo Battaglia La Terra Borgese -.