Affitti Brevi: scandalo fiscale aggiunge pressione su proprietari e gestori di Bed and Breakfast

10 novembre 2023 | 13:13
Share0
Affitti Brevi: scandalo fiscale aggiunge pressione su proprietari e gestori di Bed and Breakfast

Dopo il sequestro di 779 milioni ad AirBnB, il Fisco mette sotto esame proprietari e gestori di B&B per la cedolare secca non versata

Dopo il recente sequestro record di 779 milioni di euro a carico di AirBnB, la multinazionale degli affitti brevi, la lente del Fisco e della Guardia di Finanza si sposta ora verso i proprietari e gestori dei Bed and Breakfast. La questione centrale riguarda la cedolare secca del 21 per cento sugli affitti brevi, che, secondo gli accertamenti, non sarebbe stata versata correttamente da AirBnB come “sostituto d’imposta”.

Controlli diffusi

Il controllo coinvolgerà ogni contratto singolarmente, cercando di determinare se la cedolare secca è stata versata direttamente dai contribuenti anziché dalla piattaforma. Chiunque non abbia adempiuto a questa obbligazione rischia di essere sanzionato dal Fisco, e sarà difficile giustificare l’assenza di pagamento affermando di fare affidamento sulla piattaforma. I controlli sono già in corso, e un vasto numero di contratti sarà soggetto a verifica.

Responsabilità dei proprietari

Il Centro studi Eutekne ha sottolineato che AirBnB ha omesso di operare la ritenuta sui canoni di locazione, ma l’imposta, che sia cedolare secca o IRPEF, è dovuta dai proprietari, non dalla piattaforma. Non versare la tassa né tramite AirBnB né direttamente espone i proprietari al rischio di sanzioni fiscali. La verifica mira a identificare coloro che non hanno adempiuto a questo obbligo fiscale.

Numeri in Gioco

Tra il 2017 e il 2021, secondo i dati della Guardia di Finanza, i proprietari delle strutture hanno ricevuto un totale di 3,7 miliardi di euro, limitatamente agli host “non professionali”. La norma sulla ritenuta alla fonte esclude i canoni incassati da chi svolge l’attività con Partita IVA, gestisce più di quattro appartamenti, e include solo soggiorni inferiori a 30 giorni.

Tentativi di espansione della definizione di “Professionale” da parte di AirBnB

Emergono documenti che suggeriscono che AirBnB avrebbe cercato di allargare la definizione di soggetti “professionali”. Questo tentativo includeva titolari di Partita IVA, coloro con ricavi superiori a 65 mila euro e chi forniva servizi simili a quelli alberghieri. L’inchiesta suggerisce che molti proprietari sulla piattaforma non avrebbero dovuto considerarsi “soggetti passivi” secondo la normativa della cedolare secca.

Strategie di AirBnB per fronteggiare il rischio fiscale

Tra i documenti sequestrati emerge una strategia “privilegiata e confidenziale” di AirBnB, che suggerisce l’avvio di un contenzioso con le autorità fiscali italiane come risposta al rischio fiscale. Il documento collega la conformità alla cedolare secca a un potenziale aumento dei prezzi e alla perdita di quote di mercato.

Conclusioni

Il settore degli affitti brevi è ora sotto il riflettore delle autorità fiscali italiane, con controlli che coinvolgono proprietari e gestori di Bed and Breakfast. Mentre la macchina investigativa è già in movimento, l’indagine fornirà chiarezza sui contorni del sequestro di AirBnB e metterà in luce chi tra i proprietari ha adempiuto agli obblighi fiscali e chi potrebbe essere esposto a sanzioni.