Indi Gregory non ce l’ha fatta: Il padre esprime rabbia e vergogna
Indi Gregory non ce l’ha fatta: Il padre esprime rabbia e vergogna
Nella notte scorsa, il mondo ha perso una piccola guerriera, Indi Gregory, la neonata al centro di una drammatica vicenda legale tra Italia e Regno Unito. L’annuncio della sua morte è giunto all’1:45 ora inglese, momento in cui i supporti vitali che la tenevano in vita sono stati staccati. La notizia è stata confermata dall’avvocato Simone Pillon e da Iacopo Coghe di Pro Vita, che fanno parte del team legale della famiglia Gregory.
Indi era affetta da una rara malattia chiamata aciduria combinata D,L-2-idrossiglutarica, diagnosticata dieci anni fa. Una patologia così insolita da non avere ancora una cura. La sua breve vita è stata segnata da una lunga battaglia legale tra i genitori e il sistema sanitario britannico.
Il padre, Dean Gregory, ha espresso la sua devastazione attraverso un messaggio ai suoi avvocati. “La vita di Indi è finita all’1:45, io e Claire siamo arrabbiati, con il cuore spezzato, pieni di vergogna,” ha dichiarato. Ha poi aggiunto il suo disappunto nei confronti del sistema sanitario nazionale e dei tribunali, accusandoli di aver privato Indi non solo della possibilità di vivere ma anche della dignità di morire nella casa di famiglia.
Claire, la madre di Indi, ha tenuto la figlia accanto a sé per gli ultimi respiri, cercando di donarle un po’ di conforto e amore in quegli istanti difficili. Dean ha sottolineato la lotta della famiglia nel preservare la memoria di Indi: “Sapevamo che era speciale dal giorno in cui è nata.”
Le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, hanno espresso il dolore di una nazione: “Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtroppo non è bastato. Buon viaggio piccola Indi.”
La vicenda di Indi Gregory rimarrà nel cuore di chiunque abbia seguito la sua storia, suscitando riflessioni su questioni etiche e legali legate alle decisioni mediche e ai diritti dei genitori di fronte a patologie rare e senza cure.
FONTE: ANSA