Sorrento, a tavola parlando di cinema con esercenti, produttori e il regista Stefano Marazziti “Sono venuto dalla strada e lo rifarei”
A Sorrento prosegue la 46ma edizione delle Giornate Professionali diCinema. La manifestazione, principale appuntamento professionale dell’industria cinematografica italiana, è organizzata dall’ANEC in collaborazione con l’ANICA, con il sostegno della Direzione generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Sorrento, della Regione Campania e della SIAE. L’evento durerà fino a venerdì 1 dicembre tra l’Hilton Sorrento Palace ed il Cinema Armida. Davvero interessante anche il momento conviviale dove ci siamo confrontati con due giovani esercenti di sale cinematografiche di Praia a Mare e Diamante in Calabria e produttori ( immancabile il riferimento alla Cortellesi, al successo inaspettato da tutti, basti pensare a cosa si sarebbe fatto qualche anno fa con un film del genere, ai falsi miti sul finanziamento “Erano solo tre i film scelti in quella soglia, c’era anche Bellocchio, un’opera prima era quasi impossibile che potesse venire scelta”, ci dice Roberto Cipullo ), insomma davvero interessante confrontarsi. Abbiamo apprezzato in particolare l’attore e regista Stefano Marazziti, davvero brillante e uomo che si è fatto da se “Sono venuto dalla strada e lo rifarei”, genitori commercianti, lui stesso ha fatto tanti lavori, fra cui anche l’agente immobiliare, poi la passione per il cinema. come hai cominciato e cosa ti ha portato a scegliere di fare l’attore e il regista, una scelta o un caso? “Una passione nata da piccolo quando fui catapultato su un palco ” Dilettanti allo Sbaraglio “ a Lavinio (località turistica laziale) e vinsi, poi ho studiato e ho anche scritto, mentre facevo anche altri lavori, che mi hanno dato ispirazioni . Pipolo è stato il mio grande maestro, lui mi ha insegnato tutto quello che dovevo sapere su una sceneggiatura, ma più di tutto ad essere una persona umile e semplice, caratteristiche che gli stavano a pennello.Quando mi sono ritrovato sul set al mio primo film è stata un’ esperienza unica sia dal punto di vista umano che professionale. Gestire 30 persone, rispondere a tutti e prendere la decisione giusta in pochi attimi non è affatto facile soprattutto se ti ritrovi a fare un film Low /budget internazionale . Ma se ci metti l’amore, la passione, il rispetto per chi lavora e avere tutta la tua troupe come parte integrante del progetto puoi scalare le montagne.” Ci ha incuriositi anche il film “Sconnessi” , davvero il caso, a dire la verità ero molto stressato, non solo con Positanonews, e ho lasciato volutamente il cellulare a casa. Forse è proprio per questo che sono riuscito a parlare a lui e a vivere una dimensione atemporale con i commensali, la mia compagna Paola d’Esposito e Gigione Maresca, fra l’altro anche loro agenti immobiliari, e Giulia Di Lorenzo, persona di grande cultura e interessi sociali . Insomma nulla avviene a caso, prendo in prestito queste parole sul film ” L’idea è nata da un incontro in un bar con la coosceneggiatrice Michela Andreozzi, il coosceneggiatore Max Vado e un nostro amico giornalista. Ad un certo punto ci siamo chiesti: “Ma se dovessimo fare un film all’interno di un posto dove gli smartphone non prendono, che cosa accadrebbe?” Ho risposto “Beh… Sarebbe una tragedia!”
Perchè sconnessi? ti spiego.Qualche tempo fa, il giorno del mio compleanno mi si impallò il telefonino. Immagina 700, 800 persone che ti fanno gli auguri e tu non puoi rispondere. Altro che nomofobia (la paura di rimanere sconnessi), io direi il panico! ho pensato: “Non rispondendo agli auguri, penseranno che sono un maleducato!”. Insomma, dopo 3 giorni da incubo per vari centri di telefonia per trovare una soluzione, mi sono reso conto che ero completamente sconnesso. Ricordando questa vicenda, una mattina mi sono svegliato alle 5.00 e ho pensato: “Sconnessi… sì, Sconnessi sarebbe proprio il titolo ideale”, per cui da lì ho buttato giù questo progetto che è stato poi rivisto da Michela e Max ed abbiamo iniziato a lavorare insieme. Questo progetto è stato più volte sistemato e alla fine ha preso vita; inizialmente c’erano più personaggi, più famiglie, poi ci siamo focalizzati su una famiglia soltanto. Credo sia un film necessario nel 2018. Lo smartphone ormai è la grande schiavitù del secolo, nessuno può farne a meno. Ritenevo giusto raccontare come la gente reagisce senza l’uso della rete. Vedi, la comunicazione oggi si è persa, le persone non si relazionano più. Sarebbe bello ritornare a parlare guardandosi negli occhi e non attraverso un apparecchio elettronico.” Ed è quello che abbiamo fatto, salvo poi ritrovarci fuori la sala i soliti guai, le telefonate, i problemi, anche una multa senza motivo.. Ma vivere senza connessione per qualche ora ti rende felice “La connessione digitale ha influito molto sulle relazioni. Ci fai caso? I ragazzi di oggi ormai si celano dietro i social, non si interagisce più, manca la comunicazione. Io ho vissuto entrambe le situazioni, cioè ho vissuto 20 anni senza telefonino, 30 anni senza i social, invece i ragazzi di oggi non sanno minimamente come si viva senza, per cui se togli la connessione, togli il loro mondo. Non è facile gestire questa situazione, anzi, è più difficile di quello che possa sembrare. Vedo le persone completamente lobotomizzate. Dovremmo cercare l’equilibrio, dovremmo dare il giusto rilievo a questa situazione perché sta prendendo il sopravvento. Ho scritto questo film perché vorrei appunto che si trovasse il giusto equilibrio, che si ritornasse a comunicare.”
Ma chi è Stefano Marazziti?
Recita in numerosi cortometraggi tra cui uno da lui stesso co-diretto, quindi in numerosi spot pubblicitari, anche diretto da registi quali Gabriele Salvatores e Alessandro D’Alatri. A teatro recita, nel 1999, tra gli altri, in L’ultima notte, di Luca Monti, regista con cui collabora in molte occasioni, tra cui, Padri, tra il 2003 e il 2005, Un minuto di silenzio, nel 2004, Come rimaniamo, nel 2006 e Non lo dico a nessuno, del 2010. Per la regia di Claudio Insegno recita nel 2008 in La camerata Bardi e per Silvio Romano è in Parlez-moi d’amour. In televisione debutta, a undici anni, per Luigi Comencini in <em<cuore< em=””>, nel 1983.
Tra le altre interpretazioni, si segnalano nel 1997, Le ragazze di Piazza di Spagna, regia di Josè Maria Sanchez, nel 1998 le 110 puntate di Famiglia Donati, dirette da Rita Vicario e, tra il 1999 e il 2002 nelle due stagioni di Caro domani, dirette da Mariantonia Avati. Con il regista Carlo Vanzina recita in Anni ’60 nel 1999, Un ciclone in famiglia nel 2005 e Piper nel 2006. Per Pier Francesco Pingitore recita nel 1999 in La villa, nel 2003 in Con le unghie e con i denti, nel 2006 in Di che vizio sei? e nel 2007 in Vita da paparazzo. Tra il 2006 e il 2007 recita in due stagioni di Caterina e le sue figlie, dirette rispettivamente da Luigi Parisi e Alessio Intussi. Nel 2008 recita in Il commissario Vivaldi, di Luciano Odorisio, Il commissario Rex, diretto da Marco Serafini e Il sangue e la rosa, di Luigi Parisi. Al cinema è in Anime, di Mariantonia Avati e in Corona Valt, di Lucio Gaudino nel 2002, quindi l’anno seguente in Barzellette, diretto da Carlo Vanzina. Nel 2004 è in U lupu, di Francesca Garcea, che lo dirige anche in Riturnella, che vale a Marazziti la menzione speciale miglior attore non protagonista al Festival del Cinema di Salerno. Nel 2006 recita per Stefano Calvagna in due film: Il Lupo e Guardo il mondo da un oblò, quindi in Commediasexi, diretto da Alessandro D’Alatri. Nel 2007 è in Scusa, ma ti chiamo amore, diretto da Federico Moccia, con cui lavora anche in Amore 14, datato 2009. Nel 2009 interpreta il sindaco del paese in Il figlio più piccolo di Pupi Avati.</em<cuore<>