Venerdi 1 dicembre al Comune di Sorrento screening gratuito per osteoporosi. Cosa è questa “subdola ladra di ossa”.
Venerdì 1 Dicembre dalle ore 16.15 presso la Sala Consiliare del Comune di Sorrento si terrà il Convegno pubblico “Screening e cura dell’osteoporosi- Il ruolo dei vari specialisti”. Dopo i saluti dell’avv. Massimo Coppola, Sindaco di Sorrento, del dr. Vittorio De Maio, Coordinatore della Consulta Sanità Sorrento e dell’organizzatore del Convegno dr. Stefano Rocco, membro Consulta Sanità Sorrento, si avvicenderanno le varie relazioni degli specialisti. La prima sessione, moderata dai medici Mariateresa Russo, Giuseppe Fiorentino e Pierpaolo Nina, vedrà l’intervento dei sanitari: Carmen Santoro (Il Medico di Medicina generale: lo stato dell’arte dell’osteoporosi); Luigi Lauro (Il Radiologo: la diagnostica per immagini); Siro Grassi (L’ Ortopedico: complicanze dell’osteoporosi). La seconda sessione, moderata dal dr. Pierpaolo Nina e dal dr. Antonio Palagiano, prevede gli interventi dei dottori Stefano Rocco (Il Fisioterapista: fisioterapia ed esercizio terapeutico per “ossa più dure”) ed Emanuele Dato (Il Ginecologo: menopausa e ormoni). Infine, la terza sessione, moderata dai dottori Vittorio De Maio e Carlo Alfaro, prevede le relazioni della dr.ssa Marialaura Gargiulo (Il Cardiologo: cuore e vitamina D) e del dr. Salvatore Ercolano (Il Nutrizionista: l’alimentazione corretta). Sarà offerto lo screening gratuito per tutte le donne presenti con densitometria ossea ad ultrasuoni.
Cosa è l’Osteoporosi: una malattia caratterizzata da una progressiva riduzione e modificazione strutturale della massa ossea, che compromette la resistenza delle ossa.
Quanto è diffusa: solo in Italia, 5 milioni di persone, di cui l’80% sono donne in post-menopausa. Si stima che la prevalenza nei soggetti dopo i 50 anni sia di oltre il 23% delle donne e del 7% degli uomini. Le fasce a rischio sono per le donne dopo l’insorgenza della menopausa e dopo i 70 anni negli uomini.
Osteoporosi e fratture: la malattia predispone a un aumentato rischio di fratture spontanee o indotte da minimi traumi, definite “fratture da fragilità”. Molte volte l’osteoporosi decorre asintomatica per anni e viene diagnosticata proprio in occasione di una frattura. E’ un nemico subdolo e silenzioso, capace di “rubare” le ossa senza dare sintomi di sé. Si stima che la metà di tutte le fratture siano causate dall’osteoporosi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a causa dell’osteoporosi in tutto il mondo ogni 3 secondi si verifica una frattura. Le fratture da fragilità colpiscono in Italia 1 donna su 3 e 1 uomo su 5 dopo i 50 anni. I siti scheletrici più interessati sono le vertebre, il femore prossimale (collo del femore), l’omero prossimale (spalla), il polso e la caviglia. La frattura del femore comporta una mortalità del 5% nel mese successivo e del 20% nell’anno successivo. Circa il 30% dei pazienti fratturati va incontro a una disabilità permanente, il 40% perde la capacità di camminare autonomamente, l’80% ha bisogno di supporto nelle attività quotidiane. Inoltre, una prima frattura aumenta significativamente il rischio di fratture successive: in seguito a una frattura da fragilità aumenta di 5 volte la probabilità di una seconda frattura entro i successivi 2 anni.
Rischi per il cuore: l’osteoporosi è legata anche ad aumento del rischio del 79% di un evento cardiovascolare nelle donne, secondo uno studio osservazionale condotto in Corea del Sud pubblicato sulla rivista Heart.
Fattori di rischio: sono distinti in modificabili e non modificabili. Sono fattori modificabili, sui quali quindi possiamo intervenire con la prevenzione:
– Sedentarietà.
– Insufficiente apporto alimentare di calcio (di cui sono ricchi latte, yougurt, formaggi, salumi, uova); importante anche l’apporto con acque che contengono oltre 300 mg/litro di calcio altamente assimilabile.
– Eccessivo introito di sale, che aumenta l’eliminazione del calcio con le urine.
– Carenza di vitamina D, grazie alla quale il calcio viene assorbito e utilizzato dall’osso. La vitamina D si ottiene, oltre che con l’introduzione di alimenti che ne sono ricchi (cavoli, spinaci, broccoli, fagiolini, prugne, kiwi, avocado, olio di fegato di merluzzo, pesce azzurro, ostriche e gamberi, formaggi, burro, tuorlo d’uovo), attraverso l’esposizione alla luce solare.
– Uso di alcol, tabacco, consumo eccessivo di caffeina.
– Eccesso ponderale (sovrappeso e obesità) o eccessiva magrezza.
– Disturbi del comportamento alimentare.
– Malattie infiammatorie croniche.
– Trattamento con cortisonici per lunghi periodi.
– Inquinanti ambientali, tra cui piombo, mercurio e cadmio.
Fattori di rischio invece non modificabili sono: l’età, il genere (le donne hanno una minore massa ossea rispetto agli uomini e la riduzione degli ormoni sessuali che si verifica con la menopausa determina una più rapida e precoce perdita di massa ossea), la familiarità.
L’aumento dell’età media della popolazione e il peggioramento degli stili di vita delle popolazioni fa stimare che le fratture dell’anca raddoppieranno in tutto il mondo entro il 2050.
La Giornata mondiale dell’osteoporosi: si celebra il 20 ottobre. Il tema del 2023 è stato “Build better bones” (“Costruisci ossa migliori”) per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di adottare, fin dall’infanzia, sani stili di vita per migliorare lo stato di salute delle ossa.
Prevenzione primaria: si fonda su diversi criteri: praticare la corretta alimentazione, una regolare attività fisica, mantenere il peso corporeo ottimale, evitare alcol e fumo, esporsi alla luce solare per l’attivazione della vitamina D. La prevenzione deve iniziare dall’infanzia in quanto entro i 20-25 anni di età si raggiunge la densità minerale ossea massimale (definita come “picco di massa ossea”). L’osteoporosi non è solo conseguente alla perdita ossea con l’avanzare dell’età, ma anche al mancato raggiungimento del picco ottimale di massa ossea durante l’infanzia e l’adolescenza. Si calcola che aumentando del 10% il picco di massa ossea, si potrebbe ridurre del 50% il numero di fratture di femore.
Prevenzione secondaria: si basa sulla diagnosi precoce, attraverso lo screening, per donne over 50 e gli uomini over 65 anni, con la densitometria ossea (DXA) o mineralometria ossea computerizzata (MOC).
Terapia: integrazione con calcio e vitamina D; bisfosfonati, composti sintetici in grado di fissarsi sulla superficie dell’osso e ridurne il riassorbimento; terapie ormonali sostitutive, che però sono state collegate ad aumento di rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari e di cancro al seno. Una novità terapeutica è l’anticorpo monoclonale Romosozumab, in grado di bloccare gli effetti della proteina sclerostina, favorendo la formazione di nuovo tessuto osseo. E’ stato approvato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nelle donne in post- menopausa con storia clinica di fratture, soggette a fattori di rischio multipli o che non hanno risposto positivamente o sono risultate intolleranti alle altre terapie. Romosozumab è somministrato con due iniezioni praticate una dopo l’altra, una volta al mese. L’effetto del farmaco tende a diminuire dopo 12 dosi, per cui non si prosegue oltre. Poiché il farmaco è stato collegato ad aumento di rischio cardiovascolare, le indicazioni vanno selezionate con cautela.
Il concetto di empowerment del paziente: secondo l’OMS, oggi il paziente deve essere messo al centro del processo sia decisionale che di cura che lo riguarda, e coinvolto in modo attivo fin da subito nella relazione con i professionisti sanitari. E’ proprio in quest’ottica che si svolgono giornate di prevenzione e informazione come quella organizzata al Comune di Sorrento.
Carlo Alfaro