Un fumetto per l’ambiente e la rana di Chomsky contro la violenza sulle donne
Sorrento (NA) Mercoledì 15 novembre protagonista del Corso Concorso “Un fumetto per l’ambiente”, progetto di formazione nato da un’idea del Presidente del CMEA, avv. Luca Vittorio Raiola, con il sostegno del Comune di Sorrento nella persona del Sindaco avv. Massimo Coppola e l’Istituto Superiore a indirizzo RARO “Francesco Grandi” di Sorrento, ha registrato la partecipazione nel suo quinto workshop dell’illustratore Davide Lista, ex alunno della Scuola Italiana di Comix diretta da Mario Punzo, scrittura creativa con Tommaso Vitiello, che quest’anno ha firmato con altri illustratori l’opera in tre volumi “Polpa Napoletana” (Homo Scrivens), e ha partecipato ad un importante progetto “Il posto più giusto. Dieci storie illustrate di vittime innocenti di camorra” (Marotta & Cafiero), che ha coinvolto i ragazzi dell’IC “Sauro Errico Pascoli” di Secondigliano, nella realizzazione di una graphic novel, che ha permesso loro di confrontarsi con questa triste realtà imparando ad esprimere la propria contrarietà al degrado morale che si registra in determinate zone di Napoli ricorrendo al linguaggio dei fumetti, progetto che porta la firma anche dell’illustratore Carmine Arcopinto. Come ho spiegato anche in altri articoli quest’anno il CMEA ha proposto agli alunni che partecipano alla seconda edizione del corso concorso, che prevede anche una borsa di studio, di sviluppare un fumetto dedicato all’ambiente con protagonisti alcuni animali simbolo della fauna tipica delle nostre parti, a Davide Lista è stata affidata la rappresentazione di una rana, anfibio a lui caro perché è anche inventore di un simpatico supereroe “Super Frog”, al centro dell’azione narrativa di un albo realizzato e pubblicato grazie al collettivo “Run&’Ngann”. Collegandoci all’esperienza che Davide Lista ha maturato con la graphic novel “Il posto più giusto…” e ricorrendo al paradosso della “rana bollita” come simbolo contro la violenza di genere, adottato in questi anni da più di un’associazione contro la violenza sulle donne, (vedi Me.Dea Aps; D.i.Re Donne in Rete contro la violenza; EDUXO ITALIA APS etc), ci rifacciamo a quanto ci insegna la sociologia moderna: “La violenza spesso ci viene raccontata come un fenomeno che riguarda persone folli e lontane da noi, inoltre è molto difficile riuscire a comprendere che alcune relazioni possono essere violente e tossiche, perché la maggior parte delle volte le dinamiche relazionali hanno sfumature sottili e poco definite. Alla base della violenza c’è un’asimmetria di potere”, questo potere deriva da un disequilibrio di forze, che non sono solo fisiche, ma anche di status, di rapporti economici e di tanto altro. Quando si parla di questo tema è utile pensare al paradosso della rana bollita di Chomsky: “Una rana si immerge in una vasca piena d’acqua. Qualcuno accende un fuoco e l’acqua si riscalda. La rana allora si adagia ancora di più, colta dal tepore e si rilassa, continua a nuotare dolcemente. Dopo un po’ inizia a sentire che l’acqua è più calda, ma non ci fa troppo caso, dopotutto fuori fa freddo. È un po’ stanca, ma alla fine non ci sono pericoli. A un certo punto si accorge che forse l’acqua è davvero troppo calda ma non fa in tempo ad uscire, perché l’acqua ha iniziato a bollire e la rana non è riuscita a scappare”. È molto difficile discernere cosa sia la violenza se ogni giorno la narrazione che viene portata avanti da tv, giornali, film, amici e parenti è che il proprio partner è geloso, stanco e che “ha ragione perché lo hai provocato” o ancora che in quanto ragazza/donna si è pesanti, pressanti, pedanti e insopportabili. Continuamente le frasi che trattano l’argomento tendono a minimizzare i comportamenti maschili, a deresponsabilizzare i ragazzi e a responsabilizzare le ragazze: “Ti controlla il telefono perché tiene a te, magari non si fida”; “Ti ha dato una spinta perché in realtà le piaci”; “Sta insistendo così tanto, perché non cedi?”; “Anche tu però, quanto te la tiri!”. Sono tutte frasi che sentiamo ripetere ogni giorno, e che contribuiscono a costruire chi siamo. Molto probabilmente, chi è in una dinamica violenta o tossica non la percepisce come tale, come la rana non percepisce il pericolo che corre quando la temperatura dell’acqua comincia a salire. Il CMEA non poteva rimanere insensibile ai fatti tragici di questi giorni legati alla scomparsa di Giulia Cecchettin, giacché non è solo il degrado ambientale che dobbiamo combattere ma anche e soprattutto quello morale, che è strettamente collegato al primo. Per questo oggi ci piace concludere con un numero che in questo momento ha più senso di mille parole e altrettante illustrazioni il 1522, un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. Un numero gratuito, attivo 24 h su 24, ( https://www.1522.eu/ ) con operatrici specializzate per richieste di aiuto e sostegno alle vittime di violenza e stalking. La rana che i ragazzi dell’Istituto “Grandi” hanno imparato a conoscere non è solo l’anfibio che vive nelle nostre forre, che con la sua presenza testimonia lo stato di salute di questi ecosistemi ma anche l’animale narrato da Esopo nella favola “La rana e lo scorpione” o quella protagonista del paradosso di Chomsky: icone e simboli letterari e filosofici che ci invitano a riflettere su noi stessi e sul tipo di relazione che tessiamo con chi ci è vicino.
di Luigi De Rosa
Super Frog di Davide Lista