Uccidere i gatti porterà maledizioni sulle famiglie colpevoli, nel Medioevo si sviluppò la peste con le loro uccisioni. Per i buddisti sono anime, per San Francesco Creature di Dio

Uccidere i gatti porterà maledizioni sulle famiglie colpevoli, nel Medioevo si sviluppò la peste con le loro uccisioni. Per i buddisti sono anime, per San Francesco Creature di Dio. Non è solo una questione morale o penale, l’uccisione dei gatti, che è avvenuta a San’Agnello in Penisola sorrentina sulla costa di Sorrento e  a Positano, ma anche Ravello e Tramonti, in Costiera amalfitnaa sulla costa di Amalfi che seguiamo porta male. Intanto dal punto di vita etico, ma anche come karma, per i buddisti sono anime reincarnate, quindi chi uccide riceve un karma negativo, per i cristiani uccidere è un peccato, senza un motivo, senza un perchè, ricordiamo che per San Francesco erano Creature di Dio.

La stupidità umana non è solo di oggi , l’uccisione dei gatti ha portato non solo maledizioni, ma anche conseguenze dirette sulla salute . La Peste, anche chiamata Morte Nera, fu una delle cause di morte più devastanti della storia umana, disastrosa durante tutto il periodo basso medievale sino a quasi la fine dell’800. Il batterio che causava le diverse forme pestilenziali (peste bubbonica, peste polmonare etc) era lo Yersina pestis, letale al punto da uccidere centinaia di milioni di persone durante il corso del secondo millennio dopo Cristo. Il batterio veniva portato dalle pulci per mezzo dei topi, che salivano sulle navi mercantili e diffondevano il morbo attraverso i diversi porti cui approdavano.

Lo Yersina pestis fu scoperto solo nel 1894, e furono necessari diversi anni per riuscire a trovare una cura antibiotica efficace. Prima si usavano cure del tutto inefficaci o addirittura peggiorative della malattia, che portavano sostanzialmente a peggioramenti o ad alcun miglioramento. A volte però si incolpavano gruppi ì o persone del tutto estranee all’epidemia come gli ebrei, i mendicanti, i lebbrosi, i frati o, e qui si era più vicini a verità, gli animali.

Questo tipo di superstizione era popolare fra i cristiani del Basso Medioevo, e non fece altro che aggravare ed esacerbare le varie epidemie di peste. I gatti venivano uccisi perché pensati vettori della peste per mezzo del diavolo, ma senza di loro veniva a mancare il predatore naturale del vero portatore del morbo, il topo. La peste si diffondeva quindi in modo più rapido e su un’area maggiore eliminando i gatti, ma i cristiani dell’epoca non potevano saperlo.

L’uccisione dei gatti continuò per circa 300 anni, sino al XVII Secolo circa, e contribuì a rendere la peste forse il più grande killer della storia dell’umanità. Naturalmente i gatti, il diavolo e altri soggetti di superstizione non c’entravano nulla con il batterio, che dilagò anche grazie alle false credenze dell’epoca. Anzi proprio i gatti avrebbero eliminato il principale contagiatore che era il topo. Ancora oggi i gatti in casa e anche in giardino vedono e catturano animaletti , oltre a essere un grazioso elemento di conforto umano.  Il problema dei gatti randagi non si risolve avvelendandoli, i Comuni e l’ASL sono responsabili, ci si rivolge a loro senza il bisogno di ucciderli e di ricevere probabili maledizioni, che sono peggio delle denunce e questo è poco , ma sicuro. Chi fa male, il male gli torna.

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