Ravello, Costiera amalfitana . Apprendo dal Suo giornale che continuano gli incendi boschivi in Campania ( l’ultimo ieri sera a Praiano, ma anche Positano, Amalfi, Maiori, ndr) , anche se con un certo ritardo rispetto agli anni scorsi; si tratta in effetti di un fenomeno che si ripete da anni quasi ad intermittenza programmata. Debbo ammettere che mi ero ripromesso di non ritornare più sull’argomento, vista l’inutilità di alcuni miei suggerimenti relativi alla prevenzione degli incendi, che stanno distruggendo i boschi residui con dinamiche tanto accuratamente congegnate da far riflettere sulle cause e sugli effetti di un fenomeno così scellerato. L’occasione mi offre tuttavia l’occasione per esprimere al riguardo alcune proposte sulla base di dati strettamente tecnici e di elementi concreti a livello operativo. Per brevità non mi concentro sulle cause scatenanti di molteplice natura, ma mi limito ad enunciare alternative “a fuoco fatto”. Le alternative sono tre!
1) Monitoraggio a mezzo droni (teleavvistamento)
La segnalazione degli incendi avviene principalmente da terra; sulla base di questi dati si decide l’impiego del Canadair, di cui una sola ora di volo costa circa 4.000 euro. I droni invece potrebbero pattugliare quotidianamente le aree a rischio, negli orari “caldi”. In questo modo un eventuale incendio verrebbe individuato sul nascere, mentre la telecamera sul drone potrebbe trasferire immediatamente alla sala operativa le immagini dell’incendio, consentendo di valutare se sia piú o meno appropriato l’intervento del Canadair. I costi del drone vanno da 8.000 a 20.000 euro. Per giunta lo stesso drone potrebbe essere messo a disposizione di più enti di tutela, anche per il controllo del dissesto idrogeologico, del bracconaggio, degli abusi edilizi e per la sicurezza in generale. Dove reperire i fondi? La Regione Campania stanzia ogni anno fondi per manifestazioni estive di dubbio gusto, in prevalenza chiassose e di basso livello. Perché non depistare parte di tali fondi sull’acquisto di drone? Perché non utilizzare ciò che resta per le opere di rimboscamento delle aree colpite?
2) Monitoraggio satellitare
Per i palati più fini esiste il monitoraggio satellitare effettuato a mezzo di un algoritmo di rilevamento basato su immagini satellitari acquisite dal satellite geostazionario MSG e trasmesse con tecniche Google Earth (per maggiori dettagli consultare il web TELETRON Euroricerche). Ammetto che si tratta di una tecnica oltremodo sofisticata, tuttavia per motivi di completezza non volevo tralasciare di menzionare questa alternativa.
3) Istituzione di una ricompensa/taglia
Lo strumento della ricompensa o taglia da € 5.000,– a € 10.000,– per chi fornisce indicazioni utili all’individuazione del responsabile o dei responsabili della bravata è concepito per vincere eventuali resistenze omertose e, ovviamente, velocizzare le indagini. Anticipo le grida di dolore provenienti dagli spiriti irrimediabilmente libertari, presunti paladini della cosiddetta democrazia. Da parte mia confermo semplicemente che tale metodo viene praticato anche nei Paesi più civili (Olanda, Austria, Germania), ossia laddove la criminalità viene affrontata con mezzi più adeguati, dove il ricorso alla dialettica spicciola viene ritenuto ridicolo e dove la tutela del cittadino e dell’ambiente costituisce una priorità assoluta. Conosco benissimo le squisitezze della politica italiana, che impone addirittura l’obbligo di identificare l’autore della segnalazione anonima, raccogliendone le generalità e facendogli firmare l’atto stesso, ossia non si può chiedere alle forze dell’ordine di mantenere la segretezza e l’anonimato del denunciante o del querelante.
Si badi che le aree distrutte dagli incendi devono essere destinate solo ed esclusivamente al rimboscamento senza limitazioni di tempo e al riparo da deroghe protezionistiche. Concludo, senza però chiedermi, come sempre, se questo suggerimento sortirà un qualche effetto a livello operativo. “Spes ultima dea!”. Mi sia tuttavia lecito dubitare, considerato anche il fatto che tali suggerimenti sono già stati per la prima volta da me forniti su Positano News in data 14/08/2013 ed ostinatamente ribaditi volta per volta nelle estati successive!
Giuseppe Civale