Napoli, protesta per l’area Unesco invasa dai B&B : “Tagliati fuori dall’acquisto di una casa”

17 novembre 2023 | 14:46
Share0
Napoli, protesta per l’area Unesco invasa dai B&B : “Tagliati fuori dall’acquisto di una casa”

La grande sfida di Napoli. Da un lato, regolarizzare al più presto il “mare magnum” dei fitti brevi a uso turistico, mettendo ordine al settore extraricettivo, letteralmente esploso con il boom della città. Dall’altro, dare risposte urgenti all’esigenza di una fetta di popolazione che fatica a trovare soluzioni abitative, soprattutto nel centro storico.

Fioccano gli sfoghi sui social, dopo la nostra inchiesta. Storie, come quella di Marco e Denise, che cercano invano da mesi, o di Scilla e Davide, 26 e 28 anni, che si dicono “tagliati fuori dalla possibilità di acquistare una casa, e come noi un’intera generazione di trentenni che non può competere con chi fa un investimento ad alto profitto, prelevando immobili per farne B&b. E a noi non resta che cercare disperatamente sempre più lontano dal centro, sperando in un colpo di fortuna”.

Annunci disperati sui gruppi Facebook: “Aiutateci a trovare casa, vi prego”, dice Nunzia. E sono storie che ispirano iniziative di protesta, come quelle della rete “SET Napoli – i diritti al tempo del turismo”, 4000 follower su Facebook, che qualche settimana fa ha inscenato la manifestazione degli ombrelli in piazza Municipio. E che oggi chiede con forza “la limitazione urgente di affitti brevi e case-vacanza nell’area Unesco di Napoli” annunciando mobilitazioni nel corso delle giornate del forum internazionale Unesco a Napoli, dal 26 al 29 novembre. E lamentando la nascita di “1000 case vacanza dall’estate a oggi, per un numero totale di 10 mila (un numero più verosimile, comprensivo delle abusive, è però di 4000, ndr), quasi tutte concentrate nel centro”.

E l’amministrazione? Il sindaco Manfredi sottolinea come l’amministrazione sia «impegnata da mesi sul tema con una task force ad hoc e dialoghi con le altre metropoli per arginare il problema, che mina all’identità del nostro centro storico, e va affrontato unitariamente con altre realtà che hanno problemi analoghi». Firenze in primis.

Ma qualcosa si muove. Dal 30 ottobre – proprio come accade per gli hotel – anche le locazioni turistiche inferiori a 30 giorni di stanze e appartamenti devono essere registrate e avere il Codice unico identificativo delle strutture ricettive (Cusr), per effetto di un decreto regionale. Un modo per censire e regolarizzare un settore in confusione. «Ed è iniziata una vera e propria corsa contro il tempo, con almeno 500 iscrizioni in meno di due settimane», spiega Piergaetano Orlando, responsabile per Napoli di Aigo, l’associazione gestori ospitalità e ricettività diffusa, sotto la sigla di Confesercenti. Orlando snocciola i numeri del fenomeno: «Dopo il Covid abbiamo registrato il +300% di case vacanza, con una grande concentrazione nel centro storico e una presenza sempre più interessante a Fuorigrotta e Secondigliano, circostanza che suggerisce piani di sviluppo turistico ad hoc in aree periferiche. I costi di una notte sono aumentati del 25% rispetto a un anno fa. Ma abbiamo, ad oggi, una percentuale del 65% di strutture abusive. Paghiamo una legge regionale vecchia sui B&b, quella di Bassolino del 2001, ma questa è l’occasione per partire da zero».

Ma l’iscrizione al Cusr non è una passeggiata: la procedura non è semplicissima e l’associazione dei Bed & breakfast ed affittacamere della Campania sottolinea come “la nuova legge regionale faccia riferimento a un decreto ministeriale del 1975, prevedendo il rispetto di alcuni parametri (2,7 metri di altezza dell’immobile, 14 mq di salone-cucina, 14 mq per la matrimoniale, 9 per la camera singola) che tagliano fuori una fetta consistente di attività”. Costringendo a una dispendiosa ristrutturazione. O a continuare a operare abusivamente.